MARIO, UNA VITA FA

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1 - PIGNORAMENTO

E cosa dovevo metterci sul letto, se non la cocaina?

Di tutte le cose, di tutta la montagna di roba, televisori ultimo modello, accatastati uno sull'altro, macchine fotografiche, sistemi HI/FI, sculture, dipinti miei e degli amici, una bicicletta Bianchi professionale da corsa che utilizzavo per andare dalla camera da letto al bagno, o alla cucina, o con cui facevo il giro del tavolo in salotto per tenermi allenato, ecco di tutta quella montagna di roba, l'unica cosa che volevo conservare era lamia bustina di cocaina. E la ragazza, naturalmente, Alice, che aveva compiuto diciotto anni da due settimane.

Giravano decine di storie su quella cosa che l'Ufficiale Giudiziario non può pignorarti il letto dove dormi e tutto quello che riesci a metterci sopra. C'è gente, avevo sentito dire, Cristo!, che sul letto ci metteva gli armadi, le sedie, i tavoli, l'argenteria di famiglia, e quando arrivava, l'Ufficiale Giudiziario trovava tutta la cazzo di casa ammassata sul letto.

Invece, quando sono entrati da me, dopo che il mio maggiordomo gli aveva aperto il portone prima e poi la porta, hanno trovato tutto a posto, cioè in un disordine pazzesco, ma a loro disposizione, i televisori, le reflex, la bicicletta, anche la chitarra di Keith.

Mi sa che non la scorderò mai la faccia dell'avvocato quando Alice ha detto, Mario devo andare in bagno, si può?, e io le ho risposto certo, il cesso celo lasciano, vero che ce lo lasciate, avvocato?, e lei così si alza e esce dalle lenzuola completamente nuda, come se fosse la cosa più naturale del mondo, e attraversa la stanza, e l'avvocato gli casca la mascella sotto le palle, che sue seni che stanno così dritti non li ha mai visti, e il culo che sembra la cupola della basilica della salute a Venezia, e invece l'Ufficiale Giudiziario, che non era la prima volta che veniva a casa mia, si gira dall'altra parte e fa, allora, cominciamo?

Tira fuori dalla borsa carta e penna e si accomoda sul tavolo del salone e comincia a scrivere.

E lì, lo ammetto ho esagerato, ma è stato più forte di me.

Insomma, fatto sta che mentre quei due cominciano a fare un elenco delle cose che si vogliono portare via, e i due poliziotti, pure la forza pubblica si è assicurato l'avvocato, si guardano intorno e uno riconosce la chitarra e l'altro sbircia la foro di Eleonora incorniciata sul comodino, insomma, io infilo un dite nella bustina sotto le coperte, me lo inzacchero ben bene, poi lo porto al naso e aspiro così forte che praticamente rimbomba tutto; Alice nel frattempo ritorna, mi piglia il dito e se lo lecca, pulendolo di tutta la polverina che era rimasta appiccicata.

Il poliziotto, che secondo me non aspettava altro, interviene e prende la ragazza di spalle, mentre il suo collega si occupa di me che mi stavo lanciando contro il primo; in meno di un secondo mi ritrovo le mani ammanettate dietro la schiena, e mi tirano fuori dal letto e lì si accorgono che sotto sono nudo pure io e quando lo         vedono a penzoloni il poliziotto mi leva le manette e mi ordina di vestirmi; io faccio un po' di resistenza, e che cazzo!, e quello ne approfitta e mi tira un bel cazzotto proprio sul naso.

Scoppia un gran parapiglia, e pure Alice intanto si è divincolata e prende il poliziotto per le spalle ma quello se la scrolla di dosso con una gomitata e la scaraventa contro il muro. Fatto sta che il sacchetto finisce in aria e la polvere si sparge dappertutto, evidenziata dalle lame di luce che passano dalle tapparelle accostate, e sembra che la stanza sia quella di un neonato che ha fatto il bagno nel borotalco, e ne avranno sniffata anche loro ormai penso, e mi viene da ridere, e infatti si calmano tutti, ci fanno vestire e ci portano via ammanettati.

Sotto, un giornalista mi scatta una fotografia che nel pomeriggio farà il giro delle redazioni, e io faccio un po'         di show, non me li leggete i Miranda, gli dico, e tu che cazzo ne sai dei Miranda?, mi fa quello più cazzuto, e io gli ribatto guarda a me i Miranda me li hanno letti la prima volta che tu ancora te la facevi nel letto, a New York con Mick e Marianne che andavamo in giro alle quattro di mattina, dopo aver bevuto ogni intruglio possibile, legale e illegale e avevamo fame e abbiamo provato a scassinare la serranda di un fast food; e mentre dico così continuo a guardare la faccia dell'avvocato che si lamentava con l'Ufficiale Giudiziario che dovevano proseguire col pignoramento e quello gli faceva, domani, domani, tanto mica scappa, e infatti io non sono mai scappato, solo che l'avvocato ci contava sui soldi e sul titolo in cronaca per aver pignorato la chitarra di Keith al grande artista maledetto, e invece sene deve andare col naso incipriato e nella testa e nelle palle il ricordo di Alice nuda che va al bagno, e ci scommetto la vita, quel poco che me ne rimane, che col cazzo che l'ha raccontato 'sto fatto alla moglie, a casa.

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⏰ Last updated: Nov 09, 2021 ⏰

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Mario, una vita faWhere stories live. Discover now