Non seppi dire se il bruciore che provai agli occhi in quel momento fosse dovuto ad uno dei tanti reflussi gastrici o ad un'improvvisa malinconia legata ad una sensazione di vuoto che speravo, prima o poi, di riuscire a colmare di nuovo.

«Quando riuscirò a disintossicarmi?» Domandai, ignorando quei sentimenti che mi scavavano dentro.

Dollarus fece spallucce. «Ora pensate a ripulirvi da quest'altra tossina...» 

Mi accigliai, perplessa.

«Sto parlando dell'alcol!» Fu l'ultima cosa che disse, prima di allontanarsi sghignazzando.

Ricambiai il sorriso, seppur debolmente, per poi stappare la boccetta, trangugiandone il liquido.

Aprii la porta davanti a me.

Nel momento in cui varcai la soglia delle terme, venni avvolta da un'asfissiante ventata di aria calda.

Mi presi qualche istante per osservare il luogo nel quale mi trovassi, sia per orientarmi, che per ammirarne l'effettiva bellezza.

A perdita d'occhio si espandeva una costruzione di immense vasche d'acqua comunicanti, ognuna di forma, dimensione e profondità diversa.
Non avevo ancora avuto modo di mettere piede nell'acqua, ma ero abbastanza sicura che anche la temperatura all'interno sarebbe stata differente.

Un forte scroscio attirò la mia attenzione, guidandomi lungo gli argini di alcune conche in marmo, decorate con intarsi di zaffiro, finché non incappai in una cascata.

Sorrisi quando, al centro di questa, vidi una seconda statua rappresentante Dollarus. Chissà quante altre ce ne sarebbero state sparse nell'intera villa.

Mentre pensavo a come quell'architettura mi ricordasse il mio incontro con il Fossegrimen alla Fonte nell'Isola d'Inverno, mi sciolsi il nodo della vestaglia, lasciando che scivolasse al suolo.

Rabbrividii quando, indossando solo un sottile panno in lino, immersi il piede nell'acqua.

Proseguii, scendendo le scivolose scale della vasca, fin quando il livello dell'acqua non incollò il tessuto alla mia coscia.

Lentamente, lasciai che il mio corpo venisse sommerso sempre di più, finché non piegai le ginocchia e mi lasciai scivolare sott'acqua.

Sentii i miei capelli ondeggiare, come alghe, sopra la mia testa, mentre con piacevole stupore mi accorgevo di come i postumi della bevuta si stessero alleviando.

Emersi, boccheggiando, poco distante dal punto in cui mi ero immersa.

Portai entrambe le mani sul viso per ripulirlo dalle gocce e scoprirlo dalle ciocche rosse, che terminarono prima del previsto. Per un momento mi ero quasi dimenticata di come, ora, i miei capelli fossero più corti.

Sbattei più volte le palpebre, riaprendo gli occhi, finché questi non misero abbastanza a fuoco l'ambiente.

Sentii il cuore mi scendermi nello stomaco.

"Gideon!" Sussultai a quella presenza inaspettata.

Dollarus mi aveva detto che non avrebbe lasciato entrare nessuno... a meno che quel nessuno non fosse entrato prima di me.

Sbarrando gli occhi, Gideon ricambiò il mio stupore, confermando la casualità di quell'incontro.

Subito dopo il suo sguardo si fissò in lontananza.
Sul volto, dipinta un'espressione cupa.

Mi accigliai.

Quel suo essere improvvisamente così schivo era, senza dubbio, una novità.

«Che ci fai qui?» Disse, quando il silenzio divenne estraniante. «Sei venuta per saltarmi addosso di nuovo?»

Royal Thief IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora