Ricordi

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"C'era un bellissimo sole che illuminava una grande vallata verdeggiante, sdraiati sulla morbida erica ci stavano tre ragazzini che guardavano le nuvole.

Uno di loro dai capelli albini con sfumature azzurre raccolti in una codina puntava il braccio verso il cielo, i suoi occhi ghiaccio erano fissi su una nube in particolare «Sembra un onigiri gigante!» esclamò

«Perché come è fatta?» chiese la bambina accanto a lui che gli teneva una mano: portava una maschera nera a forma di volpe che le copriva metà viso compresi gli occhi con sopra disegnante delle decorazioni dorate e dei piccoli fiori di ciliegio, attaccate ad essa c'erano dei campanellini con intagliati dei fiori bianchi.

L'amico si girò nella sua direzione con un sorriso triste «Beh perché è a forma leggermente triangolare.»

«Wow a me non è mai capitato di vedere una nuvola di quella forma»

Si voltò verso di lui e gli toccò il naso «Perché se triste? Lo sento dal tuo odore e dalla tua voce non provare a dire il contrario!»

Lui si alzò a sedere improvvisamente e iniziò a giocare con l'erba «Perché mi dispiace, se solo fossi arrivato prima, tu ora-»

«Ci vedrei ancora? Yuki quante volte ti ho detto che non è colpa tua? E poi io sto bene, veramente, non devi preoccuparti per me, è solo grazie a te se finalmente posso essere libera!» lo abbracciò da dietro.

Neyuki le strinse con delicatezza le mani ancora combattuto.

«Secondo me non è un onigiri.» affermò improvvisamente il terzo bambino.

I due si girarono verso di lui.

«Cos'è allora, Tomioka-san?» chiese curiosa

Il moro rimase un po' in silenzio per poi rispondere con tono serio: «Una nuvola.»

Yuki scoppiò a ridere divertito «Giyu non smetti mai di sorprendermi.»

L'altro lo guardò con la sua solita espressione annoiata."

Emi fece un sorriso malinconico: ora si trovava in una situazione simile, solo che il pilastro dell'acqua invece che essere sdraiato accanto a lei era seduto all'ombra di un albero.

Si voltò verso di lui e si ritrovò incastrata nel suo sguardo penetrante: stavano pensando la stessa cosa.

«È venuto in mente anche a te, non è vero?»

Non rispose, ma quella dopotutto era una domanda retorica e nel suo silenzio c'era la conferma.

«Che cosa?» chiese improvvisamente una voce

«Oh Kirya sei tu, vieni siediti pure qui vicino a me» gli rispose la giovane facendogli segno con la mano.

Kirya Ubayashiki non che futuro capofamiglia in quanto unico figlio maschio di Kagaya Ubuyashaki era gentile ma anche molto distaccato, forse troppo per la sua tenera età, eppure con il pilastro del ghiaccio sembrava avere un po' più di confidenza rispetto agli altri, con lei si comportava più come un bambino.

Seguì il suo consiglio e le si mise vicino aspettando pazientemente la risposta.

«Stavo pensando a quando io, Tomioka e Yuki eravamo da poco demon slayer, ci siamo sdraiati su un prato e tentavamo di dire che forma avessero le nuvole, solo che non penso che al tempo lui avesse molto capito il gioco» disse riferendosi al moro, che la guardò male.

Emi ricambiò lo sguardo e tentò di trattenersi dal non ridere, ma alla fine scoppiò in una risata «Scusa Giyu giuro che non era mia intenzione» cercò di smettere senza però alcun risultato.

«Perché non l'aveva capito?»

«Beh perché per lui la nuvola era a forma di nuvola» continuò a ridere.

Il bimbo emise un: oh, come a dire che aveva inteso.

«E tu Kirya ci hai mai giocato?» chiese una volta che si era ripresa

Scosse la testa.

«Che ne dici se lo facciamo ora, se ti va ovviamente.»

Annuì.

«Bene allora inizio io, vediamo un po', quella – indicò una piccola nuvoletta- assomiglia proprio a una luna piena»

«È una palla» affermò improvvisamente Il giovane seduto vicino all'albero

«Beh in effetti sì, può essere anche quello, è rotonda»

«Sembra un sole» disse il piccolo

«Hai ragione ora che si è mossa assomiglia più a un sole!»

E fu così che passarono la mattinata a parlare di nuvole.


«Emi raccontacene un'altra!» disse una delle bambine dai capelli bianchi tirandole leggermente la manica del kimono.

Tomioka uscì dalla villa: aveva appena finito di parlare con il capofamiglia.

La osservò raccontare storie ai figli di Kagaya, era incredibile come quella ragazza fosse riuscita a instaurare un rapporto anche con loro, a volte persino a lui sembravano avere un comportamento inusuale per la loro così giovane età, invece intorno a lei diventavano dei normali bambini, come se si togliessero quella maschera e quel peso così importante che era il loro cognome.

In Emi Hoshi c'era dell'incredibile, Neyuki se ne era accorto prima di tutti, e faceva quasi sorridere il fatto che invece lei non ne fosse per nulla cosciente; trasmetteva un'aurea di sincerità con cui era bello relazionarsi; era una persona empatica che ascoltava sempre il prossimo e che non oltrepassava mai la linea, sapeva attendere e sapeva leggere molto bene le persone, persino uno come lui, che se ne stava sempre sulle sue e che tendeva a tenersi tutto dentro, era per quella ragazza un libro aperto; con lei era facile parlare, si fidava e talvolta si sfogava pure.

Starle accanto era partito come una promessa fatta all'amico sul letto di morte, ma ormai sapeva bene che era più di questo, semplicemente gli piaceva passare del tempo con lei, ed era contento del fatto che si fosse instaurata una bella amicizia.

«Mi piacerebbe tanto, ma devo proprio andare» rispose lei vedendolo arrivare.

«Su lasciatela. La signorina Hoshi avrà i suoi impegni adesso» disse la signora Ubuyashiki mentre accompagnava suo marito fuori.

«Non si preoccupi, non sono di alcun disturbo» rispose la giovane «grazie mille ancora per la vostra ospitalità» si inchinò.

«Figurati sei sempre la benvenuta in questa casa, figlia mia» le disse con un tono gentile il capofamiglia.

Lei sorrise e li salutò ancora una volta prima di seguire il moro.

Erano diretti alla villa delle farfalle, o almeno lei lo era, l'altro aveva deciso di accompagnarla.

un raggio di luce (demon slayer)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora