Alla fine era destino (Christine e Niall) di CiProvoNonSoComeAndr

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E’ andato via pochi giorni dopo la nascita della piccola Zoe, non abbiamo né parlato di noi né pensato al nostro futuro, ci siamo goduti semplicemente quei pochi giorni chiusi dentro quelle quattro mura a ridere, scherzare, viverci, raccontarci. Nessuno dei due ha voluto pensare a come sarebbe andata, a cosa sarebbe successo una volta che sarebbe risalito sul suo aereo per tornare a New York; non mi ha nemmeno chiesto di seguirlo, mi ha solo guardata dritta negli occhi e detto ancora una volta: “Ti amo”.

Io non ho risposto.

Non ho avuto il coraggio di dire Ti amo a chi mi ha fatto tanto male e allo stesso tempo tanto bene, non ho avuto la caparbietà di lottare per lui ancora una volta, stanca di un amore che sembrava solo fatto di attimi felici mentre tutto il resto andava in malora. Ho preferito rimanere in silenzio, sorridere abbassando lo sguardo e stringendo la sua mano prima che sparisse, non appena avrebbe superato la porta scorrevole che separa chi resta da chi rimane.

Volevo un futuro diverso per noi, migliore, fatto di momenti felici come quelli vissuti insieme in quei pochi giorni, ma no è possibile avere quello che si desidera quando sai quanto sia sbagliato, per te, lui. E’ tutto ciò che mi farà sempre rimanere in allarme, mi farà soffrire, mi farà essere gelosa, mi farà arrabbiare per ogni piccolezza.

Mi volto su di un lato facendo scivolare le mani sotto il cuscino e osservando dalla mia finestra quel 14 Febbraio come se fosse un giorno qualunque, come se fosse un giorno che non ha più lo stesso valore di un tempo. I giorni sono tutti uguali, nessuna differenza.

Lucky, ormai sveglio quanto me, salta sul letto accovacciandosi ai piedi di questo come è sua abitudine fare ogni mattina.

“Buon giorno” Ho ancora la voce impastata di sonno, gli occhi semi chiusi e una voglia di alzarmi pari a zero questa mattina. Vorrei poter rimanere su questo, caldo e comodo, letto per l’intera giornata, fingere che tutto sia solo un sogno e risvegliarmi domani.

Lucky mi guarda silenzioso, sono certa che se potesse parlare mi darebbe ragione; mi direbbe di rimanere davvero a letto questa mattina. Lui è un pigrone. Si accascia con il muso sulle zampe puntando anche lui verso la finestra come me. Entrambi in silenzio osserviamo le palazzine di fronte a noi, prima o poi questa giornata comincerà.

Scivoliamo sotto la doccia ancora nudi, desiderosi per l’ennesima volta di consumare il nostro amore affogato di baci e carezze che sanno di desiderio reciproco e voglia di conoscerci sempre di più come se non fosse mai abbastanza. Mi godo i suoi baci sotto il getto d’acqua calda, le sue mani che scivolano lungo il mio corpo nudo mentre sorriso felice di essere li, di aver scelto lui.

“Niall smettila” Tento di afferrare il bagnoschiuma ma lui mi ferma ancora riportando le mie mani sul suo petto sorridendo quando indispettita tento con una mossa veloce di poter scivolare via da lui.

“Guarda che non ho intenzione di lasciarti andare adesso” E dopo? Vorrei chiedere, ma lo tengo per me.

Lo bacio godendo di quell’istante come l’ultimo, come se ogni secondo che passa mi avvicina al momento nel quale lui andrà via e quello sarà un addio. Non so perché stiamo vivendo in questo modo, non so neanche se sia giusto vivere il nostro amore così, ma sembra l’unico che ci faccia star bene, che ci faccia godere l’istante senza pensare a tutti i problemi che invece dovremmo pensare a risolvere.

Lascio che le sue braccia mi avvolgano stringendomi al suo petto, che le sue labbra scivolino lungo il mio collo e bacino ogni centimetro della mia pelle. Affondo le unghia sulle sue spalle quando un brivido mi percorre tutto il corpo.

“Vorrei che non esistesse un domani” Sussurra.

Quando riapro gli occhi capisco che è  ora di alzarsi, scivolo fuori dal letto assonnata e mal volentieri mi costringo a raggiungere la doccia. Una veloce, una che può solo cancellare l’ennesimo ricordo che riaffiora.

Indossando il mio completo da lavoro preparato il giorno precedente lascio l’appartamento e Lucky dritta fino alla caffetteria, desiderosa di un caffè bollente e di una vita nuova. Controllo i miei appuntamenti del giorno, verifico se qualche nuovo cliente è giunto da noi. Daniel scrive di pranzare insieme oggi, rispondo che ci sarò.

Percorro le strade continuando a mantenere lo sguardo sulla mia agenda sorseggiando il caffè caldo tenuto nella mano libera. Le mie nuove Louboutine fanno un po’ male, ma le adoro così tanto che le indosso ogni volta che posso per il semplice gusto di sentirmi impeccabili con un paio di scarpe come quelle ai piedi.

“Quando parti?” Sono distesa su di lui a pancia giù, con la testa sul suo petto, mentre lui accarezza i miei capelli con una mano e l’altra sta dietro la testa, poggiata su dei cuscini. Un lenzuolo ci copre a malapena entrambi, ma siamo accaldati e stanchi.

“Domani mattina alle 6” Oggi è l’ultimo giorno insieme prima della sua partenza. Non vorrei partisse, ma non ho il coraggio di dirgli di non farlo.

“Li le cose vanno bene?”

“Molto, la Horan ha ripreso a funzionare nonostante lo scandalo di mio padre” Alludendo sicuramente al mio articolo e alle conseguenze derivate dallo scoop. Ci sono stati diversi vantaggi dietro a tutta quella storia, una tra questi che Horan ha dovuto rimborsare ogni bambino e provvedendo alle spese ospedaliere.

“Mi dispiace solo perché quella storia ha coinvolto anche te”

Lui fa segno di no con la testa. “Era giusto che andasse così”

Sollevo lo sguardo fino alle sue labbra, ho voglia di baciarle ancora e lo faccio.

“Buon giorno a tutti” Entro in ufficio mentre tutti sono già a lavoro, percorro a passo spedito il corridoio centrale senza mai sollevare lo sguardo. Sento i bisbigli di molti, le dita veloci di altri che battono sul proprio computer il nuovo articolo del giorno, chi soffia sul suo ennesimo caffè dopo una lunga notte insonne.

Aprendo la porta del mio ufficio non bado a niente se non ancora al mio telefono, poggio la borsa al solito posto, poi il mio caffè sulla scrivania piena di articoli mai finiti.

“Certo che potrebbero anche derubarti e tu non ti accorgeresti di nulla!” Una voce. Sollevo lo sguardo sapendo a chi appartiene.

I miei occhi si illuminano di gioia quando un meraviglioso ragazzo, dallo sguardo azzurro il sorriso da mozzare il fiato con il suo completo impeccabil,e è seduto sulla mia poltrona con le mani incrociate e i gomiti poggiati su di essa.

“Non ci credo!”

“Ho preso il primo volo questa mattina per stare insieme a te il giorno di San Valentino” Spiega, ma io mi getto tra le sue braccia senza nemmeno volerlo sapere il perché sia qui. Avrebbe potuto usare una qualsiasi altra spiegazione e io sarei comunque saltata addosso a lui felice come non mai.

“Ma avevi detto che non ci saresti stato!”

“Sorpresa!” Esclama stringendomi e ridendo con la sua solita risata chiassosa. “Non riusciamo mai a passare del tempo insieme”

“Sono felice tu sia qui”

“Anche io”

Oggi non sarebbe dovuto esserci, avrebbe dovuto lavorare tutto il giorno rimanere lontano da me ancora una volta per settimane, a causa del lavoro, ma eccolo qui. Ha attraversato chilometri, lasciato in asso tutto quanto solo per rimanere poche ore in mia compagnia, perché il nostro amore ancora una volta, nonostante le ferite i pugni allo stomaco, è ancora vivo; esiste perché abbiamo deciso e voluto provare, senza di lui la mia vita non avrebbe lo stesso valore.

Le distanze sono difficili alle volte ma mi basta vederlo anche un solo giorno ed essere felice quelli dopo ancora sapendo che, quando lo rivedrò, sarà ancora più bello e ancora più innamorata dell’unico ragazzo che sia riuscito a rendermi davvero viva.

“Ti amo”

“Ti amo anche io” Dico come ho già fatto mille altre volte, pentita di non averlo fatto quella volta. Bisogna non pensare, non decidere chi amare ma godersi l’amore  e sostenere insieme qualsiasi difficoltà. Viviamo di attimi, di momenti che ci porteremo per sempre nel cuore, perché è solo quello che conta: viversi. 

Be My ValentineWhere stories live. Discover now