La seduta del martedì

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Oggi è martedì, sono le 5:00 p.m. e mi trovo fuori dall'ufficio della Dottoressa.
Mi aveva richiamata dicendo che avrei dovuto aspettare fuori qualche minuto prima di entrare, e che mi avrebbe chiamata lei.
Chissà di cosa parlano durante queste sedute, e chissà che cosa mi dirà eventualmente di fare la Dottoressa Linda..
Faccio avanti e indietro nel corridoio, braccia conserte.
5:10 p.m. . Ancora non mi chiama.. che stia andando tutto bene?
- Te l'ho già spiegato Linda, sono il Diavolo!
Ho parlato troppo presto.
Mi avvicino alla porta per sentire meglio.
-Lo dici ad ogni seduta. Non è vero che sei il Diavolo, sicuramente sei una brava persona, ma se non ti apri con me, mi spieghi come faccio ad aiutarti? - sento dire dalla Dottoressa.
Silenzio.
- Aspetta qui - sento ancora dire dalla Dottoressa.
Mi allontano dalla porta.
Si affaccia una donna minuta, bionda, con occhiali neri e un completo rosa, tacchi piccoli e neri.
Mi guarda e mi sorride.
-Entra pure- mi dice sorridendomi e facendo segno di entrare.
Annuisco.
- Bene Lucifer, la conosci questa ragazza?
Mio padre mi guarda, è seduto sul divanetto.
-Zoe? Ma che ci fai qui? - mi dice incredulo.
-Mi ha chiamata la Dottoressa a casa.. non potevo dirti che sarei venuta, se no non ti saresti presentato - spiego io.
-Zoe è qui per aiutarti nella seduta. Per farti parlare con me. Non è qui per darti contro, vuole solo darti sostegno - dice la Dottoressa guardando mio padre in modo serio.
Mi siedo vicino a mio padre e gli prendo la mano. Lui accenna ad un sorriso, lo stesso faccio io.
- Bene, possiamo continuare, Lucifer.
- Mhm. Sono tutto orecchi, Dottoressa Linda.
- Dunque, se c'è una cosa della quale tu non vuoi parlare con me, è il passato che riguarda anche questa meraviglia che hai di fianco a te.
Vedo mio padre distogliere lo sguardo.
-Non evitare il discorso Lucifer. Se no dovrò parlarne qui con tua figlia - dice Linda a mio padre, tono fermo ma tranquillo.
-Di cosa vuoi che ti parli precisamente, sentiamo - le risponde mio padre col tono strafottente.
Gli lancio uno sguardo ammonitore.
-Cosa? - mi domanda mio padre.
-Dunque.. perché non mi parli di quando eravate in campagna. Mi hai detto che vivevate la, tu, tua moglie e Zoe. Parlami di quel periodo.
-Non ero mai a casa. Ero sempre a sbrigare delle faccende per "i piani alti". Anzi, in questo caso "bassi", non so se mi spiego - inizia a dire lui, facendo questa battuta abbastanza triste. Linda lo guarda e gli fa cenno di andare avanti.
- Comunque, tornavo a casa solo poche volte all'anno, e quei giorni che rimanevo a casa li passavo con mia moglie e mia figlia. Erano i  giorni più belli della mia vita, ero veramente felice. Ma..
Si interrompe e serra il pugno destro.
Gli stringo la mano sinistra. Parlare di quando mamma è stata malata lo fa stare male ancora, anche se non lo ammette.. stessa cosa anche per me.
-Ma?
-Mia moglie.. quando Zoe aveva 7 anni si ammalò.. un tumore al cervello.
Ancora silenzio.
-All'inizio i dottori dicevano che lo avevano preso in tempo e che sarebbe guarita con un'operazione nel giro di quattro mesi. Ma la situazione non fece altro che peggiorare.. stava male ma non lo faceva mai vedere, specialmente davanti a Zoe. Quei tre anni rimasi più tempo a casa per starle vicino e aiutarla, per fare in modo tale che non si stancasse troppo.. nel frattempo il sorriso che Zoe ci portava in quelle giornate faceva bene sia a me che a sua madre.. - dice mio padre, ogni tanto fermandosi nel discorso.
- Mi ricordo che quando Andy, un amico di mia figlia, e Zoe giocavano assieme, Ariel (mia moglie) diceva sempre che vederli insieme le dava molta positività.. e portavano molta allegria in casa. Ed era vero. Tra  i loro scherzi, il fatto che impararono insieme ad andare in bicicletta, il fatto che impararono a cavalcare, nuotare, suonare e cantare assieme.. questo la faceva stare bene.. e anche a me.
Poi arrivò quel giorno in cui.. Ariel si sentì veramente morire. Stava male e non riusciva nemmeno ad alzarsi in piedi. Mentre la preparavo per portala in ospedale, Zoe mi chiese cosa fosse successo, e le dissi solo che sua madre sarebbe tornata presto.. morì sei mesi dopo. Come si fa a dire a una bambina di nove anni che sua madre sta morendo?
Si alza in piedi e dirige verso la finestra, dandoci le spalle.
Sento una lacrima scorrere sul mio viso.. d copiosamente ne scendono altre. Cerco di asciugarmi velocemente il viso, non voglio che mio padre mi veda piangere.
-Ti sembra abbastanza, Linda?- chiede mio padre alla psicoga, lanciatole uno sguardo più che infuocato.
-Si, è abbastanza, per ora. È una cosa buona che tu ti sia sfogato, che tu ne abbia parlato dopo ben quattro anni. Tenersi tutto dentro fa male non solo a te, ma anche a chi ti sta in torno - gli risponde Linda, alzandosi in piedi a sua volta. Raggiunge mio padre e gli stringe una mano.
-So che ricordare queste cose fa male. Che ti fa sentire perso come allora. Ma è fondamentale adesso circondarsi di cose positive, qualcosa che ti fa stare bene. Tua figlia ti vuole bene, o sbaglio? - gli chiede, guardandomi sorridendo.
Guardo mio papà e gli lanciò un bacio con la mano. Lui fa il gesto di afferrare il bacio che ho lanciato e mi sorride teneramente.
-Si.. lo so..
-Si sistemerà tutto, Lucifer. La prossima volta, voglio che tu riesca ad aprirti su certi eventi anche senza la presenza di Zoe, anche se oggi ci ha dato un grandissimo aiuto. Va bene?
-Ci proverò, Dottoressa.
-Bene. Allora io e te ci vediamo il prossimo martedì alla stessa ora. Ah, ho bisogno un momento che Zoe rimanga qui. Devi farle due domande e poi te la lascio - dice lei a mio padre.
-Va bene. Ti aspetto qui, Zoe.
-Va bene, papà.
Papà esce dall'ufficio e rimaniamo solo io e Linda.
Si rimette seduta e mi sorride.
-Allora Zoe, non ci metterò molto, voglio solo concerti meglio.
-Ehm.. certo, certo.
-Dunque.. tu vai al primo anno di liceo, vero?
-Esatto.
-Ti piace come scuola?
-Si, molto! Specialmente per le materie artistiche e sportive.
-Oh, bene, che bello! Una ragazza creativa e atletica! Hai qualche amicizia?
-Beh, più che amicizie, conoscenze, ma abbiamo un bel rapporto. Ho Andy nei miei stessi corsi, il mio migliore amico da quando ero piccola. Con lui sto bene, e mi piace molto passare il mio tempo con lui. Credo sia la stessa cosa anche dall'altra parte.
-Menomale, fa sempre bene avere un amico in questi ambienti. Ti devo fare una domanda: tuo padre mi ha detto dell'episodio di bullismo che hai subito. Ne vuoi parlare?
Esito. Non voglio parlarne, specialmente adesso che sto vivendo questi casino.. so che lei può aiutarmi, ma non mi sento pronta.
-Non me la sento.. scusi..
-Ci mancherebbe, scusami se ti ho fatto questa domanda. Se vorrai parlarne sai già dove sono, no?
-Certo.. grazie Dottoressa per aver fatto un po' sfogare mio padre. Non parlava mai della mamma, e non parlava mai di queste cose con me.
-Figurati cara, dovere. Voglio vedere ogni mio paziente con la mente più ordinata.
Percepisco che la conversazione è finita, quindi mi alzo e faccio per uscire, salutando.
-Ah, Zoe.
Mi giro verso Linda.
-Sicura che con Andy ci sia solo un rapporto di amicizia?
-Certo, perché?
-Beh, sei arrossita parlandone, quindi ho pensato..
Cazzo, se ne è accorta.. STUPIDA, STUPIDA, STUPIDA!
- Ehm, no no, solo amicizia.. arrivederci Dottoressa!
-Ciao Zoe!
Chiudo la porta, più imbarazzata di prima.
Vedo mio padre in fondo al corridoio che gioca con un accendino. Mi avvicino.
-Ciao papà.
-Ehi, Zoe.
Mi abbraccia, e io ricambio. È un abbraccio che dura di più dei soliti due secondi, ed è bello..
-Scusami per le cose che ho detto..
-Ti sei solo sfogato dopo tantissimo tempo.. non fartene una colpa.. - gli dico per tranquillizzarlo. Mi stringe più forte, poi si stacca. Ha gli occhi lucidi.
-Sono felice di averti con me.. e mi dispiace di non esserci quasi mai a casa o di non essere quasi mai presente nella tua vita..
-Ma che dici.. stai tranquillo, veramente. Ti voglio bene, e lo sai.
-Anche io, figlia mia..
Ci incamminiamo per le scale, e arriviamo al piano terra.
-Ah, papà..
-Si?
-Mi hanno presa alle olimpiadi scolastiche. Si terranno a maggio. Non te l'ho detto prima perché non c'è mai stato tempo in tutto questo casino, ahah.
- Ma Zoe, è stupendo! Andiamo a festeggiare, offro io!
- Va bene, ma niente alcolici papà, ricorda.
- Ma ceerto - dice ridendo.
E ci incamminiamo verso la solita caffetteria.



Le due stelle del mattino.Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang