Capitolo 42 - Padre ottocentesco

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«Avete iniziato a bere senza di me?» ci voltiamo tutti insieme verso la persona che ha parlato.

«Konnell, dov'è Jillian?» chiede subito Olivia, senza neanche salutarlo, che educazione.

«Sta parlando con tua sorella.» risponde Konnell, indicando con un cenno del capo non so quale parte della stanza.

«Jillian è qui?» chiedo non potendo nascondere la sorpresa.

«Perché non dovrebbe?» chiede invece Olivia con una smorfia confusa, io capisco subito che nessuno oltre noi sapeva della separazione momentanea.

«Perché è stata poco bene ma adesso sta meglio.» salva la situazione Konnell come se niente fosse.

«Vado a cercare mia madre, ci vediamo a tavola.» finalmente Olivia si dilegua ed io posso scusarmi come si deve con Konnell.

«Mi dispiace Koll.»

«Non preoccuparti piccoletta.» mi da un bacio sulla testa, come fa spesso mio fratello, fortunatamente Kaden non lo guarda male come fa di solito.

«Quindi siete tornati insieme?» chiede Willow a Konnell e non sembra tanto felice.

«Si e non guardarmi così.» dice alla sorella con sguardo severo e fermo, quando fa così mi ricorda il padre di Kaden, anche se so che in realtà non è il padre di Konnell.

«Non giudico le tue scelte.» risponde sua sorella, Konnell la guarda come per dire "si, certo".

«Invece lo stai facendo.»

«Leggi nella mente?» borbotta Willow fulminandolo con lo sguardo.

«Ok, che ne dite se andiamo a sederci?» Harvey s'intromette per placare un possibile litigio che potrebbe nascere a momenti.

E così facciamo, io sono seduta in mezzo a Kaden e Willow, di fronte a me ho Konnell, accanto a lui c'è Jillian che non guardo nemmeno.

«Olivia, sei sempre più bella.» dice il padre di Kaden dopo mezz'ora di discorsi su affari con i genitori della ragazza in questione.

«Kris, grazie mille, sei gentile come sempre.»

Kris, potrei vomitare a momenti.

«Lily, sai che Kaden e Olivia erano promessi?» mi chiede Kris, io nego con la testa perché non credo neanche di capire cosa voglia dire.

«Kristoph.» lo richiama Mayko, lui la ignora.

«Sto solo dicendo la verità, avrebbero dovuto sposarsi.» fino ad adesso non aveva mostrato a pieno la sua stronzaggine in mia presenza.

Promessi? Avrebbero dovuto sposarsi? Ma dove siamo, nel Medioevo?

«E' una cosa fuori luogo da dire quando a tavola c'è l'attuale fidanzata.» s'intromette Konnell e sembra davvero infastidito dal comportamento di suo padre.

«Grazie.» mimo con le labbra a Konnell che mi fa un occhiolino in segno di complicità, il che mi fa sentire una stronza megagalattica.

«Lily, siamo davvero felici di averti qui.» mi dice Mayko con un sorriso dolcissimo.

Mi chiedo come abbia fatto una donna così buona e intelligente ad innamorarsi a suo tempo di Kristoph.

«Ti ringrazio, è bello essere qui.» non tanto in realtà, però non posso mica ammetterlo ad alta voce.

Le ore passano velocemente grazie a Kaden, Willow, Mayko e Konnell che ogni volta che il padre di Kaden cerca di dire qualcosa per farmi sentire fuori luogo, dicono o fanno qualcosa per distogliere l'attenzione del capo famiglia stronzo da me.

     Credo volesse davvero che Kaden si sposasse con Olivia, per non so quale tornaconto personale, da quanto ho capito i genitori di Olivia hanno una catena di B&B.

«Hai un padre ottocentesco.» dico al ragazzone dopo quasi mezz'ora di silenzio in auto.

«Io avrei usato il termine stronzo ma si, ottocentesco può andare bene.» risponde il ragazzone facendomi ridere.

Non ha tutti i torti.

«Posso stare tranquilla o ti ritroverò sposato con Olivia alla prima svista?» lo prendo in giro e lui si volta a guardarmi velocemente.

«Non ho intenzione di sposarmi tanto presto, non con lei almeno.»

«E' la seconda proposta di matrimonio sottointesa che mi fai.» continuo a punzecchiarlo e sul suo volto si apre un meraviglioso sorriso.

Ho notato che in compagnia di suo padre e dei suoi amici, Kaden non sorride quasi mai, rimane impassibile, sembra quasi un robot.

«Non mi sembra di averti chiesto niente.»

«Anche perché la risposta sarebbe no, mi merito una proposta come si deve.» faccio finta di tirarmela però poi scoppio a ridere da sola.

«Certo principessa.» risponde, «Dormi da me?» mi chiede poi.

Ormai in realtà ci siamo abituati a dormire insieme, perciò quando dormo al dormitorio dicamo che sento tantissimo la sua mancanza.

«Non posso, ho promesso alle mie compagne di stanza di passare la serata con loro a spettegolare.» dico ed è vero, se non avessi accettato le stronzette me l'avrebbero fatta pagare cara.

«E' tutto apposto tra di noi?» mi chiede poi quando arriviamo al dormitorio, ha spento l'auto.

«Perché non dovrebbe?» gli chiedo confusa.

Mi sono persa qualcosa?

Poi capisco che forse allude al fatto che suo padre ha fatto lo stronzo per tutta la serata.

«Credi davvero che la stronzaggine senza fine di tuo padre possa farmi cambiare idea su di te o su di noi?»  gli chiedo voltandomi verso di lui e avvicinandomi di poco.

«No?» mi chiede, non sembra essere certo.

«No.» confermo, annuendo.

«Sei importante per me, Parker.» dice, poi avvolge una mano dietro alla mia nuca e mi attira a se.

«E io ti amo, puoi scommetterci le chiappe.» rispondo con un sorrisetto.

«Il tuo romanticismo mi spiazza.» dice, ridendo.

«Ti spiazza la mia bellezza.» faccio spallucce e lui mi zittisce con un bacio.

«A domani ragazzone.» gli dico, poi lo bacio ancora una volta prima di uscire dall'auto.

«A domani Parker.»

Arrivi TuWhere stories live. Discover now