𝑳𝒂 𝑺𝒕𝒐𝒓𝒊𝒂 𝑰𝒏𝒇𝒊𝒏𝒊𝒕𝒂

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Le passioni umane sono una cosa molto misteriosa e per i bambini le cose non stanno diversamente che per i grandi. Coloro che ne vengono colpiti non le sanno spiegare, e coloro che non hanno mai provato nulla di simile non le possono comprendere. Ci sono persone che mettono in gioco la loro esistenza per raggiungere la vetta di una montagna. A nessuno, neppure a se stessi, potrebbero spiegare perché loro fanno. Altri si rovinano per conquistare il cuore di una persona che non ne vuole sapere di loro. E altri ancora vanno in rovina perché non sanno resistere ai piaceri della gola, o a quelli della bottiglia. Alcuni buttano tutti i loro beni nel gioco, oppure sacrificano ogni cosa per un'idea fissa, che mai potrà diventare realtà. Altri credono di poter essere felici soltanto in un luogo diverso da quello dove si trovano e così passano la vita girando il mondo. E altri ancora non trovano pace fino a quando non hanno ottenuto il potere. Insomma, ci sono tante e diverse passioni, quante e diverse sono le persone.

Per Ettore Enrichetti Erbini la passione erano i libri. Così come per suo zio, Zio Bastiano.

Chi non ha mai passato interi pomeriggi con le orecchie in fiamme e i capelli ritti in testa e chino su un libro, dimenticando tutto il resto del mondo intorno a sé, senza più accorgersi di aver fame o freddo;

chi non ha mai letto sotto le coperte, al debole bagliore di una torcia tascabile, perché altrimenti la mamma o il papà o qualche altro parente si sarebbero preoccupati di spegnere la luce per la buona ragione che era ora di dormire, dal momento che l'indomani mattina bisognava alzarsi presto;

chi non ha mai versato, apertamente o in segreto, amare lacrime perché una storia meravigliosa era finita ed era venuto il momento di dire addio a tanti personaggi coi quali si erano vissute tante straordinarie avventure, a creature che si era imparato ad amare e ammirare, e per le quali si era temuto e sperato, senza le quali d'improvviso la vita pareva così vuota e priva di interesse; chi non conosce tutto questo per sua personale esperienza, costui molto probabilmente non potrà comprendere ciò che fece allora Ettore.

Fissava il titolo del libro e si sentiva percorrere da vampate di caldo e di freddo. Questo, ecco, proprio questo era ciò che lui aveva sognato tanto spesso e che sempre aveva desiderato da quando era caduto in preda alla sua passione: una storia che non dovesse mai avere fine. Il libro di tutti i libri.

Doveva avere quel libro, a ogni costo!

A ogni costo? Era facile a dirsi! Anche se avesse potuto offrire più dei trenta euro che portava con sé, di certo Zio Bastiano non glielo avrebbe ceduto così facilmente. No, la cosa non aveva soluzione, era un vero caso disperato.

Eppure Ettore sapeva che non se ne sarebbe mai potuto andare senza quel libro. Adesso gli era chiaro che proprio a causa di quel libro era venuto qui, era stato il libro a chiamarlo in quella sua misteriosa maniera, perché voleva andare da lui... perché in fondo era già suo: gli apparteneva da sempre!

Ettore restò in ascolto del mormorio che continuava a venire dallo studio dov'era il telefono.

Prima ancora di rendersene conto si era nascosto il libro sotto la giacca di jeans e se lo premeva contro il petto con entrambe le braccia. Senza far rumore camminò a ritroso fino alla porta, tenendo ansiosamente d'occhio l'altra porta, quella che dava nello studiolo. Premette cauto la maniglia. Voleva a tutti i costi evitare che i campanellini d'ottone si mettessero a cantare, perciò aprì la porta a vetri solo quel tanto che gli bastava per sgusciar fuori. Poi, lento e cauto, la richiuse dall'esterno.

Solo allora cominciò a correre.

I quaderni, i libri di scuola, l'astuccio portapenne, tutto saltellava e ticchettava nello zainetto al ritmo sbilenco del suo passetto nonostante tutto deciso. Si sentì di doversi fermare, col fiato di nuovo corto -anzi, cortissimo-, ma continuò a correre.

ʟᴀ ꜱᴛᴏʀɪᴀ ɪɴꜰɪɴɪᴛᴀ.  ᴇ. ᴇ. ᴇ (IN CORSO)Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum