18 Novembre

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18/11/2021

è autunno e l'autunno mi piace.

mi piace vedere le foglie che cadono, è malinconico ma allo stesso tempo rassicurante... non sono l'unica a cadere, perché è questo quello che sto facendo, no? sto cadendo, non da uno scalino, non sto inciampando in un ostacolo, ma sto precipitando da mille scale, e le cadute dovrebbero durare qualche secondo, lasciarti senza fiato con il cuore in gola... e in effetti sono senza fiato, il cuore mi batte così forte che la gola mi fa male, sto davvero cadendo... ma non dura un secondo, non dura un attimo; sono ore, giorni e mesi che non trovo me stessa, o meglio, sono li, ogni giorno più lontana e sfuocata, perché mi allontano sempre di più dal mio passato, costruendomi un presente che non mi piace e con le prospettive di un futuro che mi spaventa.

io e quella che ero, e che vorrei essere, stiamo precipitando. vorrei tornare in me, almeno per un po', anche solo per qualche secondo prima di toccare il fondo, per ricordare com'ero ed imparare ad essere ancora quella persona ma, allungo le mani, sfioro le dita della persona che vorrei tanto tornare ad essere, e poi la perdo, perché ci provo ma non sono più io.

non riesco a indossare nuovamente quei vestiti, anche se, non troppo tempo fa, erano i miei e mi fa male sentirli così distanti, sconosciuti e inadatti, perché l'unica cosa inadatta qui sono io, io e il nuovo mondo che mi ritrovo in testa.

mi piace l'autunno perché mi piacciono i suoi colori, perché in fondo anch'io ero così, colorata, solare, ed energica.

mi piace l'autunno perché lo sento mio, è la mia stagione o io sono sua, mi piace, ma perché non mi piaccio anch'io?

assomiglio all'autunno del resto: ero colorata, ho cominciato ad appassire a causa del freddo, mi sono lasciata andare e sono caduta, o meglio... sto ancora cadendo perché il peggio non ha fine.

non incolpo il vento di questo mio cambiamento, di queste perdita, perché è di questo che si tratta, di aver perso la persona a me più vicina: me stessa.

e non lo incolpo, non perché sia senza colpe, ma perché sono stata io a lasciarlo soffiare, io, la ragazza di oggi, che si perde in un bicchiere d'acqua, in un mare di emozioni, in una tormenta di caos e confusione.

sono stata io a lasciarmi spazzare via da tanta freddezza e cattiveria, senza mai oppormi o senza mai aggrapparmi a quel poco che restava della vecchia me, avrei dovuto stringere i denti, tenermi stretta alla ragazza di un tempo che tanto mi manca.

le persone attorno a me mi trattano come se fossi quella di prima, forse non si sono nemmeno accorti che quella di oggi non è quella di ieri, ed io li deludo, li deludo in continuazione, perché le reazioni di oggi non sono quelle di ieri, le risate e i sorrisi di oggi non sono quelli di ieri, sono offuscati, annebbiati dal tempo freddo e umido che non ha niente a che fare con la stagione, è come sono diventata, una ragazza autunnale in tutta la sua arida malinconia.

quel che so è che non sto bene.

quello che spero è che le cose, in qualche modo, qualsiasi modo, migliorino.

forse devo solo accettare l'accaduto... accettare, in fondo, fa parte di ogni lutto, perché ammettiamolo, è di questo che si tratta, la mia è stata una perdita, una grave perdita, ho perso, o meglio, ho lasciato andare, una parte di me che non ritroverò mai.

non l'ho difesa, non l'ho curata una volta ferita ed infine, l'ho lasciata andare, spegnendo tutti i colori che vivevano in me e spogliandomi di ogni foglia di speranza.

l'autunno mi piace ed io, che nell'autunno mi immedesimo, non mi piaccio affatto.

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