Ora È Libero?

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Pov Irene
<<Salve scusi disturbo? Sono Irene Brooks.>> dissi leggermente imbarazzata notando solo ora la figura vestita di nero che sedeva davanti a Silente. Era senza alcun dubbio il professor Severus Piton,  un brividi mi percorse la schiena appena si girò per guardarmi nel occhi. Eccome se me lo ricordavo sono stata una sua ex  studentessa e lui per me era un mito. Quando ho frequentato io, lui era da poco insegnante, ho studiato insieme a Ninfadora Tonks una Tassorosso, ora giovane auror. L'ho sempre trovato un uomo estremamente interessante e misterioso ma non mi sono mai avvicinata anche dopo aver preso il diploma perché lui è un uomo riservato e pensavo di non potergli mai interessare e di risultare solo ridicola.
Pov Severus
Silente la fece accomodare e quel Lupin la saluto con un bacio sulla guancia. Io ero verde di gelosia e non sapevo neanche il perché. Quella ragazzina mi aveva stregato e non ci eravamo scambiati neanche due parole. Io avevo sentito bene la conversazione avuta poco prima con il suo migliore amico e non sapevo come reagire. Sembrava la mia descrizione.... Non può essere non farti pensieri su, era una tua alunna mi dissi. Infatti era ora è una donna molto interessante e con una bellezza semplice ma mozzafiato per me. Devo calmarmi non mi riconosco nemmeno. La seguii con lo sguardo mente si sedeva accanto a me senza timore alcuno. Mi stupiva sempre di più quando Silente e lei iniziarono a parlare io ero completamente fuori controllo e non capivo come potesse essere accaduto. Irene Brooks... Ora ricordo era una serpe, faceva parte della squadra di quiddich e grazie a lei la coppa era sempre stata di serpeverde. La ammiravo perché anche essendo mezzosangue non l'aveva mai nascosto come invece negli anni di scuola avevo fatto io. Mi riscossi dai miei pensieri quando calò il silenzio e il mio mentore mi guardava con sguardo inquisitore ma curioso. I suoi occhi dietro le lenti a mezzaluna pretendevano risposte che io però non avevo. La ragazza si rivolse a me <<Professor Piton si sente male? È molto distratto, l'ho annoiata? Se vuole faccio da sola tranquillamente. >> mi guardò e io chiesi accesso alla mente di Albus per sapere cosa si erano detti. Lui mi permise quel intrusione << Caro ragazzo mio la ragazza ha un lavoro per il ministero e deve modificare una pozione, cosa che fa di frequente ma ha bisogno di un ingrediente che puoi procurarle solo tu e magari di un consiglio... >> uscii dalla sua mente e fissai la mia maschera per risultare professionale. Quella ragazza voleva passare del tempo con me solo per lavoro. Lei modificata pozioni di lavoro... Affascinante <<Sarò lieto di aiutarla quando vorrebbe iniziare? >> dissi senza pensare e lei mi sorrise.

Pov Irene
<<Ora è libero?>>dissi scherzando. La tensione che si era creata all'inizio era ormai scemata. Perdersi in quelle iridi era estremamente rilassante. <<Molto intraprendente ottimo. Naturalmente potremmo iniziare anche adesso. Non mi piace perdere tempo spero che con lei non ci sia questo rischio. >> disse lascivo e io lo guardai stupita. <<Spero di non farle perdere tempo allora. Da dove preferisce iniziare? >> lo guardo e un  ghigno compare sul suo volto. Estremamente affascinante... Basta fare questi pensieri rimaniamo concentrate pensai. << potrebbe parlarmi della pozione in esame e magari cerchiamo una soluzione ottimale per poterla ultimare. Che ne dice? >> sorrisi e annuii << però non qui è una pozione per il ministero non vorrei che ci sentissero orecchie indiscrete. La segretezza è una delle abilità che dovrebbe avere un pozionista. Ricordo bene che questa frase la pronunciò un uomo saggio che veste in nero.>> dissi sfindandolo e ignorando completamente la presenza del preside. Egli si schianti la gola e disse sorridendo furbo <<vedo che siete in buoni rapporti, Severus ragazzo mio portala nel tuo laboratorio privato così non ci sarà alcun rischio di essere sentiti o spiati.>>
Pov Severus
Sapevo benissimo a cosa alludesse quel vecchio pazzo ma non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Era una visione, non indossava nulla di osceno o inappropriato ma mi aveva colpito. Quel maglione largo la faceva sembrare così femminile ai miei occhi, la sua pelle abbronzata e il suo profumo erano una calamita. Dovevo calmarmi o non sarei riuscito a ragionare. Quando lei si assicurò meglio la tracolla sulla spalla il maglione si sposto leggermente. Mostrando la clavicola e io la guardai tentando di non avvicinarmi. Cosa mi stai facendo Irene...?

Io ero un suo professore perché non le riuscivo a staccare gli occhi di dosso. Su torna in te Severus pensai.

Degliutii e le dissi cortese <<la dia a me e mi segua. Iniziamo subito. >> la vidi arrossire e subito mi resi conto delle parole che avevo scelto. "la dia a me" imbarazzato dissi <<la borsa naturalmente. >> lei sorrise e disse << c'è la faccio, sembro magrolina ma non ho mai avuto bisogno di aiuti stia tranquillo e non si affatichi>>. Io uscii facendole segno con la testa per farmi seguire e quando fummo fuori le presi la tracolla e dissi <<Non mettevo in discussione la sua indipendenza. Penso solo che faremo prima se la aiutassi. Il mio laboratorio è celato da un passaggio segreto meglio che sia io a prendere la borsa così che lei sia più libera di muoversi. >> lei annuii.<< Mi dispiace aver rifiutato il suo aiuto ma sa una donna che fa il mio mestiere e sempre sminuita e avevo paura che lei stesse alludendo a qualcosa. Spero che lei possa perdonarmi non volevo essere scortese.>> quando sentii risuonare quelle parole con voce imbarazzata  la rassicurai <<Stia tranquilla so benissimo in che società viviamo e pultroppo la capisco. Spero di aver chiarito il malinteso. Non volevo offenderla, signorina Bronks? >> lei annuii e disse semplicemente <<sì >>. Ok non era impegnata la mia curiosità mi aveva tradito e avevo voluto appurare un fatto già detto. Si era presentata con il cognome da nubile, quello che aveva a scuola, ma avevo bisogno di un ulteriore conferma. Cosa ti sta succedendo Severus? Presi la borsa e guidai la ragazza verso i sotterranei. Attraversammo i corridoio che portavano alle mie stanze e dopo aver tracciato due S su un arazzo raffigurante Salazar si apri la porta che conduce a al mio ufficio. Io la feci passare per prima e lei entrò, successivamente chiusi la pesante porta e le indicati un altra porta posta a destra di un camino e una poltrona rigorosamente nera con rifiniture argentate. Lei rimase stupita non era mai entrata qui nessuno era mai entrato e subito dopo mi seguì senza fare domande. Scendemmo delle scale strette e ci ritrovammo di fronte al dipinto di una donna dai lunghi capelli neri come la pece e gli occhi chiari. Era vestita con vestiti che seppur eleganti erano logori e usurati. Mia madre... Chiesi accesso e dopo che lei diede un occhiata alle mie spalle e scorse la figura esile ed elegante della donna dietro di me sorrise e spalancò la porta. <<Figlioso spero riuscirai ad aiutarla. >> sorrise io stupito chiesi << come sai perché è qui? >>lei semplicente mi rispose <<le voci girano e i muri hanno orecchie in questa scuola, fortunatamente il laboratorio è insonorizzato. Cara ragazza spero che mio figlio ti sia utile. >> lei sorrise e disse spontanea ma cortese <<Immagino la signora Piton quindi? Grazie mille sono sicura che sia in grado di aiutarmi. Suo figlio è sempre stato la mia aspirazione ma ho ancora tanto da imparare. >>. Io sorrisi,era stranissimo sorridere genuinamente e mia madre se ne accorse e mi guardò curiosa dicendo <<Ne sono felice sono sempre stata fiera del mio ragazzo e sono sicura che possa insegnarti quello che cerchi. >>. Io leggermente imbarazzato mi schiarii la voce e le feci cenno di entrare dopo un saluto al quadro ella entro e io la osservai prima di fare lo stesso. Non mi sfuggì il commento di mia madre <<Mi piace quella ragazza.>>.

Angolo autrice: sono finalmente tornata ormai non vi faccio più promesse visto che ogni qual volta ho detto che sarei tornata presto ci sono stati inconvenienti che hanno posticipato la scrittura dei capitoli. Che ne pensate?

Una vita passata a sopravvivere... Where stories live. Discover now