Non può mica mettermeli così sotto al naso, senza avvisarmi, senza dire niente e senza portarmi delle bibite analcoliche, cosa dovrei fare io? non bere per tutta la serata?

"Questo però è scorretto" rido verso Norris.

"Si, ti do ragione" sorride lui.

"Gaslyyy" urla Ricciardo alzandosi di corsa.

Ogni mio movimento si interrompe.

La mia gamba, che qualche attimo prima si muoveva nervosamente, si blocca e il cuore, all'udire quel cognome così familiare, perde di un battito.

Non ho il coraggio di voltarmi e guardarlo, non ho il coraggio perché sono una codarda, sono un ipocrita e perfino egoista.

Gli occhi di Lando scattano su di me, probabilmente ricordandosi della conversazione tenuta in intimità quella stessa mattina.

Sento due mani calde posarsi sulle mie spalle.

Lewis.

Non ho bisogno di guardarle per capire che appartengono a lui.

Respiro a pieni polmoni.

Forse era proprio questo quello di cui voleva mettermi in guardia l'inglese, ma io ascoltare gli altri mai, vero? Sia mai che mi dicano qualcosa di utile o che mi fermino dal fare una cazzata.

Sono passati minuti, il ragazzo francese ha salutato quasi tutti nella stanza.

Dopo aver salutato Lando, si volta verso di me, mentre ride per una battuta del giovane pilota della McLaren.

Mi porge la mano come per presentarsi.

Non mi ha riconosciuta quindi.

Si ero cambiata, ma cazzo, davvero non era riuscito a riconoscermi?

E se la mia apparenza poteva mentire, i miei occhi avrebbero sicuramente urlato la verità.

Alzo lo sguardo e lo punto nel suo.

In quello stesso istante, qualsiasi giorno della nostra amicizia passa nel mio cervello, dal primo ricordo che ho, quando avevamo due e otto anni e facevamo i castelli di sabbia in vacanza, a quel giorno, quel maledetto giorno.

È cambiato tanto, i capelli sono più corti, e meno chiari, deve aver capito che quei colpi di sole non lo rendevano più bello, la barba leggermente folta, ma perfettamente curata e gli occhi di un azzurro meno intenso rispetto a come me li ricordavo, ma pur sempre favolosi.

La sua mano si ritrae completamente e il suo viso diventa cupo per poi assumere un'espressione interrogativa.

So che ora mi ha riconosciuta e probabilmente si sta anche chiedendo cosa diavolo ho fatto ai miei amati capelli lunghi.

Lo sai Pierre che non sono mai stata brava a voltare pagina, così ho cambiato completamente libro e per fare ciò dovevo modificare la copertina.

Il ragazzo si schiarisce la voce e passa a salutare il campione mondiale alle mie spalle.

Sento un vuoto allo stomaco che mi fa venire voglia di vomitare.

"Credo di dover andare io" dico alzando un po' la voce in modo che mi sentano tutti nonostante il volume della musica.

Mi alzo e prendo il cellulare che avevo posato sul tavolino degli alcolici.

Carlos mi raggiunge.

"Ma dai resta, sei appena arrivata e non abbiamo ancora aperto alcuna bottiglia" dice afferrando il mio braccio prima che io possa scendere le scale.

LOVE ON THE RUNOn viuen les histories. Descobreix ara