LA LUCE DELLA LUNA NUOVA

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Questo viaggio a piedi nudi comincia con una bella notizia. Il protagonista che ha seguito il corso di cui parleremo è un ragazzo di campagna. Viveva nel suo povero paese in cui però si trovava anche la casa del medico da cui spesso si recava per via della sua cecità. La bella notizia è proprio quella che miracolosamente il ragazzo aveva riacquistato la vista all'improvviso. Uscito dall'edificio, per la felicità, si mise a correre a gran velocità con i piedi nudi, anche se questo poco gli importava visto che riusciva a vedere il mondo. Corse verso i boschi, e ne attraversò parecchi senza sentire mai la fatica della corsa. Era quasi l'ora del tramonto e finalmente, dopo qualche ora, incontrò di nuovo la civiltà, stavolta una cittadina sulla costa. A dir la verità il ragazzo aveva già visto il sole, nel suo primo giorno di vita, quando, poco prima del tramonto gli si spensero gli occhi per qualche strano motivo, per cui aveva visto il sole ma non cosa accadeva dopo che il sole se ne andava, durante la notte. Infatti, appena era tornato a vedere, qualcosa era rifiorito nella sua mente, quell'immagine che aveva visto per l'ultima volta da appena nato. Il luogo in cui si trovava, forse proprio per la posizione, non aveva mai la presenza di nebbia o foschia, non a caso i suoi cittadini tenevano particolarmente alla propria vista, e la maggior parte di loro svolgeva il mestiere di ottico. La "specialità" del posto infatti, era che tutti i cittadini avevano una vista assolutamente perfetta, e questo il ragazzo lo venne a sapere da un giornale cittadino trovato per strada, il quale evidenziava proprio questa loro particolarità. Il ragazzo non sarebbe mai riuscito a dormire quella notte per la felicità del momento, quindi decise di passare lì le ore successive, seduto sul molo con i piedi penzolanti sul mare, qualsiasi cosa fosse accaduta. Pian piano il sole scomparve del tutto e calò la notte. Tutta la gioia del giovane improvvisamente sparì nel nulla. Era così contento di vedere la luce che non poteva accettare di risprofondare nel buio in così poco tempo, per cui andò nel panico, iniziando a correre su e giù per il porto senza fermarsi. Tuttavia, proprio mentre stava per chiamare aiuto, venne invaso dal sonno dell'euforia di quella giornata, e cadde a terra sfinito. In quella città nessuno girava di notte perché tutti temevano che il buio potesse far perdere loro l'abilità della vista che avevano sviluppato. Andavano a dormire poco prima del tramonto per poi risvegliarsi col sole è già alto nel cielo. Quella notte, soltanto il ragazzo si trovava all'aperto in piena notte. Era talmente preoccupato di non poter vedere la luce, che anche nel sogno si presentò il grande desiderio che un nuovo sole potesse sorgere dal mare, e proprio mentre sognava tutto ciò, accade qualcosa di reale: le sue palpebre chiuse vennero illuminate e infastidite da un bagliore reale che poi lo svegliò. Di fronte a lui, proprio sul mare, trovò una sfera bianca e abbastanza luminosa, un "sole guardabile", che non dava fastidio, e ,per il ragazzo, era un lume di speranza in tutto quel buio, per questo si tranquillizzò. Una volta ripresa coscienza si alzò da terra e si avvicinò il più possibile a quell'altro della notte. Si sedette di nuovo al limite del molo e la osservò più attentamente, senza pensare cosa fosse o perché fosse lì. Sapeva soltanto che gli dava un senso di tranquillità e, dopo averla osservata per qualche minuto, si addormentò di nuovo. Quando si svegliò era pieno giorno e molta gente camminava per strada, tra cui alcune persone che lo guardavano male per com'era vestito e la condizione in cui si trovava. Allora il ragazzo si alzò e chiese come mai nessuno girasse di notte, e tutti risposero che il buio gli avrebbe soltanto rovinato la vista. Il giovane ribatté dicendo che anche durante la notte c'era il sole, anche se con minore luminosità rispetto a quello del giorno. Molti non ci credettero a priori, altri rimasero quasi stupiti e decisero di provare a restare svegli quella notte insieme al ragazzo e di rischiare che la loro vista si rovinasse.  Nel frattempo egli si sarebbe goduto la sua vera prima giornata di sole. All'ora del tramonto, tutto il gruppo si riunì sul molo. Il ragazzo raccomandò il fatto che il buio iniziale avrebbe potuto far entrare nel panico alcuni, ma che poi sarebbe arrivata la luce della luna, almeno in teoria. Come previsto, al primo buio molti iniziarono a tormentarsi con domande che facevano salire l'ansia anche al ragazzo, che era soltanto alla sua seconda notte, oltre al fatto che la luna non si vedeva ancora nell'ora in cui la notte precedente era già alta nel cielo. Ma finalmente, un'ora più tardi, il corpo celeste si levò dal mare, e tutti tirarono un sospiro di sollievo, soprattutto il gruppo che non aveva  ancora conosciuto la notte. I loro precedenti lamenti impanicati, infatti, non riguardavano la paura di non poter godere della luce, come nel caso del ragazzo, ma il terrore di rovinarsi la vista. Egli però notò subito che qualcosa non andava: la luna sembrava aver perso una minima parte di luce che non la rendeva più intera come la sera precedente. Inizialmente pensò che si trattasse di un effetto dato dall'ansia del momento precedente, ma quando sentì che gli altri, che vedevano la luna per la prima volta, iniziarono a sfogare quel sollievo di aver visto la luce, in battute ingenue come prendere in giro l'astro per non essere perfettamente tondo, capì che veramente mancava un pezzo, anche se la luce era ancora molto forte. Comunque, tutti furono compiaciuti dall'esperimento e si misero d'accordo per ripeterlo la notte successiva. Accade allo stesso modo, con i primi timori, con la diversità che stavolta la luna aveva perso un altro pezzo, e si iniziava notare anche la perdita della luminosità. Allora tutti iniziarono ad ipotizzare che prima o poi sarebbe sparita del tutto, lasciando solo un buio immenso, e siccome ognuno per le proprie ragioni temeva il buio, molti scapparono verso le proprie case, tutti tranne il ragazzo, che con immenso coraggio restò di fronte a quella luna incompleta, implorandola di non sparire mai, poi di nuovo cadde nel sonno. Al mattino seguente, si trovava solo, senza le persone della sera precedente e senza la fiducia di nessuno, ma non aveva intenzione di arrendersi, voleva vedere cosa sarebbe accaduto, e lo avrebbe voluto fare insieme ad altri, per cui andò in piazza e fissò un cartello a terra con su scritta una frase azzardata: "Cerco coraggiosi che abbiano il coraggio di rischiare di rovinarsi la vista". Anche se passavano le ore, nessuno aveva intenzione di seguirlo stavolta, anche perché il gruppo della sera precedente aveva ormai sparso la voce riguardo le sue "cattive intenzioni". La notte successiva la passò da solo sul molo, con la luna sempre più piccola e sempre meno luminosa; e il ragazzo pianse per ore per sfogare l'ansia e le paure del buio che avrebbe probabilmente invaso il paesaggio notturno nelle notti successive. Ad un certo punto però, qualcosa nella sua mente gli disse di smettere immediatamente di piangere, e di guardare dritta, a testa alta, quella piccola parte di Luna rimanente, senza temerla, e poi, con ancora più coraggio, di guardare nella parte mancante, e ascoltarla, abituarsi a quel buio. Le notti successive, mentre la luna si spegneva sempre di più, il ragazzo osservava la parte mancante con grande coraggio, e ogni notte di più, e più la luce della luna si abbassava, più la luce compariva dentro di lui, che stava pian piano imparando a convivere col buio, poi arrivò la notte in cui la luna non si presentò. Per la prima volta il ragazzo si trovava di fronte ad un paesaggio completamente buio, mai visto. Si accorse tuttavia che riusciva a vedere cose in lontananza che la luce della luna non gli permetteva di vedere, ed i suoi occhi iniziano ad abituarsi e a vedere tutto di nuovo, come se fossero state due lampadine che gli mostravano tutto davanti a lui, come se la luce della luna nuova si fosse trasferita dentro di lui. Il giorno seguente decise di non parlarne con nessuno, anche se paradossalmente, essendosi abituato al buio, non temeva più tanto l'assenza della luce. Tra i vari eventi in paese, in molti luoghi si svolgeva il "Campionato di vista", in cui ci si sfidava, per aggiudicarsi il  titolo di miglior vista della città. Il ragazzo, pur non capendo bene per quale motivo, aveva la sensazione che dopo la notte senza luce, la sua vista fosse molto migliorata, così decise di partecipare al campionato. Passò le sfide iniziali e quelle di tutta la gara fino ad arrivare in finale. La città intera era stupita che un forestiero potesse avere la vista più forte della loro. Il turno finale consisteva nel puntare lo sguardo all'orizzonte e leggere quale numero fosse scritto su un galleggiante a dieci chilometri di distanza, una sfida molto ardua. La sfida era contro un uomo, che poi alla fine vinse, lasciando il secondo posto al ragazzo. Nonostante ciò però, molti si chiesero come avesse fatto a migliorare la sua vista in così poco tempo, e il giovane spiegò di come lo avesse probabilmente aiutato vivere al buio, e tutti di conseguenza decisero di provare quell'esperienza quella notte. Quella sera tutti restarono affacciati alle finestre. Il ragazzo contava sul fatto che la luna non si sarebbe levata nemmeno quella notte, invece ci fu una piccolissima parte, che tuttavia non illuminava abbastanza. Alla vista di quello "spicchio di luce", il ragazzo gioì di nuovo perché aveva capito che nelle notti successive la luna sarebbe tornata. Le persone si abituarono pian piano al buio, e siccome molte erano incuriosite e interessate a migliorare la propria vista, fecero passare e assistettero a tutte le notti successive in cui la luna divenne sempre più piena, e poi sempre più vuota, fino a tornare alla notte senza luce dopo aver ripetuto tutto il ciclo lunare. In questo modo tutti potevano abituarsi pian piano al buio, dormendo di giorno e vegliando la notte, così da non incontrare mai una luce tanto forte quanto quella del sole. Alla notte di luna nuova tutti ripeterono l'esperienza del ragazzo, in cui l'occhio, abituandosi alla mancanza di luce, iniziò a vedere anche al buio, aumentando così anche il livello di capacità visiva. Il giorno seguente tutti vedevano meglio, e l'esperienza piacque tanto che molti iniziarono a vivere soltanto di notte, così da avere ventiquattro ore di totale buio e poter aguzzare la vista. Alla gara di vista, ora, tutti riuscivano a vedere il numero scritto sul galleggiante, il quale prima poteva essere visto soltanto dal vincitore, quello che aveva battuto il ragazzo in finale. Tuttavia il fatto che qualcuno fosse riuscito a battere il ragazzo, che aveva la vista migliore di tutti grazie alla notte, poteva avere soltanto una spiegazione: quell'uomo doveva aver vissuto tante notti al buio prima degli altri. Per questo motivo il ragazzo lo cercò in città per tutto il giorno, poi, al calare della notte, lo cercò al porto, ed egli era proprio lì sul molo. Il ragazzo gli corse vicino. Gli chiese come avesse fatto ad avere il coraggio di avvicinarsi alla notte da solo, ed egli rispose:<<Sono tanti mesi ormai che sto qui solo tutta la notte. Tutte le persone hanno voluto seguirti, inizialmente, con l'unico obiettivo di migliorare la propria vista, abbastanza da egoisti come cosa, non credi? Ma tu come hai fatto?>>, gli chiese, e a quel punto il ragazzo gli rispose:<<Io, fino a qualche giorno fa ero cieco, poi sono guarito e mi sono appassionato talmente tanto alla luce che non riuscivo a tollerare l'idea di tornare al buio durante la notte>>. Allora l'uomo gli disse:<<Un po' come te, anche questa città era cieca, perché è veramente cieco chi non vuole guardare. Il buio è sempre esistito, anche prima di te, per cui è inutile entrare nel panico, non cambierà mai nulla, indifferentemente dal fatto che qualcuno lo stia vivendo>>. Il ragazzo allora, che un po' era confuso, chiese:<<Ma quindi che differenza c'è tra me e le persone di questa città, se entrambi non riuscivamo a guardare il buio?>>, e lui:<<Nessuna, loro decidevano vi tapparsi gli occhi per il timore, esattamente come te. Tu non sei mai stato cieco, hai semplicemente avuto paura del buio come loro e ti sei coperto gli occhi per tutti questi anni della tua vita, da quando, ancora neonato, hai scoperto che tapparsi gli occhi era più facile, più confortevole. Non mi credi? Guarda il palmo delle tue mani e chiediti come mai è così pallido rispetto al resto del tuo corpo. Avrai visto qualche notte forse, ma non te ne sei mai accorto perché era buia come tutte le tue giornate, vissute con le mani sugli occhi>>.

LA LUCE DELLA LUNA NUOVAWhere stories live. Discover now