TONY

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Eccomi qui. In un appartamento di Cardiff, sposato con una donna meravigliosa, Meredith, a lavorare come architetto. Non me lo sarei mai immaginato 5 anni fa, ero solo un cazzo di ragazzino che amava tornare a casa ubriaco fradicio, sniffare cocaina e illudere le ragazze. Io sono Tony, Tony Stonem, e questa è la mia vita, la mia nuova vita.

Quando ricevetti quella telefonata, l'anno scorso, mi crollò il mondo addosso. Sentivo il peso di ogni singolo rimorso e rancore sulle spalle, e non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi.
“Tony, giusto? Siamo del dipartimento di polizia di Londra, sua sorella Elizabeth ha commesso una truffa, un reato, e di conseguenza la stiamo per portare in prigione, dove avrà il tempo che necessita per riflettere e pensare alle sue malefatte. Sarà possibile effettuare una visita a partire dalla prossima settimana, non prima. Buona giornata.”

Sapevo che Effy era una persona intelligente. La persona più intelligente che io abbia mai conosciuto. Un così dolce faccino e una così astuta e furba mente. Effy conosceva i punti deboli di chiunque, meno che i suoi. È come se il cervello di qualsiasi persona che le stessa accanto fosse un Monopoli: era perfettamente in grado di agire nell'ombra senza mai perdere una singola volta. Effy era così: la sua apparenza ingannava di brutto.

Da Cardiff ho preso il primo volo disponibile per Londra e l'ho trovata dietro a una tavola di plexiglass, seduta su una sedia, desolata ed affranta. Nonostante i suoi sentimenti, sulle sue labbra sottili regnava sovrano quel ghigno misterioso che ha sempre avuto da quando aveva 4 anni.

“Non sei felice di vedermi così immagino.”
“Perché l'hai fatto?”
“Perché non farlo?”
“Tu sei pazza, Effy. Sei completamente fuori di testa. Ora passerai 10 anni della tua vita chiusa qui dentro assieme a delinquenti, falliti e malati mentali. Sei felice? Hai ottenuto ciò che volevi? Hai ottenuto l'odio di tutti? Ti amava chiunque quando non parlavi. Eri adorabile. Hai aperto bocca ed eccoti qui.”

Credo che quella frase l'abbia ferita nel profondo, perché non appena ho smesso di parlarle si è alzata ed è andata via con la testa fra le mani. Potevo risparmiarmele certe parole, ma sono fin troppo schietto e impulsivo per tenermi dentro anche l'evidente.

Mentre ero all'università non parlavo mai con Effy. Ogni tanto parlavo con la mamma però. Mi aveva raccontato del papà, del suo amante, delle sue vacanze a Roma, ma non mi aveva mai fatto sapere niente di Effy. Pensai fosse sparita nel nulla o cose del genere finché non mi arrivò quella chiamata dalla polizia.

All'università, beh, non ho mai pensato a studiare, infatti l'ho mollata appena un anno dopo averla iniziata per lavorare come architetto: roba impegnativa per me Cardiff. L'unica cosa positiva, forse, era il fatto che le sigarette gallesi costassero meno rispetto a quelle di Bristol.

Qualche giorno dopo la mia partenza ricevetti una chiamata da Sid. Sì, proprio Sid, Sid Jenkins. Il mio migliore amico che a mie spese ho mandato a New York per ritrovare il suo cuore in una ragazza magrolina, bionda e loquace: Cassie.

“Ehi Tony! Come butta nel Galles? Io sono a New York City, è una bomba atomica. Io e Cassie siamo stati a Los Angeles ieri, da sballo, wow. L'ho persino convinta a mangiare un hamburger senza vomitare o senza fingere. Mi sento l'uomo più felice del mondo. Salutami Cardiff e divertiti!”

Non sapevo che quella sarebbe stata l'ultima volta che avrei sentito la voce di Sid.

Ma andiamo avanti e spostiamoci a York.

Mi dispiace illudere le vostre aspettative, ma Michelle e io non tornammo insieme. Michelle sposò uno della sua università che aveva origini sudamericane credo, si chiamava Miguel. Michelle, Miguel, che contrasto.  Ebbero due figli gemelli, poi lei scoprì che lui la tradiva con una polacca e gliela faceva sotto il naso tutti i giovedì sera. So semplicemente che si sono separati, ma non mi ricordo il resto della storia.

Michelle aveva bloccato le mie chiamate e non voleva più vedermi o parlarmi. Chiamai la sua sorellastra Sharon per chiederle di parlare civilmente con Michelle, ma a questa mia richiesta mi fu risposto che la avevo fatta soffrire troppo e che non voleva più avere a che fare con me. Plausibile, immagino.

Sono sempre stato uno stronzo manipolatore. Non ho mai amato le relazioni stabili, le regole, la vita serena. Sono sempre stato leggermente tossico, credo.

Con gli altri del gruppo una volta finito il college non ho più parlato. Gli unici che ho colto l'occasione di sentire all'università sono stati proprio loro due. Michelle e Sid. Le due persone che mi hanno reso una persona migliore.

Un giorno accesi la televisione e vidi Maxxie che si esibiva su Britain's Got Talent insieme al suo ragazzo, e Anwar che nel frattempo faceva il DJ, remixando canzoni e roba simile. Chi se lo sarebbe mai aspettato? Dopotutto Maxxie era solo un ometto frocietto quando ci siamo conosciuti e ora guardalo, in TV nazionale a ballare per Cowell. Vinsero quell'edizione e ricordo le lacrime che piansi sulla spalla di Meredith pensando ai ricordi che avevo assemblato insieme a Maxxie e Anwar. D'altronde oltre alla mia parte tossica ho anche un lato tenero, insomma.

Meredith ha i capelli ricci e castani. Meredith ha gli occhi azzurri e il naso alla francese. Meredith è alta e sensuale. Michelle.... Meredith, volevo dire, ama ballare e vestirsi alla moda. È una stilista infatti. L'ho chiamata Michelle per caso?

Ammetto che forse ho ancora qualcosa per Michelle, e che il rimorso di non averla rincorsa a York per gridarle una volta per tutte “Ti amo davvero, cazzo!” mi logora l'anima.

Meredith somiglia molto a Michelle, e un po' odia il fatto che qualche volta la chiamo “Capezzola”.
Come Michelle.

Ho smesso di usare droghe. Non fumo più canne. E non dormo più in un paio di lenzuola porno. Non so che fine hanno fatto i miei genitori. Sono un architetto di fama nazionale. Che porta sulle spalle il peso di essere stato un grande coglione da ragazzo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 29, 2021 ⏰

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