Mi blocco un attimo, ma sento il ragazzo spingermi e forzarmi a continuare.

Mi concentro sulle parole della canzone francese.

Penso di conoscerla o per lo meno l'ho già sicuramente sentita.

Tentenno un attimo ancora, prima di aprire gli occhi e ritrovarmi dentro i paddock, ormai già lontana dai tornelli.

Il mio sguardo cade sul francese al mio fianco, che mi guarda fiero.

Mi ero dimenticata di quanto fosse facile vivere con Gasly al mio fianco.

~

Sono passate due orette, una volta entrata nei paddock è andato tutto in discesa, ci siamo fermati alla mensa, abbiamo mangiato un boccone e abbiamo chiacchierato tranquillamente.

Pierre mi ha mostrato i cambiamenti del posto e siamo andati nella sua hospitality quella dell'Alpha Tauri.

Sono cambiate tante cose dal 2019 a questa parte e una di queste è la scuderia del mio amico.

Amavo vedere Pierre correre in Red Bull, ma allo stesso tempo sapevo che non si trovava bene, lo vedevo distrutto e affranto ogni gara, era come spezzato da dentro. Ora sorride ed è felice con il suo nuovo compagno Yuki Tsunoda. Mi ha parlato così tanto di quel ragazzo durante la mattina che penso di conoscerlo meglio di quanto si conosce lui stesso.

"Grace io devo andare" mi dice "Ho il debriefing ci troviamo al bar che ti ho fatto vedere prima, verso le 17?" domanda e io annuisco.

"Sei sicura di rimanere da sola? posso accompagnarti fuori o da tuo padre o Lewis o puoi venire con me, non credo che darai fastidio" dice frenetico, ma scuoto la testa tranquillizzandolo.

Non sono così sicura del volerlo lasciare andare via, però è il suo lavoro, quindi devo farmi forza.

Pierre mi lascia una carezza sul viso e si allontana sparendo così dalla mia vista

Ed ecco che ricomincia l'incubo.

Alzo lo sguardo, Pierre è andato via sul serio, sono sola.

Le mie mani traballano insieme al mio cuore mentre i miei polmoni faticano a svolgere la loro normale funzione.

Cerco di muovermi e spostarmi dal centro della strada senza alcun successo, le mie gambe mi tradiscono e rimangono ferme.

"Pensavo che dopo la serata di ieri fossi tornata in Italia" dice la voce calda di Max.

Respiro profondamente e l'idea di avere qualcuno di familiare intorno mi fa rilassare.

Mi volto verso il ragazzo incontrando i suoi occhi chiari.

"Invece sono qui" rido mentre il mio cuore si inizia a placare.

I miei non erano veri e propri attacchi di panico, assomigliavano molto a crisi isteriche,duravano qualche minuto, a volte anche solo dei secondi, poi tutto tornava alla normalità; era come se anche il mio corpo e la mia mente fossero stanchi di tutti i pensieri.

"Ti va di accompagnarmi a provare il sedile?" dice "Poi sono libero e andiamo a fare un giro che te ne pare?" chiede.

"È un invito ad un mezzo appuntamento questo?" ridacchio dopo essere tornata completamente in me.

L'olandese ride.

"Forse si, forse no, non lo sapremo mai" dice "Quindi vieni?" chiede ed io annuisco camminando verso di lui per raggiungerlo.

Cammino a fianco di Max che continua a parlare di tutte le cazzate che ho compiuto la sera prima.

"Non l'ho seriamente detto" dico riferendomi a una frase che lui sostiene io abbia pronunciato da ubriaca.

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