Hogwarts

20 2 2
                                    

Il paesaggio scorreva via velocemente da sotto i miei occhi, mentre da dietro il finestrino della cabina tracciavo con lo sguardo il breve tragitto delle gocce di pioggia scivolare lungo il vetro. Era una giornata piovosa quella, gli alberi cedevano ad un dondolio frenetico sotto l'impeto del vento ed il cielo era tutto scuro, amavo quelle giornate, quando l'odore dell'umidità ed il rumore della pioggia echeggiavano nell'aria fresca, anche gli istanti sembravano stanchi, scorrevano con lentezza, quasi a sussurrare al mondo la loro tristezza.

I miei pensieri vennero però presto interrotti, quando, d'improvviso, il rumore della porta scorrevole della mia cabina ruppe il silenzio facendomi voltare di scatto.

-"Maledizione, non ci si può neanche sedere in pace";

fu con queste parole che una voce tagliente spezzò il silenzio mentre una figura sconosciuta si faceva largo tra i bagagli ed un profumo pungente avvolgeva il vagone.
Si trattava di un giovane ragazzo, dalle movenze talmente eleganti da far sembrare che ogni suo passo fosse stato precedentemente progettato, la sua pelle pallida come la neve si abbinava perfettamente al tempo fuori dal finestrino ed i suoi capelli platino accuratamente sistemati lasciavano intravedere i tratti affilati del suo volto.
Sistemò le sue cose nel vano portaoggetti sopra la sua testa e sedette sul divanetto di fronte al mio, mentre i suo occhi grigi come il ghiaccio scrutavano attentamente l'ambiente circostante cercando di evitare i miei.

Non una parola;

Trascorse così tutto il viaggio, nel silenzio più assoluto, il ché non potevo dire mi dispiacesse, infondo era proprio questo il motivo per cui avevo scelto quel vagone vuoto.

Passai il tempo restante del viaggio a scrutare attentamente fuori dal finestrino, aveva smesso di piovere ma cielo era ancora tinto un malinconico colorito grigio e l'erba umida risultava ancora appiattita dalle gocce della pioggia caduta

Deze afbeelding leeft onze inhoudsrichtlijnen niet na. Verwijder de afbeelding of upload een andere om verder te gaan met publiceren.

Passai il tempo restante del viaggio a scrutare attentamente fuori dal finestrino, aveva smesso di piovere ma cielo era ancora tinto un malinconico colorito grigio e l'erba umida risultava ancora appiattita dalle gocce della pioggia caduta.

Potrei giurare di aver sentito il peso del suo sguardo ricadere su di me di tanto in tanto, ma decisi che fosse meglio non assecondarlo.

Improvvisamente tra una montagna e l'altra qualcosa in lontananza attirò la mia attenzione, un bagliore, come un riflesso, alzai gli occhi al cielo e mi accorsi che finalmente era spuntato il sole, dovevano essere i suoi raggi che riflettevano sulle acque del lago nero. Hogwarts era vicina.
Un enorme castello, con torri e torrette occupò l'orizzonte, enormi distese di prati e foreste giacevano tra le montagne.

Notai lo sguardo curioso dello sconosciuto scrutarmi, sembrava sorpreso di vedere lo stupore nel mio volto, non era solito per uno studente della mia età guardare con sorpresa la scuola, ogni mio coetaneo su quel treno doveva già conoscere alla perfezione ogni singolo corridoio, gli unici volti sconosciuti erano quelli dei bambini pronti per il loro primo anno, eppure il mio sfuggiva alla sua memoria, probabilmente si stava chiedendo cosa ci facessi li.

Notai lo sguardo curioso dello sconosciuto scrutarmi, sembrava sorpreso di vedere lo stupore nel mio volto, non era solito per uno studente della mia età guardare con sorpresa la scuola, ogni mio coetaneo su quel treno doveva già conoscere alla pe...

Deze afbeelding leeft onze inhoudsrichtlijnen niet na. Verwijder de afbeelding of upload een andere om verder te gaan met publiceren.

Il rumore dello stopparsi del treno sulle rotaie ruppe nuovamente quel silenzio assordante ed il caos più totale distrusse la tranquillità che aveva caratterizzato il viaggio. Ciò poteva significare una cosa sola, ero arrivata a destinazione.
Tutti gli studenti uscirono in massa dalle loro cabine, le risate rumorose dei nuovi piccoli maghi e gli schiamazzi degli amici finalmente ritrovati impregnarono l'aria di felicità, eppure nella mia cabina l'atmosfera era tutt'altro che felice, piuttosto cupa e malinconica creando un contrasto quasi ironico con l'ambiente circostante.
Lo sconosciuto non sembrava aver fretta di lasciare il treno, non sembrava impaziente di incontrare i suoi amici e professori e come di fronte ad uno specchio, riuscivo quasi a rivedermi nel suo volto, neanche lui sembrava appartenere a quel posto.

In tutta tranquillità, dopo avermi lanciato un ultimo sguardo fugace, prese i suoi bagagli e lasciò la cabina in totale silenzio.

Raccolsi velocemente i miei bagagli e vagai tra i vagoni affolati per lasciare il treno, per ora nessuno aveva fatto caso a me e di questo ne ero contenta.
Tutti sembravano dannatamente sicuri, ognuno di loro sapeva esattamente cosa fare e questo mi intimoriva un po, a differenza loro non avevo la minima idea sul da farsi e temevo che questo avrebbe attirato l'attenzione su di me. Attraversammo l'immenso cortile e finalmente arrivammo alle enormi porte di ingresso in rovere che conducevano alla sala grande, era lì che dovevo andare. Un comitato di benvenuto ci stava già aspettando e ci indirizzò all'interno il quale era stato minuziosamente allestito in onore del nostro arrivo. Quattro lunghe tavolate ricche di qualsiasi cibo immaginabile riempivano l'enorme spazio ed un ultima tavolata divideva noi studenti dai professori, il soffitto doveva essere stato incantato per rispecchiare il cielo all'esterno dando così l'impressione di essere in uno spazio aperto mentre la luce proveniva da una quantità inaudita di candele, probabilmente anch'esse frutto del medesimo incantesimo.

Mi sedetti furtivamente alla fine di una tavolata, c'era qualche spazio vuoto che separava me e il resto degli studenti e fortunatamente non avevo ancora attirato l'attenzione di nessuno.

-"Un attimo di attenzione per favore!"
Fu con questa manciata di parole che una figura autoritaria, alzatasi dal tavolo dei docenti riuscì a placare il caos che dominava nella stanza. Un mago anziano, dai capelli e la barba argentati tanto lunghi da doverli infilare nella cintura per non inciampare, i suoi penetranti occhi azzurri scrutavano l'intera sala da dietro i suoi occhiali a mezzaluna, non poteva che essere il preside Silente.

-"Desidero dare a voi tutti un caloroso benvenuto e bentornato presso la scuola di Hogwarts. Prima di dare inizio al nostro banchetto, auguro un sincero in bocca al lupo al nuovo corpo insegnanti... Adesso passiamo a cose più inquietanti.." continuò; "su richiesta del Ministero della Magia, Hogwarts ospiterà i Dissennatori di Azkaban fino al momento della cattura di Lord Voldemort ed i suoi seguaci. Questi saranno di guardia ad ogni accesso della scuola, ora.. seppur rassicurato che la loro presenza non disturberà le nostre quotidiane attività... un avvertimento...i DIssennatori sono creature malvagie, non faranno distinzione tra colui a cui danno la caccia e chi si trova sul loro cammino, quindi devo avvertirvi caldamente di non dar loro alcun motivo per farvi del male..non è nella natura dei Dissennatori il perdono..."

Un clima tetro avvolse la stanza e il volto di chi vi era all'interno, non appena il nome di tu sai chi fu pronunciato, riuscivo a notare come la gioia sui volti dei presenti avesse lasciato spazio ai pensieri.
"Ed ora.. come ogni anno dà ufficialmente inizio alla cerimonia di smistamento" esordì SIlente, quasi a voler dimenticare ciò che era stato appena detto "quando la professoressa Mcgranitt chiamerà il vostro nome il cappello parlante deciderà le vostre sorti smistandovi in una delle quattro case: Corvonero, Tassorosso, Grifondoro e Serpeverde." concluse

"Oh quasi dimenticavo" proseguì il vecchio mago, "Signorina Ecate, si avvicini"

Al pronunciare di quelle parole, un brusio fastidioso di voci curiose invase l'atmosfera, ogni singolo volto nella stanza iniziò a contorcersi freneticamente alla ricerca di Ecate, sfortunatamente Ecate sono io.

I profondi occhi di Silente erano fissi nei miei ed in pochi istanti una sensazione di bruciore assalì il mio petto, mi alzai lentamente dal mio piccolo angolino di oscurità, sorretta dall'ansia e dalla paura. Percorsi il lungo tragitto nel mezzo delle due tavolate centrali riuscendo a sentire ad ogni passo lo sguardo attento di ogni singolo mago e strega frantumarsi contro di me.

-"Signorina vorrebbe farmi il piacere di dare inizio alla cerimonia?"

Avanzai ancora un po, porgendo la mano destra al vecchio mago, che teneva delicatamente nella sua mentre mi accompagnava a sedermi su un vecchio sgabello posto di fronte la tavolata dei docenti , il quale mi metteva faccia a faccia con il resto dei maghi. Cercai di cogliere con gli occhi qualche dettaglio sulle pareti in modo tale da non dover incrociare lo sguardo curioso di nessuno.

La professoressa Mcgranitt prese il cappello e fece cenno di poggiarlo sopra il mio capo ma prima ancora che potesse sfiorarlo parlò e disse:"Interessante.. oh molto interessante. Ecate, dea della magia e signora dell'oscurità, un nome curioso conoscendo la vostra storia, un destino crudele ahimè. Ohh so bene cosa fare di voi, so esattamente dove collocarvi, come vostro padre e vostra madre prima di voi, nella speranza di un destino assai migliore, SERPEVERDE!".

Je hebt het einde van de gepubliceerde delen bereikt.

⏰ Laatst bijgewerkt: Mar 01, 2022 ⏰

Voeg dit verhaal toe aan je bibliotheek om op de hoogte gebracht te worden van nieuwe delen!

Philofobia Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu