The first time he kissed a boy // 𝐿𝑎𝑛𝑔𝑎 𝑥 𝑅𝑒𝑘𝑖

Capitolo 2

Langa si addormentò quella notte, ripetendo quel bacio nella sua mente, fino ad addormentarsi.
Così come fece la mattina seguente, appena sveglio lavandosi i denti, pensando a quanto fosse morbida la bocca di Reki, al modo tenero e goffo con cui si muovevano le sue labbra, al suo viso così vicino da permettergli di scorgere ogni cicatrice sbiadita, causata da tutte le sue cadute sullo skateboard.

Mentre Langa si stava preparando il pranzo in cucina, si perse in un altro sogno ad occhi aperti, in cui Reki appoggiando le braccia contro il muro e rideva nervosamente. "Non credi che ci beccheranno?" chiedeva Reki, mentre Langa si voltava rispondendo con un sussurro, "No", perché nel sogno, Langa era sicuro di sé. Così, Reki arrossì lievemente e poi...

"Langa", disse sua madre, e lui sussultò: "Ah!" e quasi lasciò cadere il suo cestino del pranzo.

Imbarazzato, si raddrizzò e si voltò. Sua madre inclinò la testa, chiudendo il cardigan davanti al pigiama.

"Farai tardi a scuola", lo rimproverò, ma poi aprì le braccia e gli fece cenno di abbracciarla.
Anche se si sentiva sempre in imbarazzo a farlo con sua madre, doveva ammettere che dava proprio dei begli abbracci. Oggi chiuse anche gli occhi quando gli diede una pacca sulla schiena.

"Buona giornata", disse, goffamente, quando la lasciò andare.

"Anche a te," disse lei, spostandogli i capelli via dal viso, e quando Langa uscì fuori per salire sul motorino, si sentì un po' più sollevato rispetto alla scorsa notte, quando era andato a dormire con un bisogno urlante di coccolare Reki.
Alla fine, erano ancora amici, si rassicurò. Era abbastanza. Era abbastanza. È abbastanza.

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Non era abbastanza.

Reki aveva i piedi sul bordo della sedia di Langa, le gambe in equilibrio sullo schienale, e parlava con entusiasmo dei suoi disegni, mostrandoli a Langa uno per uno, e ogni volta diceva, "Oh oh oh!"
Il suo cuore si stava sciogliendo. Dio. Non gli starebbe battendo così velocemente nemmeno se stesse correndo giù da una collina a 25km/h, e ora era semplicemente seduto sul suo banco, guardando le dita fasciate di Reki che indicavano dei disegni a matita macchiati, eppure, il suo cuore gli batteva così forte contro il petto che gli faceva male.

Voleva chiedergli di vedere i disegni da vicino. Voleva tracciare le linee che Reki aveva tracciato con il dito, come se così avesse potuto decifrare anche il suo cuore.

Ma troppo presto, il loro insegnante aveva richiamato l'attenzione della classe, e Reki rivolse a Langa un sorriso, tirando fuori un po' la lingua. Tuttavia, anche se sapeva che Reki stava solo cercando di fare una faccia buffa, il suo cuore saltò un battito mentre si giravano tutti verso la lavagna.
Amava Reki, come amico, voleva essere suo amico per sempre, ma ora stava pensando di nuovo alle sue labbra, e all'idea di sdraiarsi nel suo letto tra le sue braccia, ascoltandolo parlare all'infinito di ogni disegno che avesse mai fatto.

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"Andiamo allo skatepark", disse Reki il giorno dopo. "Voglio farti dei video."

Così Langa lo seguì allo skatepark, dove rimasero insieme fino al tramonto, poi andarono al mini-market per delle granite. Si sedettero sul marciapiede mentre mangiavano, e Reki aveva tenuto premuto il suo braccio contro quello di Langa per una benedetta mezz'ora. Voleva baciarlo; infondo, Reki aveva detto che potevano esercitarsi di nuovo, ma non riusciva a smettere di chiedersi, disperatamente, quando.

Ma poi il cielo si fece scuro, si diedero la buonanotte, e Langa si svegliò di nuovo, a notte fonda, pensando a lui.

Forse se baciasse meglio, pensò, allora Reki avrebbe voluto fare pratica più spesso. Forse avrebbe considerato Langa come un vero esperto. Forse avrebbe cominciato a provare dei sentimenti per... no. No, non poteva iniziare a fare questi ragionamenti, ma voleva comunque migliorare.
Strinse un accordo con se stesso il giorno successivo, durante la lezione. Era apparso imbranato l'ultima volta, non sapeva cosa fare con la lingua, ma la prossima volta sarebbe stato più preparato.