Attraversando la via principale del distretto, passai di fronte all'ESPRIT TOKYO: l'insegna era stata sostituita per far fronte all'usura del tempo, ma per il resto nulla sembrava cambiato. Come potei già immaginare, il locale era chiuso, quindi non avrei potuto tenerlo in conto come prima tappa per la mia ricerca.

Proseguii allora con la mia camminata, giungendo nella zona dove, se la memoria non mi ingannava, Ran aveva vissuto con suo fratello Rindou. Era una condominio quasi fuori dal contesto, troppo semplice e piuttosto ordinario per il quartiere dove era stato costruito, ma forse ancora adatto per chi doveva nascondersi dalla polizia cercando di passare il più inosservato possibile.

Salii sulle scale che avrebbero portato al loro appartamento, percorrendo passo dopo passo un breve tragitto che era rimasto impresso nella mia mente anche dopo tanto tempo dall'ultima volta che lo avevo effettuato. Arrivai di fronte alla porta sul cui campanello era indicato, seppur sbiadito, il nome dei due inquilini.

Misi la mano sulla maniglia d'ottone e, decisa, l'abbassai distinto, salvo poi fermarmi. Avrei dovuto suonare il campanello? Ma che dico! Forse la domanda giusta è: era opportuno fare quello che stavo facendo? Avrei dovuto essere meno avventata?

Non ebbi tempo di rispondere a quelle domande, perché non appena sentii il dirimpettaio abbassare il chiavistello decisi di andarmene e corsi fino alla fermata della metropolitana più vicina. Se davvero dovevo (o forse volevo?) trovare Ran, sarebbe stato meglio procedere con la massima cautela e farsi cogliere in flagrante nel tentativo di entrare nel suo appartamento non rientrava nella lista delle cose più convenienti in quel momento.

*

-Ancora non capisco perché tu insista a tornare qui, in questa misera topaia, nel cuore della notte, almeno una volta al mese.- disse Rindou con tono estremamente seccato al fratello maggiore.

-Devo cercare una cosa.-

-Ancora?! Qualunque cosa sia, l'avrai cercata un centinaio di volte!-

-Smettila di urlare, prima che qualcuno ci senta e chiami gli sbirri.-

Seppur ad un volume più basso, il battibecco tra i due fratelli non si concluse. Salirono i gradini che portavano al loro vecchio appartamento, che negli ultimi anni non era stato abitato da nessuno ed era rimasto vuoto, accogliendo soltanto i due Haitani in questi rari, seppur reiterati, ritorni al passato.

Nonostante non fosse neanche lontanamente paragonabile a quello dove viveva attualmente, era stato comunque il luogo dove lui e suo fratello minore avevano vissuto gli anni d'oro come padroni di Roppongi e, inevitabilmente, una parte di lui era rimasta lì.

-Vedi di fare in fretta. Dopo tutti gli incarichi svolti stanotte, voglio solo tornare a casa!-

-Rin, ti ho detto di chiudere il becco!- rispose tagliente il maggiore -Torneremo subito, dammi solo il tempo di trovare la chiave e...-

Si interruppe. Non parve nemmeno più sentire le lamentele del fratello, perché la sua attenzione era ora focalizzata su un piccolo dettaglio che sarebbe passato in osservato ad anima viva. Tranne lui, ovviamente.

-Rindou...-

Nessuna risposta.

-Rindou...-

Ancora niente.

-RINDOU!-

Questa volta il suo richiamo andò a segno e zittì il fratello minore.

-Che c'è?-

-Guarda bene la maniglia.-

-Cosa c'è che non va?-

-Osservala attentamente. L'ultima volta che siamo venuti qui era a posto. Mi spiego meglio: era dritta, mentre adesso sembra che stia cedendo. E infatti, se guardi bene la parte dove dovrebbe essere avvitata, ora non è più ben salda alla porta. Anzi, una vite è caduta proprio qui, sul pavimento! Questo vuol dire che qualcuno ha provato ad aprirla senza avere la chiave.-

-Ma chi entrerebbe nell'appartamento abbandonato di un condominio così squallido, Ran?-

-Beh, nessuno ha mai saputo che noi abbiamo vissuto qui, né i membri delle gang con cui abbiamo combattuto anni fa, né tantomeno gli altri della Bonten. Escludendo quindi che si tratti di qualche nostro nemico o alleato, solo un'altra persona, all'infuori di noi due, ha messo piede qui.-

Rindou sospirò e si appoggiò alla parete, non reggendosi più in piedi per la stanchezza.

-Smettila di inseguire le chimere. Credi davvero che sia stata lei?-

-E chi se no? Piuttosto, se davvero le cose stanno così, sai cosa significherebbe?-

-Fai finta che te l'abbia chiesto, così avrai il piacere di illuminarmi.-

Il maggiore degli Haitani rivolse al fratello un sorriso a trentadue denti, prima di parlare: -Significa che, prima ancora che io mi sia mosso, lei sta venendo da me. Vuole venire da me, Rin!-

In quel momento, il fratello minore ricevette una chiamata dal capo, per cui decise di allontanarsi dal pianerottolo per evitare che, attraverso quelle pareti troppo sottili, qualche curioso potesse sentire i loro loschi affari.

Scese quindi nel parcheggio antistante il condominio, lasciando Ran solo davanti a quella porta.

-Reiko, sei tornata davvero per me, allora! E adesso, cosa dovrei fare? Palesarmi o darti tempo di raggiungermi?-

Snuff (Ran Haitani FF)Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu