"Il tempo limite per questa stanza è :
2:00 MINUTI."

Enunciò la voce metallica, mentre sullo schermo dei nostri cellulari, il tempo segnato pian piano diminuiva di secondo in secondo.

Ci osservammo intorno notando due porte ai lati della camera <<Vivi, muori>> lessi su ognuna delle due <<Sembra non ci resti altro che scegliere quella giusta>> si fece avanti Karube rivolgendomi uno sguardo più fine rispetto a quelli precedenti, come se non volesse avere complicazioni durante il "game".
<<Ma...se sbagliamo->> cominciò Chota con il suo solito sguardo preoccupato <<Moriremmo>> lo interruppe la donna, facendo aumentare la paura nelle viscere del piccoletto, che emise un versetto più simile ad un lamento.

Non seppi darmi una risposta concreta ma ebbi la sensazione di aver già vissuto la stessa situazione in passato, per la seconda volta.
<<Hey, "capelli verdi">> mi richiamò Arisu riferendosi alla mia tinta verde ai capelli.
Mi voltai verso di lui e feci per informarlo che il mio nome fosse un altro, ma non mi diede il tempo di aprire bocca che subito riprese a parlare <<Tu hai qualche idea?>> domandò anche lui visibilmente indeciso su quale porta scegliere.
Scossi la testa mentre ragionavo ad una possibile azione che avrebbe potuto aiutarci.

"Mancano 1 MINUTO e 30 SECONDI."

Riflettendo su ciò che la mia mente riusciva a ricordare su quest'evento, improvvisamente mi venne in mente un'idea e rivolsi il mio sguardo sulla giovane <<Shibuki>> richiamai la sua attenzione e subito si risvegliò dai suoi pensieri spostando i suoi occhi su i miei, incitandomi a parlare <<Cos'hai dentro la borsa?>> le chiesi avvicinandomi di qualche passo <<Beh...il portafoglio, una spazzola->> cominciò ella <<Dammela, per favore>> la interruppi e successivamente le porsi la mano per far sì che mi desse l'oggetto, sperando che si muovesse dato il poco tempo che ci rimaneva a disposizione.

La vidi scattare per cercare ciò che le avevo chiesto, frugando tra la miriade di cose presenti nella sua borsa.
<<Ecco, tieni>> posò velocemente la spazzola tra le mie mani e subito mi voltai diretta verso la prima porta : "vivi".
<<Cosa stai cercando di f->> cercò di parlare il più alto ma Arisu lo incitò a bloccarsi portando un dito dinanzi ai suoi occhi, continuando ad osservare i miei movimenti.

"Manca 1 MINUTO."

Arrivata, tirai un calcio alla porta che si aprì di scatto sbattendo sulla parete dell'altra stanza, anch'essa grigia come la prima.
Dopodiché lanciai al centro di quella camera la spazzola di Shibuki, che venne immediatamente trafitta da un laser proveniente dal soffitto, polverizzandola sul posto in un nano secondo.
Allibita e spaventata, indietreggiai lentamente con gli occhi sgranati <<Cos'è appena successo...>> sibilai portandomi una mano sulla bocca per lo shock.
<<Quindi...la porta giusta è "muori"..?>> domandò ad alta voce Chota, più a sé stesso che a chiunque altro <<Non possiamo esserne sicuri, conviene riprovare. Alic-...Atlas, prendi questa>> mi richiamò Shibuki porgendomi una tessera trovata tra le sue cose in borsa, volendo che ritentassi anche per quel passaggio.

"Mancano 30 SECONDI."

Sobbalzai leggermente nell'udire il messaggio sullo smartphone, ma mi ricomposi subito dopo e annuii rivolta alla donna prendendo tra le mani l'oggetto.
<<Fa attenzione>> mi avvertì Karube alle mie spalle, mentre mi avvicinavo a passo svelto verso la porta.

"Mancano 20 SECONDI."

Tirai un lungo sospiro e diedi un altro calcio alla porta facendo spalancare immediatamente anch'essa.
Presi la mira e lanciai la piccola tessera in mezzo all'altra stanza, che però questa volta cadde incolume sul pavimento senza segni di laser o di qualsiasi altra arma mortale.

"Mancano 10 SECONDI."

Guardai attentamente i quattro dietro di me come per chiedere conferma sul proseguire, ma mi ritrovai davanti solamente delle facce sconvolte e confuse <<E-e se fosse una trappola..?>>
domandò il più basso sempre più preoccupato ed impaurito.

"Mancano 5 SECONDI."

<<Io non credo>> affermò Karube con lo sguardo fisso sull'evidente passaggio sicuro <<Muoviamoci!>> esclamò Arisu trascinandoci correndo dentro l'altra stanza, pochi secondi prima che quella precedente venisse avvolta totalmente dalle fiamme.
Ci chiudemmo velocemente la porta alle spalle per poi accasciarci a terra in modo tale da poter riprendere fiato e realizzare a pieno l'accaduto.
Non facemmo neanche in tempo a riordinare i nostri pensieri, che la voce sui cellulari riprese a parlare.

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