Quella che avevo fatto, però, non era stata una scelta, ma una scommessa e, se qualcosa fosse andato storto, per colpa del mio tirare a sorte avrebbero rischiato la vita delle persone che mi erano care.

Tuttavia questa era una delle responsabilità che avevo accettato di prendermi in carico nel momento in cui avevo deciso di recidere qualsiasi legame. Non potevo più permettermi di nascondermi dietro alle altre persone, così come non potevo più permettermi di esitare, per timore che le cose andassero diversamente da quanto potessi sperare, lasciando il Regno in balia dell'incertezza.

Nonostante tutte quelle consapevolezze, però, un debole sorriso comparve sulle mie labbra al ricordo di Rubyo.

Erano passati a malapena una decina di giorni, ma era come se fosse trascorso un mese.

Nel corso di tutti quegli anni che avevamo passato insieme, più volte ci eravamo dovuti allontanare, ma quelle occasioni erano state diverse da ciò che mi affliggeva nel presente. In quei casi, si era trattata di una separazione momentanea, durante la quale sapevo che, a breve, ci saremmo rincontrati. Adesso invece, il non averlo più accanto era come se mi fosse stato strappato via un arto e ora dovessi abituarmi a vivere senza.

Difficile, ma non impossibile.

Ce l'avrei fatta.
Dovevo farcela. 

Per il mio bene e per quello di tutte le persone a cui tenevo. 

E così persa tra i miei pensieri, non mi accorsi di come avessimo raggiunto un punto della foresta ancora sconosciuto fino al quel momento. 

Eravamo circondati da alberi giganti, molto più alti di quelli normali, ma nulla in confronto all'immensità di quello dove si trovavano le stanze di Thui.
In questo caso i tronchi, privi di corteccia e rami, erano così snelli e slanciati che non mi sembrava possibile potessero resistere al peso di tutta quell'altezza senza spezzarsi.

Eppure, con piante così alte e chiome altrettanto fitte, ci trovammo presto al buio.

Man mano, i nostri passi iniziarono a rallentare, sempre più cauti e incerti sul percorso.

Un paio di occhi gialli, brillanti dell'oscurità presero a fissarmi.

«Chiedo scusa.»

Thui si era improvvisamente girato nella mia direzione, rendendosi conto della nostra difficoltà nel proseguire. 

«La mia tribù ci vede perfettamente al buio.» Dichiarò, facendomi ricordare come nelle sue stanze, poche ore prima, si muovesse perfettamente nonostante l'ambiente privo di luce.

E stavo quasi per abbassare nuovamente la guardia, tranquillizzandomi su come quella non fosse una trappola, quando, senza alcun preavviso, l'essere dell'Altro Sole scomparve con uno scatto nell'oscurità.

Il cuore mi si fermò in petto, mentre gli uomini di Dollarus, nonostante fossero stati altrettanto presi alla sprovvista, mi furono subito attorno, ancor prima che il loro Signore glielo ordinasse.

Nel buio, gli occhi di Gideon lampeggiarono d'oro.

Estrassi il pugnale.
I muscoli tesi.
Le orecchie fischiavano nel silenzio, scandito solo dai nostri respiri.

L'unica a sembrare indisturbata sembrava Aerin.

Poi, una dopo l'altra, nell'aria scura iniziarono a sollevarsi piccole scintille lampeggianti, fin quando il percorso non fu abbastanza chiaro per proseguire.

L'istante dopo, Thui era riapparso davanti a noi.

«Così dovrebbe andare meglio.» Disse, scuotendo un cespuglio e lasciando che altre lucciole iniziassero a illuminare l'aria.

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