Cosa mai potrebbe accadere? È solo un semplice 'ciao'. Torno a studiare anche se, in fondo, non abbandono mai il pensiero di essere stata troppo avventata. Forse ora mi giudicherà come la ragazza strana che è diventata amica della sorella.

La risposta alla mia domanda arriva quando il mio telefono squilla e ho un nuovo messaggio da Evan Clark.

'Carino l'orsetto ;)'

Le mie labbra si schiudono all'istante, prima che la mia mente vaghi altrove.
Oddio, e ora cosa dovrei rispondere? Se non riceverà alcun messaggio non sembrerò una ragazza che se la tira? Se lo invio, invece, apparirò assillante. Dio, ma perché mi sto facendo tutti questi problemi? In fondo è una persona che conosco a mala pena.

Vada per uno smile.

Con il telefono tra le mani, mentre le mie dita scorrono sullo schermo, visualizzo il profilo di Kat. Ormai è da un po' che le cose tra noi non vanno come prima, non ci sentiamo più molto spesso e, anche se capisco che voglia concentrarsi sulla sua relazione, non dovrebbe trascurare gli amici in questa maniera. Già che ci sono, provo a chiamarla, nell'ultimo tentativo di recuperare il rapporto che avevamo prima di andare a quel maledetto prom, dove le cose sono cambiate sia per me che per lei. Al secondo squillo risponde.

<< Pronto? >> la sua voce è calma

<< Ciao, come va? >>

<< Bene, tu come stai? >> mi chiede di rimando

Non lo so << Insomma, tutto sommato bene anche io. Sei con Ryan? >>

Sento delle risate di sottofondo << Si, siamo ad un'uscita con i suoi amici >>

<< Oh, spero di non averti disturbata >>

<< No, tranquilla >>

Improvvisamente è tutto così strano e distaccato. Non so più cosa dire e lei neppure, visto che restiamo in silenzio per i seguenti due minuti.

<< Devo andare >> sono io la prima a parlare

<< Anche io, ci sentiamo >>

Attacco la cornetta e metto giù il telefono. Mi assale il senso di colpa di averla quasi cacciata di casa questa mattina perché Cole era qui e non volevo che lo sapesse. Vedere questa freddezza tra noi è un fallimento, forse non per entrambe, ma per me di sicuro. Cerco di non pensarci e, per distrarmi, decido di andare a fare una passeggiata.

Apro l'armadio, con l'intento di prendere qualcosa di comodo e, allo stesso tempo abbastanza caldo per proteggermi dal venticello. Trovo una felpa grigia e la indosso, tirando su il cappuccio.

Inizio a camminare, senza metà, e stranamente i miei piedi mi conducono in una zona praticamente deserta, con un panorama mozzafiato. Resto lì, seduta su una panchina ad attendere il tramonto con un paio di cuffiette nelle orecchie. I pensieri chiassosi sono sovrastati dalla musica tranquilla che pare, per un momento, assecondarli. Mi passano per la mentre di nuovo le parole dolorose di Cole, la sua faccia rossastra per via dei troppi calici di birra e le sue mani delicate che fanno su e giù sulla mia pancia. Rivedo il viso di Cassie, la sua espressione allegra e contagiosa, tanto da farmi sentire entusiasta con dei semplici gesti. Infine, gli occhi di ghiaccio, disarmanti e allo stesso tempo predatori di Evan. Mi sembra di vederlo accanto a me, con una felpa simile alla mia e lo skateboard tra le mani. Muove la bocca come se stesse dicendo qualcosa.

Perché sto immaginando tutto questo?

Lo guardo sventolarmi una mano davanti

Basta Nina, cosa ti prende?

Eppure questa visione è così realistica. Non starò mica diventando pazza?

Prendo ad agitarmi, tanto che d'istinto vorrei scappare a parlare con la mia psicologa, quando un tocco rende tutto ciò che credevo di sognare reale.

<< Evan? >> con un gesto liquidatorio tolgo gli auricolari

<< Ciao, cosa stavi facendo? >>

Non so bene cosa rispondere << Oh, beh, io sono uscita per prendere una boccata d'aria e, già che ci sono, vorrei aspettare di vedere il tramonto >>

<< Credo che dovremmo vederlo a minuti >> indica con il mento il panorama davanti a noi. Le nuvole pian piano si trasformano da un colore biancastro in arancione e il sole sanguina nel cielo, cospargendo di luce ciò che lo circonda. Restiamo in silenzio, a goderci quell'istante magnifico e pacifico. È incredibile il fatto che non avverta alcun imbarazzo in questo momento, come di solito accade quando nessuno spiccica una parola. Avverto un forte senso di tranquillità, forse collegato a questo sconosciuto di fianco a me.

<< Come hai fatto a trovare questo posto? >> domando quando ormai intorno a noi cominciano a prendere vita i colori notturni

<< Onestamente non ne ho idea, sono salito sullo skate e sono finito qui >> alza lievemente le spalle

La stessa cosa che è accaduta a me.

<< Cosa te ne pare della città? Cioè, ti piace? >>

Resta a pensarci su qualche minuto << Si, è strano ma carino. In realtà non avrei voluto lasciare Miami però la prendo come una nuova opportunità per riscoprirmi >>

Accenna un sorriso che ricambio volentieri. Mi alzo in piedi.

<< Si è fatto tardi >> affermo.

Senza dire nulla, mi imita, e prende a camminare con me. Il silenzio regna anche lungo il tragitto per raggiungere casa mia e si interrompe solamente una volta arrivati.

<< Grazie per avermi accompagnata >>

Mi fa l'occhiolino << Ci si vede >> mi saluta, salendo sullo skate e sfrecciando via.

Resto li, davanti il vialetto di casa mia, a sorridere impalata come una scema, pensando al ragazzo misterioso che mi ha appena strizzato l'occhio.

Resto li, davanti il vialetto di casa mia, a sorridere impalata come una scema, pensando al ragazzo misterioso che mi ha appena strizzato l'occhio

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