Capitolo 32 - Jackie Mano Rossa

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«Non sembri star bene.» mi fa notare, come se già non lo sapessi.

«Infatti sto di merda, grazie per avermelo ricordato.»

«Perché sei venuta allora?» mi chiede ed io lo guardo confusa.

«Forse perché devo lavorare?» gli chiedo ovvia, lui mi guarda e sembra voglia rimproverarmi come se fossi una bambina.

«Avresti potuto chiamare e dirmi che stavi male.»

«Nel contratto d'assunzione c'era scritto "venire a lavoro anche in punto di morte".» rispondo tirando su col naso ancora una volta, maledizione, mi prude da morire.

«Non è vero.»

«No ma comunque non volevo crearti casini.» faccio spallucce, so che avrebbe dovuto trovare una sostituta e non mi andava di farglielo fare all'ultimo minuto.

«Andiamo, vieni nel mio ufficio e stenditi sul divano, sembra che tu stia per svenire da un momento all'altro.» sussulto e non poco quando mi prende per mano davanti a tutti gli altri impiegati, compresa Marilyn che ci guarda come se fossimo le gemelle di Shining.

Non appena entriamo nel suo ufficio e lui si chiude la porta dietro, mi volto a guardarlo con le braccia incrociate al petto e lo sguardo severo.

«Sai cos'hai appena fatto?» quasi strillo non appena si volta a guardarmi, sembra confuso.

«Ti ho portata nel mio ufficio prima che ti spiaccicassi al suolo?» tira ad indovinare ed io lo guardo male.

«Hai appena dato qualcosa di cui parlare a tutti i tuoi dipendenti, che tra parentesi sono i miei colleghi.»

Già mi immagino i mille pensieri che si faranno, i loro sussurri alle mie spalle, la cosa diventerà sicuramente imbarazzante ed io odio l'imbarazzo.

«E come avrei fatto a fare ciò che stai dicendo?» mi chiede, come se davvero non ci arrivasse da solo.

E pensare che lo ritenevo intelligente.

Okay, è Jackie a parlare per me, divento intrattabile durante il periodo mestruale.

«Mi hai presa per mano davanti a tutti.» gli faccio notare e lui mi guarda come se davvero non ci vedesse nulla di male.

«Infatti, ti ho presa per mano, non ti ho mica baciata.» mi fa notare invece lui, adesso sembra infastidito tanto quanto lo ero prima io.

«Certo, niente di che dal momento che prendi per mano tutte le tue dipendenti vero?» gli chiedo sarcastica e lui nega con la testa.

«No, non prendo per mano nessuna dipendente a parte te a quanto pare, dove vuoi andare a parare?» mi chiede, stufo dei miei giri di parole.

Kaden è uno che arriva dritto al punto sempre, senza ma e senza se.

«Ora tutti penseranno che stiamo insieme o peggio, che scopiamo e basta.» ed ecco che strillo ancora.

Non mi va di passare per una che si scopa e basta, anche se non ci sarebbe niente di male, però non sono quel tipo di ragazza.

«Hai una fervida immaginazione.» afferma ed io lo fulmino ancora una volta con lo sguardo.

«Hale!»

«Parker, noi due usciamo insieme, pensi che nasconderò questa cosa? Mi pare di averti già detto in passato che ciò che facciamo, ciò che siamo, non lo nasconderò mai a nessuno.» mi dice avvicinandosi a me e facendomi rimanere per qualche secondo senza parole.

So che la pensa in questo modo, solo non credevo facesse sul serio con me, anche se ci speravo e non posso negarlo.

«Io...»

Arrivi TuWhere stories live. Discover now