𝒐𝒕𝒂𝒊𝒓𝒂𝒖𝒒𝒊𝒕𝒏𝑨 𝒊𝒄𝒄𝒖𝑩 𝒆𝒓𝒓𝒂𝒔𝒔𝒂𝒅𝒍𝒂𝑩 𝒐𝒏𝒂𝒊𝒕𝒔𝒂𝑩 𝒆𝒓𝒂𝒍𝒐𝒕𝒊𝑻

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eralotiT
iccuB errassadlaB onaitsaB


Questa scritta stava sulla porta a vetri di una botteguccia, ma naturalmente così la si vedeva solo guardando attraverso il vetro dall'interno del locale in penombra.

Fuori era una fredda, grigia giornata dicembrina e nevicava in abbondanza. La neve ormai sciolta in goccioline correva giù lungo il vetro, sopra gli svolazzi delle lettere. Tutto ciò che si riusciva a vedere attraverso il cristallo era un muro macchiato di neve appestata dallo smog, altrettanto grigio quanto la stagione, dall'altro lato della strada trafficata.

D'improvviso la porta venne spalancata con tanta violenza che un piccolo grappolo di campanellini d'ottone sospeso sul battente cominciò a tintinnare tutto eccitato e ci volle un bel po' prima che si rimettesse tranquillo.

Causa di quello scompiglio era un ragazzino basso e rachitico, di forse dieci, undici anni. Le ciocche pel di carota gli ricadevano bagnate sul viso, la giacca di jeans era molle e inzuppata e tutta gocciolante; alle spalle, trattenuto solo per miracolo alle cuciture, portava uno zaino di scuola.

Era piuttosto pallido e senza fiato ma, in contrasto con l'affanno che lo aveva condotto fin lì, ora se ne stava sulla porta, immobile, come se avesse messo radici.

Davanti a lui si apriva una stanza lunga e stretta che si perdeva verso il fondo nella penombra. Alle pareti c'erano scaffali che arrivavano fino al soffitto, zeppi di libri d'ogni formato e dimensione. Sul pavimento stavano accatastati mucchi di volumoni « infolio », su alcune tavole erano ammassate montagne di libri più piccoli, rilegati in pelle e dal brillante taglio dorato o argentato. Da dietro un muro di libri, alto quanto un uomo, che si levava all'estremità opposta della stanza, veniva il bagliore di una lampada. In quella luce si levava di tanto in tanto un anello di fumo che s'ingrandiva salendo per poi andare a dissolversi in alto, nel buio. Pareva uno di quei segnali che usano gli indiani per mandarsi notizie da una montagna all'altra, o i pittoreschi giochi di fumo, per l'appunto, che potrebbe fare Gandalf durante una competizione amichevole con Bilbo Baggins. Evidentemente laggiù c'era proprio suo zio in persona e in effetti il ragazzo udì ora una voce piuttosto affettuosa che dietro la parete di libri diceva, frammista al riso:

« Abbiamo un altro visitatore o inizio ad avere le allucinazioni, Occhi d'Oro? Senz'altro, altrimenti non sentirei questo strano freddo improvviso! »

Il ragazzo arrossì e chiuse piano la porta. Poi si accostò alla parete di libri. « Sono il solito imbranato, zio... scusa », rispose con un mormorio avvicinandosi oltre l'angolo; e lì, superata la parete di libri, in una grande poltrona di cuoio rattoppato e dallo schienale alto, trovò seduto suo zio. Indossava un vestito verde oliva tutto puntellato di briciole e zabaione, naturalmente fuori taglia per la sua pancia prominente, che aveva anche l'aria di essere molto vecchio e non poco polveroso. L'uomo aveva una bella pelata da frate, perché solo sopra le orecchie si drizzava verso l'alto una ghirlanda di capelli bianchi. Aveva una faccia arrossata, gottosa oltre ogni dire, e la bocca ancora sporca di brioche. Sul gran naso a patata appena schiacciato troneggiavano gli occhiali cerchiati d'oro finto. Una gran pipa lunga e appena ricurva gli pendeva all'angolo della bocca che ricadeva perciò tutta storta da una parte, nemmeno si fosse trattato veramente di un Hobbit della Contea in balia dell'erba pipa. Sulle ginocchia teneva un libro che evidentemente stava leggendo, perché, richiudendolo di colpo, aveva lasciato fra le pagine l'indice grassoccio della mano destra, come segnalibro, per così dire.

Ora con la sinistra si tolse lento gli occhiali, osservò il nipote che gli stava davanti gocciolante, aggrottò la fronte e spalancò gli occhi, cosa che aumentò l'espressione comica e placida, e disse soltanto: « Oh, Santi! Oh, Occhi d'Oro, come sei ridotto? » Poi riaprì il libro e riprese a leggere e mangiare.

ʟᴀ ꜱᴛᴏʀɪᴀ ɪɴꜰɪɴɪᴛᴀ.  ᴇ. ᴇ. ᴇ (IN CORSO)Where stories live. Discover now