Capitolo 41 - Fuori di testa

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«Credi di aver digerito?» mi chiede all'improvviso un'ora e mezza dopo, io lo guardo confusa.

«Eh?»

«Siamo qui da quasi due ore, il panino l'abbiamo mangiato praticamente un'ora e mezza fa, direi di si.»

«Ti preoccupi della mia digestione?»

Quando si alza e con molta facilità mi carica sulla sua spalla, capisco perché mi ha chiesto se credevo di aver digerito, il grande gigante buono vuole lanciarmi nel mare come Fiona fa con Ariel in Shrek.

«Sono vestita, mollami!» gli urlo, ho la vista sul suo sedere scolpito, «Non azzardarti, questa è una delle mie maglie preferite.» strillo, è personalizzata e sopra c'è scritto "sono sentimentalmente incazzata con la Marvel per Tony Stark".

«Hai messo il costume come ti avevo chiesto?»

«Si ma non ho intenzione di spogliarmi e farmi il bagno.» rispondo decisa, non è del tutto vero.

«Risposta sbagliata, vorra dire che ti ci lancerò dentro tutta vestita.» ribatte tenendomi ancora a testa in giù, sono sicura che sto diventando rossa come il pomodoro per via della circolazione.

«Va bene, va bene, mi spoglio!» strillo ancora una volta e lui finalmente mi fa scendere.

«Non mi lamenterei se solo non fossimo in pubblico, anche se oltre noi ci sono solo poche persone.»

«Che cosa?» chiedo smarrita per qualche secondo, poi capisco «Intendevo spogliare nel senso che resto in costume, idiota!»

Quando resto in costume, dopo avermi ispezionata dalla testa ai piedi, il ragazzone mi carica ancora una volta sulla sua spalla.

«C'è bisogno di caricarmi in spalla come se fossi un sacco di patate? Ho due piedi, posso camminare verso l'acqua da sola.»

«Se cammini da sola però non posso fare questo.» mi tira una pacca sul sedere facendomi prima strillare e poi ridere.

Smetto di ridere solo quando mi lascia cadere in acqua, chiudo la bocca per non ingoiare l'acqua marina e ci metto qualche secondo per riemergere.

«Sai che qualcuno potrebbe considerarlo tentato omicidio?»

«Sai che con i film che ti fai nella tua testolina potresti gareggiare con Quentin Tarantino?» mi fa il verso ed io rido, perché non ha torto.

«Ed io che perdo tempo a studiare psicologia quando mi sarei potuta fare strada nel cinema.» rispondo con fare drammatico, lasciandomi a cadere all'indietro nell'acqua.

«Come attrice drammatica sicuramente.» risponde ed io mi avvicino a lui.

Avvolgo le mie gambe intorno alla sua vita e le mie braccia intorno al suo collo, il mio naso sfiora il suo e non posso contenere un sorriso. Adoro stare così. Mi allontano leggermente per baciargli dolcemente il collo, poi la mandibola e subito dopo gli lascio un bacio a stampo sulle labbra.

«Dove credi di andare?» mi chiede, però non mi da neanche il tempo di elaborare una risposta perché subito mi bacia e non ha niente a che vedere con il bacetto casto che gli ho dato poco fa io.

Il bacio di Kaden trasmette urgenza e passione, si prende tutto ciò che riesco a dargli, quello che non sa però è che gli do me stessa a ogni bacio, ogni carezza, in ogni cosa che facciamo insieme.

«Mi mandi fuori di testa e non te ne accorgi neanche.» mormora sulle mie labbra, la voce roca e carica di passione.

«Ragazzone, tu mi mandi fuori di testa dal primo giorno in cui i nostri occhi si sono incrociati.» ammetto ad alta voce con l'adrenalina che mi scorre nelle vene, poi riprendo a baciarlo, sussulto quando la sua erezione preme nel punto esatto in cui tutto il mio autocontrollo rischia di cedere.

«In passato mi sembra di averti detto che ho progetti più ambiziosi di finire in carcere.» dice, rompendo il bacio e allontanandosi di poco dalla mia faccia.

«Mh?» mugulo non capendo cosa voglia dire.

Non che riesca a ragionare più di tanto al momento.

«Parker, se non ti allontani rischiamo di farci arrestare per atti osceni in luogo pubblico.» dice, però torna a baciarmi sulle labbra in modo che India definirebbe "sciogli mutande" altro che strappa mutande.

«Potremmo fare piano.» sussurro sulle sue labbra tra un bacio e l'altro.

«Non siamo esattamente due persone che riescono a fare piano.»

«Andiamo a casa?» gli chiedo con un sorrisetto, lui mi guarda come se fossi la cosa più bella che abbia visto o meglio, il modo in cui mi guarda fa sentire me così.

«Per quanto mi piaccia averti avvinghiata a me in costume, si, andiamo a casa, ti preferisco avvinghiata a me nuda.»

«Sei davvero sfacciato.» ridacchio, poi gli stampo ancora una volta un bacio sulla bocca.

«E tu bellissima.» risponde, accarezzandomi la guancia in modo dolce.

«Anche tu.» rispondo e lui riprende a baciarmi.

Le sue mani stringono il mio sedere, le mie gambe si serrano ancora di più intorno ai suoi fianchi e il nostro bacio diventa più urgente.

«Ok, andiamo a casa.» mormoro sulle sue labbra e con a casa, intendo casa sua.

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