✨Chapter 3✨

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-Assolutamente no, Giorno! Cosa ti salta in mente?-

Sbotta improvvisamente mia madre dopo la mia richiesta di poter uscire a giocare un po' di tempo in più prima delle lezioni. Sarebbe un comportamento indecoroso o irrispettoso, sicuramente, ma voglio ancora una volta uscire da questa quotidianità che mi tiene rinchiuso in una gabbia e mi consuma dall'interno. Non sto trovando più un perché in tutta la monotonia che la mia famiglia mi fa vivere. So bene che lo fanno per il mio bene, e perché io abbia un futuro ricco e prosperoso e perché riesca a passare la mia vita al meglio, ma ogni giorno vivo sempre lo stesso ciclo di azioni che si ripetono, salvo delle rare e fortunate eccezioni, e ciò mi fa vivere nel completo sconforto.

Dal giorno del mio decimo compleanno sono cambiate diverse cose nel corso di due anni, come quella di avere il permesso di uscire dalla dimora, dove i tempi si restringevano sempre di più, finché la mattina non diventò quasi interamente dedicata allo studio, proprio come il pomeriggio, per cui ero costretto a svegliarmi ad orari improponibili per un bambino di dodici anni, perché volevo e voglio sapere. Sapere cosa c'è là fuori, tra tutti i campi coltivati e le spighe che mi impediscono la visione dell'orizzonte che amo vedere quando i campi sono sgomberati, meravigliato dal sole che con l'arrivare della notte si mescola con il cielo e le nuvole, creando un vero e proprio dipinto. Voglio sapere da dove vengono tutti i cinguettii squillanti degli uccellini che ai miei occhi rimangono invisibili forse nascosti nei loro nidi o in mezzo alla grande quantità di spighe presenti intorno a me, oppure dei grilli le sere d'estate, che ascoltavo la sera, prima di andare a dormire, per poi addormentarmi cullato dalla loro rilassante ma leggermente fastidiosa melodia per me incantata. Voglio sapere com'è vivere in città, circondato ogni giorno da persone di ogni genere e completamente diverse l'una dall'altra.

Sospiro, non ne posso davvero più. Mi decido, mi reco in camera mia, metto in spalla lo zainetto che mi portavo appresso tutte le mattine ed esco di casa, la voce acuta e fastidiosa di mia madre che gradualmente viene sempre più contrastata da quella che io chiamo "melodia della natura".

Corro. Corro come non ho mai fatto. Come se stessi scappando da qualcosa di tremendo, finché non perdo di vista il luogo dove ho passato quasi tutta la mia vita, smarrendomi tra le pannocchie o le spighe di grano ocra che si trasformano in dorate al contatto dei raggi caldi del sole che battono anche sul mio viso, su ogni lembo della mia pelle scoperto.
Quelle mattine in cui uscivo per giocare avevo un limite che non osavo mai infrangere, per cui giocavo spesso sotto l'ombra della mia casa, o intorno, ad ogni modo dovunque mi era consentito andare l'edificio era sempre visibile, non importava cosa.

Inizio a correre spensierato tra i campi coltivati, lasciandomi alle spalle per un po' tutti i doveri e soprattutto alle conseguenze di queste mie azioni trasgressive, finché non collido contro qualcosa, mi correggo, qualcuno. Cado a terra tenendomi la testa tra le mani dato il forte scontro che mi ha destabilizzato per qualche secondo.

-Waahh! Oddio Scusami non volevo proprio perdonami!-

Alzo lo sguardo costretto a coprirmi leggermente la visuale per via del sole, e non vedo altro che uno strano bambino, con un'aspetto familiare, ma a cui non do troppo peso.

-Tranquillo, non c'è problema-

Mi rialzo aiutato dal ragazzino che mi porge la mano, forse uno o due anni più grande di me. Mi pulisco dal terreno che mi ha sporcato i vestiti per poi vedere il ragazzo osservarmi a bocca aperta, come se avesse visto un fantasma.

-T-tu sei... no voi siete... un bambino ricco?-

-Immagino di sì... Perché?-

Vedo lo sconosciuto inginocchiarsi chiedendo perdono spaventato. Lo guardo perplesso chiedendomi se è quella la percezione che hanno tutti i paesani nei confronti del mio ceto sociale.

-Su, su, tranquillo non mordo mica.-

Gli rivolgo un sorriso e lo faccio rialzare, aiutandolo nella sua stessa precedente maniera.

-A-allora non siete arrabbiato?-

Gli sorrido divertito, per poi tornare alla mia espressione neutra.

-Lo sarò se rimarrai formale con me.-

-Guido! Dove ti sei cacciato!? Finiremo nei guai se usciamo troppo dai confini del paese, lo sai!-

Improvvisamente mi sento tirare per poi ritrovarmi in una manciata di secondi dietro un albero piuttosto grande, per esattezza un ciliegio, che si trova proprio sul ciglio di una rovinata stradina acciottolata.

-Scusami allora se faccio cosi, dopo spiegherò tutto.-

Rimango perplesso dalla situazione, ma rimango in silenzio, sentendo la voce sospirare e sussurrare chiedendosi dov'era finito quel Guido.

Guido?

Dove ho già sentito questo nome? Sarà il bambino accanto a me a chiamarsi in quel modo?

Spazio autrice

Heylà bella gente come va la vita? No perché Sk8 the Infinity mi sta logorando dall'interno. Comunque non so se la prossima settimana scrivere una pov di Guido o rimanere su Giorno, che ne dite? Lolol ho deciso che dato le storie le scrivo al sabato sera/notte tra la domenica e il sabato, ho deciso di recensire i nuovi episodi che escono e che guardo il sabato quando vengono pubblicati con i sub inglesi, senza aspettare quelli italiani perché sono frustrata, quindi inizierò a mettere gli spoiler ahead dalla prossima volta penso.

So che è un capitolo molto corto gomennn però bho mi piace finire in suspance anche se a volte risulta cringe ahahahah

Detto questo se vi è piaciuto questo capitolo lasciate una stellina e alla prossima con il capitolo 4 ;33

~Hikaru

Dreams - Giomis (IN REVISIONE)Where stories live. Discover now