Capitolo 8

84 11 2
                                    

Rimasi imbambolata a guardare il cellulare spento, doveva essersi scaricata la batteria.

Accidenti!

<< Lei era una delle ragazze scomparse >> dissi
<< Alla fine sono morti tutti, non torneranno più indietro >> rispose lui

<< È tutta colpa mia, se vi ho messo in questo pasticcio è solo colpa mia >>
<< Non fare così, abbiamo deciso tutti di giocarci, la colpa non è solo tua >>

<< Dai, torniamo dagli altri, dobbiamo aggiornarli di questo >> indicò il cellulare

<< Preferisco restare qui, se non ti dispiace >> dissi timidamente

Lui mi guardò per un attimo, annuì e si diresse verso la classe.

Cominciai a camminare a casaccio, pensando solo ad un modo per uscire da qui.
Certo, camminare da sola metteva un po' di disagio ma preferivo riflettere in silenzio, senza nessuno tra i piedi.

" Buongiorno "
Oh, salve coscienza...
Come mai solo adesso mi parli?
" Vacanze "
Si.... coscienza?
" Si~"
Ti odio
"Noooo"

Era meglio quando non c'eri.
" Cattiva "
Lo so, u.u, va a mangiarti la Nutella
"Siiii"

Mi resi conto solo ora di essermi persa.
" Bene, bene... qualcuno si è perso"
Ma non eri sparita?!
" Cara mia, io ti sarò incollata tutta la vita.... purtroppo"
Vai via... o ti spedisco in Russia...
" Ok, ok, vado a vedermi Gumball"

Mi trovavo in una piccola stanza piena di tagli sulle pareti, un letto e un armadio.

Feci per andarmene ma qualcosa mi bloccò.

Tesi le orecchie e rimasi in ascolto.

Allora non me l'ero immaginato: qualcuno stava piangendo.

Proveniva dall'armadio davanti a me.

<< Ma che cosa...? >>

Quello che "piangeva" non era l'armadio ma una bambola...

Lunghi capelli biondi le ricadevano sul viso e un vestito di pizzo verde scuro le copriva il corpo fino alle ginocchia ed era scucito in vari punti.

Con una mano si copriva un occhio, mentre con l'altra teneva un paio di forbici rotte e arrugginite.

Indietreggiai d'istinto.

<< Non andare via... >> disse lei tra i singhiozzi
<< Tu parli?! >>

Lei mi guardò con l'occhio scoperto.

<< Certo, per chi mi hai preso! >> rispose offesa

Questa situazione è assurda!

" Era la domanda più stupida che potevi fare"
Zitta coscienza...

<< Il mio occhio... >> disse togliendo la mano

Al posto dell'occhio c'era un orbita vuota, ma fuoriuscivano comunque le lacrime.

<< Trova il mio occhio e io ti darò qualcosa che a te servirà i futuro >>
<< Come faccio a fidarmi di te? >>

<< Credici... >>

Con quella supposizione, tornai indietro, cercando di ricordarmi la strada per tornare dai miei amici.

<< Alice >> urlò Daniel
<< Sono qui >>

Mi corse incontro abbracciandomi.

<< Dove sei stata? >>
<< Ti racconterò tutto, ma prima andiamo dagli altri >>

Raccontai tutto al resto della classe che intanto si erano rannicchiati intorno a me.

<< ... Devo ritrovare l'occhio e lei mi darà qualcosa che mi servirà >> finì
<< Dove può nascondersi un occhio? >>
<< Non ne ho idea... >> dissi sinceramente
<< ...incominciamo le ricerche >>

DollsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora