L'impiastro della porta accanto

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-Signor Tomlinson, sua madre ha chiesto di lei- civettò Jude, la mia segretaria.

-Oh, per Natale, non è vero?- domandai con un sospiro scocciato.

Odiavo il Natale, riportava a galla tanti ricordi che ormai erano passati, ricordi che dovevano assolutamente restare intrappolati e sigillati in un cassetto della mia mente.

-Sì, esatto. Ecco- rispose porgendomi la cornetta. -Mi spiace tanto- aggiunse in un sussurro.

Le regalai un piccolo sorriso e la congedai.

Quando mia madre chiamava non era mai un evento positivo.

-Ciao, mamma.-

-Louis- rispose frettolosamente. -E' vero che ci sarai per Natale?-

Rotei gli occhi al cielo e afferrai la prima penna sulla scrivania, iniziando a disegnare scarabocchi sulla mia agenda personale.

Imperdonabile, davvero.

-Non lo so, mamma- risposi con tono piatto.

-Dai, Louis! Fallo per me e tuo padre, non ti vediamo da mesi!- esclamò frustrata.

-Mamma, sai che sono molto impegnato con il lavoro.-

-Certo, ma la tua vita non deve essere esclusivamente il tuo studio! Figlio mio, tu non hai neanche una vita sentimentale!-

-Io amo solo il mio lavoro.-

-Davvero, io non ti riconosco più! Dov'è finito mio figlio, quello che credeva ciecamente nell'amore? Quello che amava sempre?-

E' morto, mamma, è morto dieci anni fa.

Non risposi e continuai ad ascoltare passivamente le sue lamentele. Ormai era diventata una routine. Ogni anno prima di Natale mi chiamava per obbligarmi ad andare da loro, per stare un po' in famiglia, ma all'ultimo con delle scuse memorabili riuscivo a svignarmela.

Era una questione di tattiche subdole e inganni coltivati da anni.

-Ah, c'è una novità!- aggiunse dopo una serie di ramanzine. -Ti ricordi di Harry, il figlio di Anne?-

Mi irrigidii di scatto e trattenni il fiato.

-Viene a Natale a trovare la sua famiglia- concluse con un sospiro. -Lui sì, che è un bravo figlio!-

Tentai di non urlarle in faccia e, seppellendo il volto fra le mani, sospirai pesantemente.

Dovevo mantenere la calma, assolutamente.

-Ok, ci vediamo a Natale mamma- sussurrai a voce bassa, chiudendo definitivamente la chiamata.

Non potevo perdere altro tempo a sentire le sue infinite prediche, dovevo occuparmi di un caso molto importante che richiedeva la mia più totale attenzione.

Per qualche ora dovevo allontanare tutto il peso che ad un tratto si era posato sullo stomaco.

Pensare ad Harry era assolutamente vietato.

Harry apparteneva al passato, nient'altro.

Mancavo da Doncaster da parecchi anni.

Eppure tutto era rimasto immutabile, uguale, e, la solita aria natalizia che respiravo da piccolo, la sentivo ancora nonostante fossi già un adulto.

Forse era la magia di quella piccola città.

Bella, piccola e piena d'amore.

-Dove cavolo sei, Louis?-

Non era colpa mia se Caleb mi aveva trattenuto a lavoro per farmi un pompino discreto, ero pur sempre un uomo affascinante.

-Mamma, sto arrivando!- esclamai seccato.

L'impiastro della porta accantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora