Come 'Ma che ti prende oggi?'? E glielo chiede pure? Non capitava mica tutti i giorni che la sua ragazza chiedesse di fare la doccia nel suo bagno, di usare il suo accappatoio e di asciugarle i capelli perché era una cosa - a suo dire - incredibilmente romantica. E anche di stritolare la sua testa contro i suoi seni.

Rimase a fissarla come un ebete per una manciata di secondi, tanto che Marinette si chiese se avesse la febbre. E stava quasi per andargli vicino e tastargli la fronte, quando Adrien sorrise - seppur in maniera poco convinta - e le rispose: "Chiamami quando hai finito."

Lei decise che avrebbe indagato più tardi, quindi sorrise per l'ennesima volta e richiuse la porta del bagno.

"Ah, le donne..."

Adrien si girò di scatto. "Tu non ti intromettere."

Plagg rise sotto i baffi - veri, per la cronaca. "Ah, i pivelli innamorati."

Adrien corrugò le ciglia. "A chi hai dato del pivello?"

Plagg assunse uno sguardo da gattino innocente. "E chi ha parlato di pivelli?"

Adrien scosse la testa. "Ricordati, caro mio, chi rifornisce il tuo pancino di cremoso e delizioso Camembert."

"E tu ricordati, caro mio, chi è che ti ha fatto diventare il più figo e ambito supereroe di tutta Francia" ribatté Plagg, incrociando le piccole braccia nere al petto.

"Brutto di un gatto, se ti prendo te la faccio vedere io!"

Plagg si scostò dalla traiettoria delle sue mani, un sorriso sadico stampato in volto. "Tanto non mi prendi!"

***

"Adrien?", chiamò Marinette, affacciandosi alla porta del bagno. "Ho finito, puoi venire."

Lui si alzò di scatto dal divano, dove si era riseduto dopo essersi arreso alla cattura di Plagg, e da cui decise non si sarebbe più mosso fino a che lei non lo avesse chiamato.

"Arrivo" rispose, in un tono piuttosto innaturale.

Si affrettò a richiudere la porta del bagno perché lei non prendesse freddo con gli spifferi che arrivavano da fuori. Dopodiché, si voltò a guardarla, e divenne rosso come un peperone vedendola col suo accappatoio ancora indosso.

"Perché mi guardi così?", chiese lei, con una voce pericolosamente innocente.

Lui la guardò con la faccia più indifferente che potè. "Così come?"

Lei incrociò le braccia al petto, poco sotto l'altezza del seno. Del seno.

Adrien deglutì per la centesima volta, quel pomeriggio.

"Come se fossi un croissant al cioccolato, ecco come."

Lui sbatté le palpebre, buttandola sul malizioso. "Io ti definirei più come un macaron alla fragola."

Lei arrossì. "Dai, vieni. E non fare lo scemo."

Prese una sedia e l'asciugacapelli, e si posizionò proprio sotto lo specchio del lavandino. Attaccò la spina alla corrente e gli porse il fono, poi si sedette e liberò i capelli dall'asciugamano che aveva attorcigliato in testa.

Lui fece per premere il tasto ON, decisamente impacciato, quando Marinette si voltò e gli disse sadica, gli occhi stretti a due fessure: "Guarda che prima devi pettinarli."

Lui rimase per un attimo interdetto, poi si diresse subito verso il cassetto in cui si trovava la spazzola e tornò da lei. Osservò un istante i suoi capelli bagnati, scuri e lucenti, e si chiese da dove si dovesse iniziare per spazzolarli.

Ces deux sont faits l'un pour l'autreWhere stories live. Discover now