I tomi di Vernavel

La nascita di un anima

La carrozza continuava a camminare nella stretta strada fatta di pietra, mentre Leeto osservava i tre uomini che loro malgrado viaggiavano con lui nel retro di questa, non era una carrozza di passeggeri, ne una carrozza merci, ma era un convoglio di prigionieri che stavano per essere giustiziati, e Leeto era uno di loro.

l' uomo seduto di fronte a lui era un possente Nordico, corazza robusta, grigia, con la mandibola di un animale come copri collo, stonava un pò con il resto della corazza, ma sicuramente aveva un grande impatto scenico, lunghi e oleosi capelli castani, quasi sul rosso, occhi verde smeraldo, e mascella molto pronunciata, coperta da una timida manciata di peli.

il secondo uomo quelle accanto al primo, era magro, vestito di stracci una canotta e un pantalone che sembravano derivare da un sacco contenente le patate, capelli di media lunghezza, castano scuro, aveva dei sandali improvvisati con delle corde e dei pezzi di legno, uno sguardo impaurito e pieno di domande, era chiaramente stato vestito in quel modo da chi lo aveva catturato, quelli erano gli abiti di un prigioniero.

il terzo ed ultimo uomo, sedeva alla sinistra di Leeto. era simile al primo, ma aveva una corazza molto più imponente, era sicuramente qualcuno di importante per qualcun altro, capelli lunghi fino alla shchiena, barba molto folta anche se coperta da un bavaglio, occhi azzurri quasi celesti e sguardo fisso sulla strada già percorsa, come a contemplare il fatto che sicuramente l' avrebbe ricalcata.

Leto era un ragazzo di 35 natali, corporatura media, magra di stazza ma un fascio di muscoli, al momento della cattura aveva i capelli lisci che gli arrivavano agli zigomi, una barba dovuta alla poca cura che si era potuto dedicare in quei giorni, e una cicatrice non permanente che gli correva lungo l' occhio sinistro, dovuta alla battaglia prima della cattura. 

ad un tratto il compagno di ''viaggio'' di fronte a lui si rende conto che Leeto si è svegliato, lo guarda con un mezzo sorriso in volto e gli dice:

??? - oh ma guarda, il dormiglione si è svegliato, stiamo quasi per arrivare, prepara la tua preghiera per gli dei

Leeto lo guardò stando in silenzio, in quel momento per lui ogni parole o domanda erano superflue, sapeva dove si trovava, dove stava andando e per quale motivo, l' uomo di fronte a lui  che aveva appena parlato lo capì, per tanto si voltò verso il passeggero accanto, quello vestito di stracci e gli disse

Marcus - e tu perchè sei qui, qual' è il crimine di cui sei stato incolpato.

il seocno prigionieri si volto verso di lui, con sguardo disprezzante, ed esclamò con voce infastidita:

prigioniero - Io ho solo rubato un cavallo, e per tanto sto per essere giustiziato, ma la verità che che se non fosse stato per la stupida guerra intestina che state combattendo voi nordici, questo misero crimine sarebbe stato punito con due giorni di prigione, invece adesso tutte le azioni sono amplificate, voi Nordici state portando solo discordia a Vernavel.

Marcus - Ormai non contano più i pensieri, siamo tutti fratelli e sorelle in catene, che tu sia un guerriero ribelle Nordico o un ladro di cavalli, il problema non è tanto il crimine ma il giudice che da la sentenza, per tanto evita di dare la colpa a noi, ma prenditela con chi è realmente colpevole, l' alto consiglio.

L'alto consiglio, era una fazione nata dai nobili Nordici, che avevano deciso de elevare il proprio ceto sociale a giudici e giuria, ed avendo il potere economico per farlo, iniziarono a dettare leggi a Vernavel, regione Natale dei nordici.

Il problema però, era che quest' ultimi erano spietati e senza pietà, e per far valere il movimento politico che avevano creato, non si facevano scrupoli a giustiziare anche i propri simili.

A questo movimento quindi, si oppose un secondo movimento, con meno potere economico, ma con la stessa tempra del primo, La nebbia silente, un insieme di Nordici ribelli, decisi a far si che a Vernavel rimanga lo stato sociale libero di un tempo. Marcus fa parte di quest' ultimo.