𝑐𝑎𝑠𝑎 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑎

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Stavo camminando da probabilmente due minuti senza sapere dove stessi andando.
Camminavo nervosamente.
Avevo fatte bene?
D'altronde l'ho mollato lì senza un motivo.
No, un motivo c'era: mi ha detto che gli piaccio.
Gli piaccio?
Forse non è una cosa abbastanza grave da arrabbiarmi, ma per qualche motivo io me l'ero presa.
Cioè la tua ex te la sei tatuata e a me dici che ti piaccio?!
Non lo posso accettare.
Ad un certo punto capii che stavo camminando automaticamente verso casa.
Cosa fare ora?
Magari vado a casa e aspetto che torni per poi spiegargli il motivo per cui l'ho piantato in asso?
Anzi perché non mi è corso dietro?
Forse non gliene frega nulla di me.
Forse è stato tutto un sogno troppo bello per avverarsi.
Ma forse inconsciamente so perché non è corso da me, è troppo orgoglioso.
Lui è proprio come me, è uno stronzo orgoglioso che non ammette mai di aver sbagliato.
Siamo qui da meno di ventiquattro ore e già mi sono arrabbiata.
Non andrà avanti così.
Apro il portone di casa e proprio mentre lo sto per chiudere qualcuno entrò di scatto nel palazzo.
<: Hey scusa.> disse un brunetto.
Lo riconobbi subito, era Marcus.
<: Sta tranquillo Marcus.> risposi chiudendo il portone.
<: Oh, ti ricordi il mio nome.> disse passandosi una mano tra i capelli.
I suoi capelli sono perfettamente lisci e sempre ordinati nonostante se li muova continuamente con le mani.
<: Certo ci siamo conosciuti qualche ora fa.> dissi sorridendo.
<: Ah, vero scusami...> disse imbarazzato.
Era divertente vedere come Marcus fosse imbarazzato quando era con me.
Era così carino imbarazzato.
<: Vuoi salire a bere qualcosa?> chiesi.
Cosa ho appena detto.
Se Scott torna e lo vede finisce male.
Anzi non farà proprio nulla, non può farlo.
Però è diverso dall'ultima volta, ora stiamo insieme ed è normale che si arrabbia se faccio salire un ragazzo a casa.
Ma sono io Sam, faccio sempre quello che voglio.
<: Em...non c'è il tuo ragazzo?> disse Marcus riportandomi alla realtà.
<: No, Scott e fuori e non so quando tornerà.> dissi sforzandomi di sorridere e di non pensare alla verità.
<: Ah, va bene salgo con piacere.> disse accennando un timido sorriso.
Il sorriso di Marcus è molto diverso da quello di Scott.
Marcus non ha le fossette ed il suo sorriso non mi provoca una sensazione di felicità, questo mi ricorda quanto io sia pazza del mio ragazzo.
Come si dice? Le coppie che litigano sono quelle che si amano di più.
Inizio a salire le scale e vedo che Marcus mi segue, ovviamente.
Apro la porta e lo invito ad entrare.
Lo vedo camminare a stento, sembra che il suo cervello non voglia entrare in questa casa.
Spero solo mia zia non gli abbia detto nulla di me.
<: Hey tutto bene?> chiesi andando a chiudere la porta.
<: Si, solo che non so se è la cosa giusta da fare.> disse abbassando lo sguardo sulle sue scarpe bianche.
<: Senti ci beviamo solo una birra.> dissi ridendo e andando verso il frigo.
C'erano solo tre birre e due bottiglie d'acqua nel frigo, ovviamente non avevo fatto la spesa.
<: Si, solo che ho paura che io faccia arrabbiare il tuo ragazzo.> disse sedendosi.
Hai paura di farlo arrabbiare ma comunque sei qui con me, pensai.
Sorrisi nella mia mente.
<: Non si arrabbierá, e pure se lo facesse non me ne può importar di meno.> dissi dandogli la birra tra le mani.
Le mie parole non sembrarono confortarlo visto che mi guardò confuso.
Iniziai a bere la mia birra e mi sedetti di fronte a Marcus.
<: Raccontami un po di te, che fai e altre cose.> dissi staccando le mie labbra dalla bottiglia di vetro.
<: Lavoro come cameriere in un ristorante qui vicino. Mi piace giocare a calcio infatti ogni sabato gioco ad un campo qui vicino e vivo da solo.> disse e poi bavette un sorso della sua birra.
Un modo alternativo per dirmi che è single.
<: Te invece?> chiese.
Sono una mercenaria e ho conosciuto Scott perché ho ucciso il suo capo, poi abbiamo rischiato di morire perché siamo stati presi da un boss, mi hanno tagliato il fianco e dopo tutto questo siamo venuti qui nell'appartamento della mia zia.
Ah, non posso dirglielo.
<: Mi piace viaggiare e non sto mai in un posto per molto.> risposi sorridendo.
Sono brava a mentire.
Chissà perché non ho mai pensato di fare l'attrice.
<: Ah, figo. Come hai conosciuto il tuo ragazzo?> chiese curioso.
Bene, ho conosciuto qualcuno con la mia stessa curiosità.
Stavo per rispondere quando mi arrivò un messaggio sul cellulare.
Feci cenno a Marcus di aspettare un attimo, dopodiché sbloccai il cellulare per vedere chi era.
Ovviamente era Scott.
<: Dove sei?> diceva il messaggio.
Diritto al punto, mi sembra giusto.
<: Io sono dove dovrei essere tu?> risposi.
Mi arrivò subito una risposta.
<: Dai non fare la difficile, dove sei?> scrisse ritentando.
Ritenta ancora caro mio.
<: Dimmi dove sei tu.> ribbattei.
<: Ti odio. Sono in un bar, dove altro sarei dovuto andare? Mi hai piantato in asso.> rispose.
Effettivamente un minimo di ragione l'aveva.
<: Bene, io sono a casa.> risposi.
<: Sam, sei da sola?> chiese.
Ma è un mago? Come fa a sapere tutto di me, qualsiasi cosa io faccia.
<: No, perché?> risposi.
Non mi andava di mentirgli e poi io non dico mai lei bugie.
<: Con chi sei?> chiese.
Potevo percepire il suo nervosismo anche da un suo messaggio.
<: Con il vicino, quello che ha bussato oggi.> scrissi.
<: Cioè ci separiamo per mezz'ora e sei già con un altro?> scrisse.
Alzai un attimo il viso per vedere cosa stesse facendo Marcus e gli chiesi scusa se stavo stando al telefono.
Ma lui capii e disse di non preoccuparmi.
Mi suonó il telefono così mi alzai e andai nel bagno per rispondere.
<: Pronto.> dissi.
<: Sono io.> rispose Scott.
<: Che vuoi?> chiesi sbuffando.
<: Fa tornare quel tipo a casa sua.> disse quasi minaccioso.
<: Fammici pensare, no.> dissi ridendo.
Amo Scott ma farlo arrabbiare mi divertiva.
Non sono cattiva sono solo fatta così.
<: Diamine Sam! Non puoi fare salire un altro in casa nostra!> strilló al telefono.
<: Per prima cosa non gridarmi nell'orecchio e poi ci stiamo bevendo solo una birra.> dissi.
<: Si e poi magari lo prendi dalla maglietta e lo baci.> disse.
Si stava riferendo al nostro primo bacio?
Io non l'ho baciato così per caso, volevo farlo stare zitto dopo avermi visto uccidere il suo capo ma già da quell'incontro iniziai a provare qualcosa per questo brunetto dal sorriso perfetto.
<: Non sei tu.> dissi sorridendo involontariamente.
<: Merda, non so come ma non riesco ad arrabbiarmi con te.> disse ridendo.
<: Meglio, ti aspetto a casa o ti raggiungo al bar?> chiesi sorridendo ancora.
<: Vengo io.> disse.
<: Ah comunque in teoria sono io che dovrei asserendo arrabbiata con te.> dissi smettendo di sorridere.
<: Perché?> chiese.
<: Scott mi hai detto che ti piaccio! Vermante, cioè dopo tutto quello che abbiamo passato...> dissi quasi urlando.
<: Scusami ho sbagliato.> disse con un tono basso.
<: Non sei comunque perdonato.> dissi sospirando.
<: Mi farò perdonare...> disse.
<: Vedremo.> dissi chiudendo la chiamata.
Vedremo Scott, vedremo...

𝐘𝐎𝐔 𝐀𝐑𝐄 𝐌𝐘 𝐆𝐔𝐀𝐑𝐃𝐈𝐀𝐍 𝐀𝐍𝐆𝐄𝐋Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora