Improvvisamente mi era venuta a mancare tutta la forza nelle ginocchia.

«E invece devo.» Era stata la mia risposta. «Ma sono fortunata che lo sposo sia tu.»

Accennai un sorriso, ma i miei occhi tradirono quanto quell'emozione fosse, in realtà, priva di ogni sincerità.

Eppure, in quel momento, non stavo mentendo.

Ero davvero convinta che Thui fosse il partito perfetto per un matrimonio le cui fondamenta reggessero sulla politica, e non sull'amore.

Thui mi avrebbe rispettata come un fratello con una sorella, non mi avrebbe forzato in nulla e la nostra amicizia e fiducia reciproca ci avrebbe portato a costruire un rapporto stabile e duraturo nel tempo.

Ma allora perché non ero felice?

Perché non ero sollevata nel sapere che, per la prima volta nella mia vita, il mio futuro sarebbe stato stabile e sicuro?

«Lyra, se ti sposerai con me non avrai occasione di vivere l'amore. Il vero amore.»

Scossi di nuovo la testa.
Era come se il mio corpo fosse in grado di reagire in quell'unico modo o meglio, come se quello fosse l'unico modo di non rivelare cosa stessi realmente provando.

Le parole che Thui mi aveva appena rivolto, l'amore vero che aveva appena nominato... Non era vero. Io l'avevo vissuto.

Lo avevo vissuto, ma non lo avevo riconosciuto.
Non fino a quando non era stato troppo tardi.

«L'amore non è mai stato un problema che mi riguardasse.»

La voce tremante tradì il bisogno di un pianto che non credevo necessario.

«Ho sempre pensato a sopravvivere, scappare e riottenere il trono.»

Trovai la forza, il coraggio, di sollevare lo sguardo dai pollici intrecciati sulle mie ginocchia.

L'aria ora mi sembrava più fredda a contatto con gli occhi vitrei.

«Lyra...»

Vidi il corpo di Thui protrarsi verso il mio e, prima che me ne rendessi conto, eravamo stretti in un abbraccio.

Così vicini, non si capiva dove finissero i miei capelli e iniziassero i suoi.

«È per il bene dei due Regni.» Dissi e sentii la sua presa attorno alle mie spalle farsi più forte.

Era quasi asfissiante, eppure il mio sterno parve trovare sollievo.

«Fa parte dei sacrifici che ero disposta a fare...» Oltre la sua clavicola, le mie parole uscivano come un fiume. «E non è neanche troppo grande.» 

Sorrisi, consapevole che nessuno avrebbe visto l'espressione sul mio volto.

In quel momento sapevo di star forzando un'emozione che non provavo, di star cercando di ingannare me stessa e convincermi di essere felice.

Ma quando gli angoli delle labbra costrinsero gli zigomi a sollevarsi, sentii delle lacrime rotolarmi lungo le guance.

Una mano di Thui si spostò sulla mia testa, spingendomi ancora di più il volto nell'incavo del suo collo.

«Ti meriti di essere felice, Lyra.»

Soffocai un singhiozzo mentre le lacrime si asciugavano contro il tessuto del suo mantello da caccia.

«Mi dispiace.»

Strinsi tra le dita quel tessuto.
Fuori dal Regno dell'Altro Sole probabilmente le foglie erano già cadute da molto tempo.

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