"Tua madre ha ragione. È una fortuna che i medici l'abbiano scoperto così presto. Nessuno vuole immaginare cosa sarebbe successo se non ti fossi rotto il braccio oggi". Suo padre sembrava ancora piuttosto serio, ma c'era un piccolo sorriso che gli sfiorava l'angolo delle labbra. Non faceva sentire Koutarou molto meglio, però.

"Vedi?" Tetsurou si consolò. "Quindi oggi ti ho davvero salvato la vita. Dovresti essermi grato, amico".

Lui lanciò al suo migliore amico uno sguardo infastidito. Era l'unico qui a farsi prendere dal panico perché aveva un maledetto cancro?

Il dottore continuò: "Beh, non è ancora certo che il tumore sia maligno. Dobbiamo ancora fare alcuni test. Se risulta innocuo, potrebbe non esserci affatto bisogno di un intervento chirurgico".

"Operazione?! Mammaaaa..." Koutarou nascose il viso nella spalla di sua madre, con le lacrime che iniziavano a formarsi negli occhi. Questo doveva essere il giorno peggiore di tutta la sua vita.

Più tardi, quel giorno, fu ricoverato nel reparto pediatrico in modo che i medici potessero iniziare i loro esami il più presto possibile. Koutarou era seduto in uno dei letti in una stanza condivisa con altri bambini. Erano tutti malati, alcuni erano fastidiosamente giovani e quindi troppo rumorosi e Koutarou sapeva già che avrebbe odiato molto quel posto.

Si rotolò nel suo letto, indossando ancora la sua uniforme scolastica dato che i suoi genitori stavano tornando a casa proprio ora per fare i bagagli per il suo soggiorno e prendere il pigiama.

"Questo fa schifo..." si lamentò per la quinta volta da quando erano lì e Tetsurou si limitò a sospirare.

"Beh, almeno non hai scuola per le prossime... quanto, settimane? Mesi? Tirati un po' su, no?".

"Vaffanculo. Sei il peggior amico di sempre, lo sai?" L'ultima parte era ovattata, dato che Koutarou stava nascondendo la faccia nel cuscino.

"Tu mi vuoi bene" venne dall'altro lato del letto, dove l'adolescente dai capelli neri si era messo comodo.

Sì, certo, ma non era questo il punto ora.

"Ehi, Tetsu..."

"Hmm?"

Si girò e guardò l'altro adolescente con uno sguardo serio sul viso.

"E se avessi davvero il cancro?"

L'altro esitò prima di sfoderare un sorriso sfacciato. "Almeno hai un motivo per sbarazzarti di quei tuoi orribili capelli".

Koutarou afferrò il cuscino e lo lanciò in direzione del suo cosiddetto migliore amico, cosa che lo fece quasi cadere dal letto. Se lo sarebbe meritato.

Mormorò un commento su come i capelli di Tetsurou fossero ancora più un disastro dei suoi, ma l'altro si limitò a ridere.

"Ehi, fratello".

"Hmm..."

"Sono sicuro che staresti benissimo da calvo".

"Zitto, idiota".

Il cazzeggio non si fermò finché non tornarono i genitori di Koutarou, con grande disagio degli altri ragazzi e dei genitori nella stanza. C'erano un sacco di cuscini che volavano tra i due ragazzi, finché una delle infermiere non arrivò e li confiscò tutti. La loro piccola battaglia di cuscini distrasse almeno Koutarou, il che sembrò tranquillizzare un po' i suoi genitori. L'umore del ragazzo era molto meglio di prima, anche se lo rimproveravano perché non riusciva a comportarsi bene.

Tetsurou doveva andarsene presto perché il giorno dopo c'era la scuola. Si abbracciarono e il ragazzo dai capelli neri gli promise di andare a trovarlo domani, subito dopo la fine degli allenamenti. I suoi genitori rimasero un po' più a lungo, ma alla fine dovettero partire anche loro.

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