Maze

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Erano le 2 del mattino al Lux, uno dei nightclub più famosi di Los Angeles. La musica alta rimbombava contro i muri, luci stroboscopiche facevano girare la testa e in tutto ciò frotte di persone si scatenavano a più non posso. Come se non bastasse, un fumo scenografico travolse la calca che in quel momento stava stretta peggio delle sardine. Era un tripudio di colori. In quella baraonda, un ragazzo smilzo si era messo al centro della pista per catturare l'attenzione di qualche bella ragazza. Quelle però lo deridevano, viste le strane mosse da ballo che stava improvvisando. Tra un drink e l'altro, Lucifer, che era il propietario del locale, scattava selfie con le Britney. Si trattava di due sorelle vestite in modo provocante. Una di loro aveva accettato il lavoro di cubista soltanto per stare accanto a Lucifer. In quel momento stavano rendendo pubblico il loro divertimento da sballo. Centinaia e centinaia di foto su Instagram che ritraevano quella mega festa. Era una festa come le altre per gli umani, ma non per Lucifer. Quel giorno era l'anniversario del suo arrivo sulla terra. Precisamente il primo. Ma nessuno era cosciente di questo. Erano tutti impegnati chi a ballare, chi a filtrare e chi a sbronzarsi. Dopo essersi divertito a provarci con chicchessia, Lucifer portò nella sua camera da letto, che si trovava al piano di sopra, una giovane donna. Fu una notte di sesso fatta di carezze, contatto intimo pelle a pelle e baci appassionati. Poco dopo accadde però qualcosa di inaspettato, uno sparo ruppe il silenzio. La finestra laterale della stanza si frantumò in mille pezzi. L'armadio in legno venne perforato dal proiettile. Ciò non spaventò di certo Lucifer, un uomo immortale, ma la donna accanto a lui, che lanciò un urlo, si. Qualcuno voleva sfidarlo. "stai tranquilla tesoro, ci penso io". La figura tremante della ragazza, ora più che mai indifesa, si coprì la testa con le lenzuola "cos'è successo? Chi è stato?". Lucifer si era alzato dal letto e aveva estratto il proiettile dall'armadio. "Pessima mira, amico" mugugnò. Si affacciò dalla finestra e urlò "riprovaci se hai il coraggio". Nel fratempo Ellis che stava piangendo, lo fermò "ma cosa dici? Ci stavano per ammazzare". Lucifer sogghignò "parla per te". La ragazza presa dal panico lo ignorò "chiamo subito la polizia". Era la prima cosa che l' era venuta in mente. Lucifer era sovrappensiero "Fai quello che ti pare Ell...  Com'è che ti chiami?" Ellis parve stupita dalla domanda tant'è che non rispose "Non ha importanza adesso, sto chiamando la polizia" e mentre lo diceva si stava rivestendo "pronto, parlo con la polizia di Los Angeles? ah... ok. È avvenuta una sparatoia!... Dov'è che siamo?. Ah. Ad Angeles Street. Si, ha capito bene. Ad Angeles Street.  Io, Ellis Branford e il mio ama... e il propietario del Lux siamo in pericolo." Non fece in tempo a continuare che ci fu un interferenza "pronto! Pro...". Ecco che la voce dell'agente venne sostituita da una metallica "Morirai lurida puttana... Ti torturerò...". Un'altra interferenza bloccò la comunicazione. Ellis era super terrorizzata e le tremò la voce "Lucifer, mi sta... stanno cercando. Mi vo... vogliono morta". Lucifer non parve sorpreso da quella possibilità e mantenne un tono leggero "chi ti odia a tal punto?". Ellis, a differenza di Lucifer, era molto agitata, le batteva il cuore a mille "siamo quasi morti e tu pensi al criminale?". Dopo un quarto d'ora di pura paura per Ellis, proruppero le sirene della polizia, con suo gran sollievo "santo cielo, è tutto finito". Da un enorme megafono uscirono parole tranquillizzanti "signora Brandford e signor Morningstar, mantenete la calma. Sono l'agente Curty. Scendete immediatanente le scale. Vi porteremo in centrale". Si fecero le 4 in centrale, quando iniziò l'interrogatorio. Si trovavano in una stanza illuminata a giorno, abbastanza grande da contenere un intero esercito. I muri erano di un grigio angosciante e le mattonelle così lucenti che ci si poteva specchiare. L' agente Curty lasciò tutto nelle mani del detective Den "Pensate possa essere stato qualcuno della festa?". Intervenne Lucifer "bhè, probabile. Potrebbe trattarsi di qualche altra mia amante. Magari si è ingelosita di noi due e..." Nel dire "noi due" indicò se stesso ed Ellis con enfasi. Ellis si infuriò,  ancora scossa dall'accaduto "non fare lo stupido, Lucifer!". Lucifer rise di gusto "Cos'ho detto di male? Può trattarsi di qualche mia amante". A questo punto si intromise Den "ne è sicuro?". Lucifer fu più convinto che mai "Ma certo che no. Le mie amanti sanno che non faccio sul serio con loro, come con chiunque altra. Al massimo può essere stato qualcuno di losco che conosce la sottoscritta". Den si spazientì "tu non hai nemici, signor Morningstar?. Lucifer mantenne un tono tranquillo "ci sarebbe mio padre a dire la verità. Ma escludo che sia stata opera sua. Non farebbe del male ai suoi umani". Den non capiva cosa potesse significare eppure lo incoraggiò a continuare "l' altro giorno a me e alla signorina ci stavano pedinando. Io ho fatto finta di niente a differenza sua che è fuggita". Ora era tutto più chiaro. Ellis scappava da qualcuno "erano gli amici del mio ex marito. Vogliono che io ritorni con lui". Potevano essere stati loro a sparare. Un'altra cosa da non tralasciare era il messaggio minatorio della chiamata. Chi l'aveva fatta, voleva spaventarla, riuscendoci. Lucifer invece, era più che rilassato "ho portato il proiettile, detective. Lo potete analizzare". Den lo prese e lo tenne tra le mani "lo porterò ad Ella, la scienzata forense". Di lì a poco comparve un'altro detective, per la precisione una donna, che aveva ascoltato quella conversazione da dietro il vetro "scusate un attimo. Quindi tu Ellis fuggivi dagli amici del tuo ex? Credi che potrebbero farti del male?". Era evidente che c'era quella possibilità "non credo proprio. Gli amici di Frank sono anche i miei. Però d'altronde si stavano comportando in modo strano quel giorno. Per questo sono scappata". Una derisoria risata investì la stanza. Era Lucifer "tu saresti scappata perché loro volevano da te qualcosa. Non mentire, non sono anche... e sottolineo anche, tuoi amici. Cercavano questa". Lucifer estrasse dalla tasca della giacca una collana in diamanti. L' aveva trovata per terra, sopra il tappeto. "Non mentire Ellis. Tu stai nascondendo qualcosa". Tutti nella sala interrogatori la stavano osservando. Lei era scioccata. L' avevano presa con le mani nel sacco "i...o. Io non so di cosa sta parlando. Non centro niente con questa storia". Il secondo detective inarcò un sopracciglio, perplessa. "è tua quella collana?". Ellis la guardò come se l'avesse vista per la prima volta "io non ho mai visto questa collana. qualcuno cerca di incastr..." Lucifer si era stufato di quella farsa "buona, buona. Guardami negli occhi, Ellis. Cos'è che desideri di più al mondo?". Con la voce suadente riuscì a farla abboccare, sotto l'influsso del suo potere "i...o. Io voglio collezionare gioielli preziosi. Ne ho un sacco a casa. Quello che vedete qui su questo tavolo è il simbolo dell'unione coniugale di me e di Frank. Ormai ex marito". Den stava tirando le somme della situazione "quindi Frank la rivorebbe indietro?". Ellis riprese fiato dopo aver confessato "i...o. Io credo di si. Ha organizzato tutto lui. La sparatoia. La telefonata". Lucifer non credeva a quella storia "e dicci un po' Ellis. Dov'è che possiamo trovarlo?". Si intromise Chloe "bene, bene. Signor Morningstar, lasci fare a noi questo lavoro. Investigheremo su questo Frank, signorina Ellis. Solo dacci il suo indirizzo. Andremo da lui." Ellis si allarmò, ritenendo quel piano pericoloso "non credo sia un ottima idea. Potrebbe prendersela con me se vi presentate a casa sua con un mandato". Lucifer era esasperato. Rifletté un attimo e gli venne un' idea. Sarebbe andato lui a casa del signor Frank, come nuovo vicino di casa. All'inizio furono tutti titubanti e per togliere ogni dubbio Lucifer diede una spiegazione. Avrebbe finto di essere un amante dei diamanti e da lì gli avrebbe estorto la verità. Chloe, ancora insoddisfatta, voleva saperne di più sul conto di Frank  "dimmi Ellis, che tipo è il signor Frank? Deve conoscerlo bene, dato che siete stati sposati. Questo potrebbe facilitarci il lavoro". Ellis, restia a parlare di informazioni così personali, alla fine cedette "Frank è sempre stato un tipo possessivo. Si prende quello che vuole quando vuole. È anche molto paranoico, per cui fate molta attenzione". Più tardi Lucifer si trovava in via Magnolia 5. Si era vestito di tutto punto come un millionario che si rispetti e portava tra le mani un vassoio di dolci alla crema. Suonò il campanello che emise un suono simile ad un trillo. Di lì a poco, una figura slanciata uscì allo scoperto. Frank stava fumando una sigaretta elettronica quando Lucifer prese la parola in modo gioviale "buon pomeriggio. Lei deve essere il signor Frank. Io sono Lucifer, il nuovo vicino di casa. Ecco a lei". Mentre diceva questo, gli porse il vassoio. Frank aprì totalmente la porta e lo invitò ad entrare "prego. Si accomodi pure". Come l'esterno anche l'interno era lussuoso. Doveva essere un pezzo grosso. Ad ogni modo, l'ospite venne guidato fino al salotto, dove erano disposte delle teche lungo una parete. Come si aspettava, anche lui, come l'ex moglie, collezionava gioielli preziosi. Un motivo in più per rivolere indietro la collana di diamanti. Ma era troppo scontato per Lucifer. Non poteva essere così facile. Di lì a poco, parlarono di aste a cui Frank spesso partecipava. Quel ben di Dio, gioielli di ogni tipo, era stato dato al miglior offerente in circolazione. Lucifer smise di tergiversare e andò diritto al sodo "signor Frank, avete notizie di Ellis?". Frank venne colto alla sprovvista "La mia ex moglie? Bhe, lei fa la sua vita, mentre io la mia. Non ci parliamo molto". L' invitato colse la palla al balzo "ed è per questo che la stava per uccidere?". Frank rimase di stucco, con gli occhi spalancati "stai scherzando amico? Non farei mai una cosa del genere! l'è successo qualcosa?". Lucifer decise di utilizzare anche su di lui il suo potere. Quindi attaccò con la sua voce incantatrice "dimmi un po', Frank. Cos'è che desideri di più al mondo?" Frank era ipnotizzato dai suoi occhi neri "Io... io vorrei riconquistare Ellis. Mi manca da morire". Con ciò, Lucifer riprese da dove aveva cominciato "Sai che volevano ammazzarla questa mattina?". Frank non credeva alle sue orecchie "Cosa?! Oh Dio mio. Dimmi che non è vero". Lucifer allora espose l'accaduto nei minimi dettagli. Mentre raccontò di come il proiettile aveva perforato l'armadio, Lucifer ebbe un' illuminazione. Forse era il caso di mostrare a Frank la collana di diamanti. Quest'ultimo si meravigliò alla sua vista "questa la regalai ad Ellis molto tempo fa. Come fai ad averla tu?". Lucifer prontamente diede una valida spiegazione "sinceramente l'ho sottratta alla tua amata per ridartela indietro. Ma a quanto ho capito, tu l'ami ancora e non sapresti che fartene se non aggiungerla alla tua collezione". Frank era contraddetto e questo si capiva dalla sua espressione "tu, misero bastardo, perché gliel' hai rubata? È di sua propietà". Il "ladruncolo" si aspettava quella reazione "se l'ami tanto cerca di scoprire insieme a me chi vuole impossessarsi di questa collana. Adesso che non è più nelle sue mani, è in salvo. Devi far capire a chi la vuole che ce l'hai tu e non più lei.". Frank non capiva "chi vorrebbe questa collana? E tu come lo sai?". A dire la verità, Lucifer aveva sentito degli schiamazzi prima della sparatoia. Delle voci concitate avevano detto chiaramente "ce l'ha lei, ce l'ha lei. È al collo". Fino a quel momento, Lucifer aveva un' auricolare invisibile all'orecchio. Ad ascoltarlo c'erano Den e Chloe in un furgoncino. Successivamente, ora che era tutto più chiaro per Frank, si propose come aiutante "posso intuire chi le abbia fatto questo. I miei amici iperprotettivi e anche un po' violenti". Secondo Lucifer stava mentendo. Stava coprendo qualcuno "mi condurresti dai tuoi amici per fare una chiacchierata?". Frank non acconsentì " si insospetirebbero. Meglio se vada io". Lucifer insistette sul fatto che ci sarebbero andati insieme. Effettivamente fu così. Il signor Frank allora propose di utilizzare la sua jaguar rosso fiamma per raggiungerli. Si mise al volante, con affianco un Lucifer super eccitato per la nuova avventura che lo stava attendendo. Lui al contrario, tremava quanto una foglia spazzata dal vento. Temeva per la vita di Ellis, il suo unico vero amore. Se le fosse successo qualcosa, si sarebbe incolpato per tutta la vita. Durante il viaggio, della durata di circa un quarto d'ora, Lucifer percepì la tensione emanata dall'autista "dai, piantala di preoccuparti. Che sarà mai! Una donna vale l'altra.". Quelle parole lo colpirono forte quanto una frusta. Non poteva parlare di Ellis in quel modo "ma che razza di uomo sei? Tu non hai capito veramente niente!". Ed era vero. Lucifer non comprendeva quel genere di cose. L' affetto, l' amore in generale, gli erano completamente estranei. Anzi, evitava i sentimentalismi come la peste "quindi dobbiamo tutti pensarla allo stesso modo? Non mi pare sia il caso". Girato l'angolo, in direzione del Brickney park, si poteva intravedere il vecchio palazzo a cui loro puntavano. Scesi dall' auto, Lucifer portò con sé la collana di Ellis. Salirono le scale e arrivati al terzo piano, suonarono il campanello. Ad aprirli fu un ragazzo con la schiuma da barba sul viso "ehy ciao Frank! Buonasera anche a lei... signor?." L'interpellato rispose subito "Lucifer. Ma puoi anche chiamarmi Luci." Una volta entrati, si udì una televisione accesa. Trasmetteva la notizia della sparatoia "nelle prime ore di questa mattina, qualcuno ha sparato su un edificio ad Angeles Street. Sono state coinvolte due persone. Una donna e un uomo..." Su un divano rattoppato, sedeva un altro ragazzo che subito si alzò "ehy Frank. Chi è questo bell' uomo?". Detto questo fece l'occhiolino a Lucifer che si compiacque "come ho già detto, io sono Lucifer, un amico di Frank. Per la precisione sono l'uomo coinvolto in quella sparatoia". Joe non gli credette affatto "mi stai prendendo in giro?". Ma Lucifer stava tutt'altro che scherzando "è la verità. Voi ne sapete qualcosa?". In quel momento si intromise Marvel, quello con la schiuma da barba "A dire il vero, questa è la prima parola che sento. Si è fatto male qualcuno?". Che razza di domanda era mai quella, si chiese Lucifer "ti tranquillizzo su questo. Ma nel frattempo vai a farti la barba. Sei inguardabile". Marvel sorrise senza rancore e filò diritto nel bagno accanto dove alzò la voce per farsi sentire "fate come se foste a casa vostra!". Joe era come ipnotizzato da Lucifer al quale non tolse gli occhi di dosso "senti Luci, prima che tu beva qualcosa, ti va di continuare il racconto e dirmi come sei finito nei guai?". Il diavolo riprese subito parola "non sono esattamente io ad essere finito nei guai. Ma il vostro amico Frank. Vedete quella collana che ha tra le mani? Non la volevate tutta per voi?". Ad un tratto, sbucò dalla porta a fianco, Marvel, che adesso aveva il viso pulito "collana? Di cosa stai parlando? Noi non ne sappiamo niente." Lucifer non si spiegava però una cosa "come mai l'altro giorno stavate inseguendo me ed Ellis?". Frank era molto nervoso e voleva che in qualche modo Joe e Marvel stessero al suo gioco "dai ragazzi. Non fingete di non sapere. So... so che siete stati voi a sparare.  Ques... Questa mattina. Volevate vendicarvi del tradimento della mia ex moglie". Li fissò in modo eloquente.. Sembrava disperato. Infatti se c'era una cosa che non voleva, era che i veri delinquenti scoprissero che qualcuno stava dando loro la caccia. Frank conosceva i veri colpevoli e questo Lucifer lo sapeva. L' uomo inquieto continuò con la sua versione "Voi due. Sap... Sapete bene di cosa sto parlando. Lo so, lo avete fatto per il mio bene...". Dopo pochi istanti, i due coinquilini reagirono all' unisono "Ma Frank!...". Stava dicendo delle idiozie assurde. Marvel, quello più risentito, non ce la fece a trattenersi "Andiamo Frank, sai bene che non arriveremmo mai a tanto! E poi, Lucifer, se vi stavamo inseguendo era perché volevamo buttarvi addosso dei cavettoni!". Lucifer non si aspettava quella risposta "giusto!! era il primo di aprile quel giorno!". In quell' istante, un puntino rosso fu puntato sulla fronte di Frank. Si trattava di un cecchino... Lucifer se ne accorse subito "Frank abbassati!!!" e lo spinse giù con violenza. Si abbassò anche il resto del gruppo, per non essere i prossimi bersagli. Eccetto Lucifer, che era immune a qualunque pericolo. Il fracasso che seguí fu assordante. Proiettili su proiettili ruppero le finestre, andandosi a scontrare contro il vecchio divano rattoppato e il servizio di bicchieri in cristallo. Il tiratore scelto aveva fallito, chiunque fosse. Dalla loro postazione, Den e Chloe uscirono immediatamente allo scoperto. Chloe andò da Lucifer e gli altri, mentre Den cercava di capire chi avesse provocato quel putiferio. Dopo aver dato un calcio alla porta, Chloe verificò che nessuno si fosse fatto male "state tutti bene? Io sono dell' Lpd e sono qui per aiutarvi". Mostrò con decisione il distintivo. Fu una sorpresa per Lucifer vederla in azione "Ma wow signorina Chloe. Lei è proprio brava". Quest'ultima roteò gli occhi per il suo commento inopportuno "faccio solo il mio lavoro". Nel medesimo tempo, Den scoprì da dove provenissero gli spari e cioè da una torre di avvistamento. Lucifer non ne poteva più, era arrivato il momento di smascherare il segreto di Frank "Frank. Dicci la verità. Chi ce l'ha con te?". L' interrogato finalmente si decise a confessare, non senza provare vergogna "non vi ho detto la verità perché pensavo mi avreste preso per pazzo. Comunque sia, una settimana fa, una donna sulla trentina, mi ha fatto vedere il suo reale volto, demoniaco. Voleva che uccidessi colui che era in possesso della collana. Ovviamente si trattava di Ellis e non volevo assolutamente farle del male". Fece una pausa e poi continuò "anche altre persone mi hanno minacciato. I loro volti erano orribili come quello della donna". Lucifer era quasi sicuro che si trattasse della demone Maze "io credo di aver capito di chi si tratta. Me ne occupo io" e andò difilato verso la porta. La detective e il resto del gruppo rimasero di sasso. Come se ne poteva andare nel bel mezzo di un indagine? Chloe lo prese da una manica per trattenerlo, ma questo si liberò con vemenza "devo occuparmi di una faccenda!". Mentre affrettava il passo, la detective gli tenne presente che si sarebbero rivisti in tarda serata in centrale e quindi di condursi lì. La faccenda era trovare assolutamente Maze e vedere cosa volesse. Dove poteva essere andata? La sera di quello stesso giorno, Lucifer si mise alla sua ricerca e in breve tempo riconobbe la treccia rossa, andandole incontro. Era seduta su uno sgabello di un bar ed era di spalle. Quando scorse il suo viso, si rese però conto che non era Maze. Deluso dalla scoperta, Lucifer tornò al Lux. Ad attenderlo, seduta al pianoforte del locale, c'era la vera Maze che lo fissò in maniera seducente "chi si rivede... Luci". Lucifer che la conosceva bene, sapeva che voleva parlare con lui "dimmi cosa vuoi, Maze". La ragazza/demone non fece attendere risposta "vedi Luci, vorrei che il tuo amico Frank... ahaha... mi dasse quella collana. Molto semplice" e riprese a ridere. Il diavolo intuiva che qualcosa non tornava. Che farsene di una stupida collana? "e poi?... vuoi che io ritorni all'inferno?". L' interrogata aspettò un po' prima di rispondere perché era troppo impegnata a ridacchiare  "Esatto, Luci... Perspicace! Su ordine di tuo padre, devi ritornare da dove sei venuto. Ah... Dimenticavo. La collana era tutta una scusa... Per farti arrivare il messaggio.". Gli fece l'occhiolino con fare seduttivo. Allora non c'era sul serio qualcuno che voleva la collana. Tutto quel tempo perso ad indagare... Lucifer ci ragionò un po' su "hai mandato altri demoni a fare il lavoro sporco?". Maze che stava dondolando le gambe, a quanto pareva divertita, diede le sue risposte "bhe, se no chi altri? Ho espressamente ordinato loro di minacciare il signor Frank. E l'ho fatto anch'io. Mentre la telefonata spaventosa è stata tutta opera mia". Si sentì preso in giro, difatti reagì incollerito "come hai osato farmi questo, Maze?! Credevo stessi dalla mia parte. Non mi va di dirigere di nuovo l'inferno!". Come se non l'avesse ascoltato per niente, Maze prese a suonare il piano e intonò "caro Lucifeeeer, devi ritornareee all'infernooo.. Perché sei l'unico che puoi gestire la situazione lììì. Qui sulla terraaa, non c'è nessunooo a cui sei legatooo. La tua famiglia non sta in questo mondooo...". Lucifer non voleva sentire ragioni "dii a paparino che non ho alcuna intenzione di obbedirlo. La mia vera famiglia è quà". Visto che non era riuscita a convincerlo, Maze cambiò strategia. Smise di suonare e fissò intensamente Lucifer  "e se portassi insieme a te qualche umano? Intendo all'inferno?". Neanche questo lo persuase come avrebbe voluto "un umano? Ma che stai dicendo!?". Così Maze decise di dargli un' altra opportunità "ti do 24 ore di tempo a partire da adesso. Prendi la decisione giusta, Luci." e con ciò alzò i tacchi verso l'uscita. Sembrava una minaccia. Prima che lei varcasse la porta, Lucifer la sfidò "E se io non facessi ciò che tu vuoi? Cioé quello che vuole nostro padre?". A 2 metri di distanza, la demone, che adesso non gli dava più le spalle, contraccambiò lo sguardo "sarà peggio per te". Cosa avrebbe detto agli altri? Che aveva scoperto cosa si celava dietro le sparatoie? Non c'era nulla da preoccuparsi. Avrebbe inventato una scusa. Perciò si diresse in centrale, dove ad attenderlo c'erano I due detective, Chloe e Dan, inclusi Frank e i suoi due amici, Marvel e Joe. Erano tutti risentiti per il suo comportamento. Andarsene di punto in bianco non era stata un ottima idea "scusate la mia assenza. Stavo indagando personalmente su questo caso". Solo in quel momento si resero conto che il bel vestito elegante di Lucifer era pieno di buchi. Chloe si meravigliò mentre lo guardava lisciarsi la giacca. "com'è possibile? I proiettili non ti hanno scalfito..." Come c'era da aspettarsi, Lucifer fece dell'ironia "mi volevi forse morto? Posso chiedere a chi a sparato di riprovarci, se vuoi". Chloe non poteva permettersi di venire presa in giro da uno sconosciuto. Si schiarì la voce per essere più chiara possibile "senti. Mi fa piacere che tu stia bene. Ma quello che non capisco è come hai fatto a non subire nemmeno un danno. Sei stato quello più colpito". Lucifer in quel momento non sapeva veramente cosa dire. Non fece nemmeno in tempo a parlare che tutto ad un tratto il tempo in torno a lui si fermò. Gli umani che lo circondavano si pietrificarono. C'era chi era rimasto fermo a sorseggiare il caffé, chi stava salutando un collega oppure la detective Chloe con un espressione alquanto irritata. Anche il pulviscolo si era fermato. Eccetto lui e... suo fratello.

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⏰ Son güncelleme: Jul 03, 2022 ⏰

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