Capitolo 65

Depuis le début
                                    

Ma il suo sorriso era visibile, si abbassò alla bambina l'ha guardò per un attimo, la bambina rimase immobile con le lacrime agli occhi, l'uomo la prese tra le sue braccia senza dire una parola.

"Dove mi porti" chiese la bambina ma l'uomo non rispose.

Eppure ha la bocca pensò lei nella sua testa.

"Ey parlo con te" disse dando un pugno sulla spalla con la sua piccola mano "perché non parli?" chiese accigliata.

Smise di protestare mettendosi le braccia incrociate, spuntarono nella strada, l'uomo l'ha lasciò andare a terra, la piccola guardò casa sua e sorrise.

Si girò per ringraziare ma scomparve, corse verso i suoi genitori, aprì la porta  trovandoli in cucina appena alzati, si girarono verso la loro figlia vedendo il ginocchio sbucciato.

Chiesero come se lo era procurato, ma lei rispose semplicemente di essere caduta quando è uscita.

Quella sera Eva aveva chiesto ai suoi genitori di dormire con loro.

Si stese in mezzo a loro lasciandosi ad abbracciare e si addormentarono.

A notte fonda sentì suo padre alzarsi di scatto, lei su girò dall'altra parte abbracciando sua madre che avvolse la sua bambina con il suo calore.

Entrambe furono svegliate dalle urla del padre, si alzarono di scatto, la madre tremava dalla paura, aprì l'armadio prendendo una maglione pesante del padre mettendolo addosso ad Eva che tremava anche lei.

La prese tra le sue braccia scese la scale velocemente con in braccio la bambina, andò nella porta sul retro, mettendo a terra la bambina.

"Scappa" disse con ancora il fiatone addosso

"Ma io non voglio lasciarti qui" rispose la bambina tra i singhiozzi e la pura di non vedrrli mai più.

Si tolse gli orecchini a forma di luna, li mise sulle orecchie della bambina.

"Queste ti proteggeranno" disse accarezzando le guance umide della bambina "Andrà tutto bene" disse mentre l'ha strinse tra le sue braccia.

La lasciò andare mentre Eva guardò la porta aperta uscendo da essa e chiuderla alle sue spalle, guardò quella porta per l'ultima volta, e corse dritto per la strada.

Mentre correva le sue gambe cominciarono a stancarsi, sentiva il cuore arrivargli in gola, ma continuò a correre, non si guardò indietro, aveva troppa paura.

La paura l'ha aiutava a correre, si fermò dalla stanchezza, si sedette a terra con il fiatone ancora in gola, avrebbe dovuto fermarsi per un minuto, il ginocchio pulsava ancora con tutto il cerotto.

Si alzò appoggiandosi al muro e continuò a camminare nella speranza che qualcuno l'aiuti.

Sbatte contro qualcuno trovandosi a terra, alzò gli occhi alla figura davanti a sé ed era ancora l'uomo che l'aveva portata a casa.

L'uomo si inginocchiò sulla bambina, che incontrava sempre, non sapeva se fosse soltanto una coincidenza oppure il destino voleva che si prendesse cura della bambina.

Guardò il viso della bambina, le sue guance erano piene di lacrime, i suoi occhi trasmutavano paura, terrore, la prese nuovamente tra le sue braccia inoltrandosi nel bosco, la bambina non oppone resistenza, non ne aveva le forze, tanto che si addormentò tra le braccia di quel uomo strano.

La piccola Eva si svegliò su un letto che non era suo ma in compenso aveva un pigiama pulito e la sua ferita al ginocchio era stata disinfettata, l'uomo era seduto davanti a lei.

solamente un gioco Où les histoires vivent. Découvrez maintenant