Capitolo 1

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POV ANYA

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POV ANYA...

Sono nella mia camera da letto, sono fissa nello specchio guardando il mio corpo pieno, non è grasso per niente, ma, questi rotolini non danno giustizia a questo bellisimo vestito che mia madre ha acquistato per me.

Oggi compio diciotto anni e, tutti i miei "amici" sono stati invitati, anche Thomas ma solo per la serie è "costretto" a venire qui tutti gli anni solo perché i suoi insistono.
Sono consapevole che non gradisce più la mia compagnia, da qualche anno ci siamo allontanati frequentando diverse persone, cioè lui ha frequentato diverse persone, io preferisco stare nell'ombra per non essere presa in giro.

Ho cercato di fare diete, sport e chi più né ha, né metta! I risultati?  Risultano vani...
E di certo Thomas non mi è mai stato di aiuto, anzi, ha cercato di umiliarmi insieme ai suoi amici, facendosi beffa di me.

Sono abituata a tutto questo, quindi per una volta all'anno faccio finta che vada tutto bene, che le persone che sono qui stasera sono qui per me, anche se... sono sicura che se ne approfittano per entrare nel castello della contessina, ed essere stati invitati dall'alta società della monarchica canadese solo per farsi belli a gli occhi degli altri.

- Sei stupenda! - esclama mio padre mentre si avvicina facendomi il complimento a me gradito posa le sue labbra sulle mie guance per poi farmi gli auguri.

- Auguri! - mio padre è sempre dolcissimo con me, sono commossa per il suo gesto.
Mia madre fa lo stesso porgendomi un bellissimo sorriso, sono due genitori fantastici, premurosi, bè, ogni tanto mia madre cade sulle mie forme sgridandomi - Devi tenerti di più. - mi ripete sempre. Che ci devo fare?
Per questo non la condanno, lei è perfetta, bellissima.

Si avvicinano i genitori di Thomas con il fratello maggiore Peter, ha ventisei anni, loro tre sono sempre stati gentili con me, soprattutto Peter siamo sempre stati confidenti, ci vogliamo bene.
I genitori di Thomas mi fanno gli auguri per poi parlare subito dopo con i miei, io e Peter ci allontaniamo per andare a prendere da bere e rimanere un po' soli.

- Ti sta molto bene questo vestito. - si complimenta Peter.
- Sei troppo gentile, poi non fai testo mi vuoi troppo bene e il tuo giudizio non è neutrale caro Duca. - mi metto a ridere.

- Ed è vero, ti voglio bene ragazza con il caschetto ma questo non vuol dire che non lo penso. - mi pizzica una guancia.

Peter è un bravo ragazzo, amico, fratello, lui al contrario di Thomas non mi ha mai lasciata da parte, anzi usciamo spesso insieme, lo accompagno da Denise una cameriera bellissima che lavora in un pub qui a Montreal, sono una specie di copertura così che lui la possa vedere.
Sì, proprio così, non appartiene alla aristocraticazia e anche se siamo nel XXI secolo le regole non cambiano. Ma loro si amano, si desiderano... come posso tirarmi indietro? Tiferò per loro, sempre.

-  È venuto a farti gli auguri? - mi domanda distraendomi dai miei pensieri. Mi metto a ridere.
- Che domande fai? Certo che no! Sai che vergogna stare vicino alla contessa balena stramba. -
Continuo a ridere.

- Smettila, è inutile che fingi con me Anya, lo so che provi qualcosa per lui. - gira il dito nella piaga.
- Cosa cambia saperlo, eh! Dimmi Peter, l'unica che posso fare è ridere sopra alla questione. - taglio corto.
- Tu, ti sottovaluti Anya O'kelly hastag balena stramba. Sei bellisima. E quando Thomas se ne accorgerà tu cambierai opinione di te stessa. Fidati. -  Rido per l'hastag e le sue dolci parole. Ma si blocca sul posto smettendo di ridere.

- Non ti girare. - Mi dice intimando di stare ferma. 
- Thomas sta venendo qua. - mi dice sottovoce.
Il mio viso s'accende per l'emozione , mi sento sottopressione l'uniche parole che ci rivolgiamo da quattro anni a questa parte, è un semplice ciao, sempre se non ci possiamo evitare, se no nemmeno quelle.

- Ciao Anya, volevo farti i miei auguri! - butta di getto per aprire una conversazione.
- Grazie! - dico inciampando sul gra ripetendolo due volte, sono una frana.
- Ti va di ballare con me? - si rivolge a me con un piccolo inchino, Peter mi spintona dolcemente con il gomito per darmi un po' di coraggio.

- Hai paura di me? - mi domanda vedendo che non mi muovo. Allunga la mano verso di me invitandomi.
- Forza! - mi incoraggia Thomas.
Afferro la sua mano senza guardarlo negli occhi, perché sto guardando Peter che mi fa un occhiolino, non è che lui sapeva qualcosa e non mi ha detto nulla? No, non è possibile, mi avrebbe preparato psicologicamente, lo conosco bene, Peter non mi farebbe mai nulla del genere.

Mi trascina sulla pista da ballo al centro dell'enorme salone fatto di marmo lucido rosa e lampadari di cristallo, tutta la gente in sala ci guarda e i suoi amici parlottano tra loro e sghignazzando.
Mi afferra dalla vita con il braccio e mi stringe delicatamente a se, sorride, e da molto tempo che non lo guardavo da così vicino, ed è sempre bello come lo ricordavo.

- Ti trovo bene, sai, sei sempre sfuggente ed è da tempo che volevo parlarti. - lo guardo stranita eppure a me non sembrava, mi ha sempre evitato.

- Ah sì! - divento ancora più  rossa  un pochino per timedezza e un po' per rabbia.
- Se volevi parlarmi, ed era urgente, sapevi dove trovarmi. - indico il palazzo con gli occhi per non staccarmi da lui.

Non mi fido molto di lui, quando ero ragazzina ho subito atti di bullismo da parte dei suoi amici e lui non ha mai fatto nulla per difendermi, anzi guardava quasi disprezzandomi e godeva del male che mi facevano.

- Hai ragione, però posso farlo adesso, non era urgente. Vedi... Ti devo chiedere scusa per tutte quelle volte che ti ho trattato male anche indirettamente. - sembra tranquillo. Ma il fatto che non era urgente non mi va giù.

- Thomas, non vorrei essere scortese, visto che non era urgente potevi anche non farlo stasera oppure non farlo mai. Guarda che sò cosa pensi di me, non prendermi per una sprovveduta ingenua. - Continuo a parlare senza sosta e peli sulla lingua, tanto se domani iniziano a prendermi di mira ormai ci sono abituata, quindi meglio dire quello che penso adesso.

- Quindi non so se qualcuno ti ha spinto a venire qui da me o obbligato ma non sentirt. -
Un bacio improvviso mi fa azzittire, mi immobilizzo, con le braccia lungo al mio corpo come se fossi una bambola di pezza non sapendo cosa avrei dovuto fare in quel momento, è il mio primo bacio!

Lui appoggia la sua mano sul mio viso mentre con l'altra mi stringe la vita. Continua a stamparmi dei piccoli baci mentre la folla e i nostri genitori ci osservano fino a quando non si stacca da me.
- Auguri Anya! - mi lascia da sola in mezzo la pista.
Questo cosa dovrebbe essere un regalo? Appoggio le dita guantate di seta sulle labbra confusa.
Che cos'è successo?

PRIMO CAPITOLO ✔  😅 ALLA PROX BACIO ALE.
ANZI TRE 😘😘😘

ANZI TRE 😘😘😘

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