Capitolo 2

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Dopo aver passato tutta la mattinata a scrivere un podcast, Dario andò a pranzare a casa di sua madre e dovette subirsi tutte le sue domande.
«Ma con Matilde come va?»
«Tutto bene»
«E come mai non viene più a mangiare qui?»
«Per ora è molto impegnata»
«Ce ne vuole per essere impegnata da metà anno»
«Mamma, vuoi dirmi qualcosa?»
«Vorrei che tu fossi sincero con me, sai che puoi parlarmi» gli sussurrò sorridendogli «io sono qui per questo» concluse accarezzandogli la guancia destra.
«Lo so e ti ringrazio. Però ultimamente le cose tra di noi non vanno alla grande. Stiamo attraversando un periodo un po' difficile»
«Io non vi vedo molto affiatati dall'anno scorso. Tu sai che se hai capito che non è la donna della tua vita puoi lasciarla vero?»
«Sì certo» ripose freddo Dario.
«Ho capito, argomento chiuso» disse sua madre ridendo «invece dimmi, domani sera vai alla cena con quelli del teatro?»
«Ancora non lo so, hanno detto che non c'è bisogno della conferma. Un po' mi secca, non li vedo da un anno»
«Almeno fai qualcosa di diverso, no?»
«Hai ragione» gli rispose sorridendole.
Quella donna sapeva sempre come farlo sentire meglio, sapeva quando e di che argomento parlare. Avrebbe tanto voluto dirle tutta la verità sulla sua relazione.
«Però se vai, prendi una bottiglia di vino, andare a mani vuole non mi sembra il caso»
«Mi sa che hai ragione anche qui. A proposito, vado che devo fare la spesa prima delle 18, poi mi vedo con Fillo»
«Va bene tesoro, salutamelo» disse sua madre baciandolo sulla spalla.
Dario andò al supermercato e una volta arrivato nella corsia dei vini rimase imbambolato per 10 minuti.
Lui non ne capiva molto di vini, non sapeva quale prendere. Ricordava gli avessero detto che si sarebbe tenuta una degustazione di formaggi e sapeva che il sangue di Giuda sarebbe stato più che buono per l'occasione.
Attraversò la corsia dei vini osservando attentamente ogni bottiglia.
Dove diavolo era il sangue di Giuda?
Arrivato alla fine della corsia trovò la bottiglia e gli scappò un sorriso. Come aveva fatto a dimenticarlo? Era il vino che prendeva sempre con Nicolas e Cesare e puntualmente attraversavano tutta la corsia imprecando contro Bacco fino a quando non  si ricordavano di essere degli stupidi, perché quelle bottiglie di vino venivano sempre posizionate alla fine della corsia.
Porse la mano verso lo scaffale ma la incrociò con un braccio che si stava dirigendo verso la sua stessa direzione. La ritrasse velocemente, come se si fosse bruciato con il fuoco.
«Oh, mi scusi» disse alzando la testa e bloccandosi di colpo «Nic» riuscì semplicemente a pronunciare.
Anche Nicolas rimase bloccato. Non vedeva Dario da 8 mesi ed ora se lo ritrovava davanti. Non sapeva né come comportarsi né cosa dire. Sicuramente non poteva saltargli addosso e baciarlo davanti a tutti.
Eppure avrebbe tanto voluto farlo.
«Ehi Dario! Da quanto tempo, come mai qui?» purtroppo si accorse di avergli chiesto come mai si trovasse dentro un supermercato solo dopo aver terminato la domanda.
Dario rimase interdetto. Lui la spesa la faceva dal falegname? Poi capì: Nicolas era nel panico, non lo vedeva da tantissimo tempo. Quindi decise di rispondere facendo finta che quella domanda fosse la più normale del mondo.
«Eh sì, non ci vediamo da molto. Sono andato a trovare mia madre e prima di tornare a casa sono passato da qui per fare un po' di spesa»
«Sei andato a vivere da solo?»
«Sì! Cioè, con Matilde. Da circa 6 mesi»
«Oh capisco» rispose Nicolas con tono cupo.
Dario voleva strapparsi la lingua a morsi e ingoiarla per aver pronunciato il nome di Matilde. Era solo uno stupido. Dio quanto era bello Nicolas con il broncio.
«Scusate ragazzi, siete davanti il vino di mio interesse. Non è che me lo passereste? È quello lì giù, il sangue di Giuda» chiese una signora di mezz'età mentre i due continuavano a guardarsi negli occhi.
«Certo, ci scusi» rispose Dario passandole la bottiglia.
«Cazzo Nic» disse Dario non appena la signora si allontanò.
«Cosa?»
«Ho detto: cazzo»
«Sì questo l'avevo capito» disse ridendo «ma perché?»
«Come perché? È rimasta l'ultima bottiglia di sangue di Giuda, tu non volevi prendere quella?»
«Oh sì, tranquillo. Possiamo anche farne a meno»
«Possiamo?»
«Sì, io e Cesare. Ho casa libera per 5 giorni e domani volevo organizzare una serata pizza e film»
«Capisco» disse Dario con aria cupa.
Nicolas capì di aver parlato troppo, quindi cercò di cambiare subito argomento.
«Tu invece? Serata romantica con Matilde?»
«Nono» rispose Dario sorridendo «ho una cena a casa di un ragazzo con cui frequentai il corso di teatro. Hanno deciso fare questa specie di rimpatriata. Non so ancora se ci vado, però nel dubbio prendo il vino. Ci sarà una degustazione di formaggi, quindi vado sul sicuro con questo» disse indicando la bottiglia di vino.
Il telefono di Nicolas suonò e lui si apprestò a rispondere. Dario rimase di fronte al ragazzo, ammirando la sua bellezza.
In 8 mesi non era cambiato molto, gli erano allungati i cappelli, nonostante li avesse sempre portati abbastanza lunghi, aveva un leggero strato di barba incolta e il solito sorriso che lo faceva impazzire.
«Era Cesare, mi ha chiesto di prendere una vaschetta di sushi»
«Sempre il solito» disse Dario sorridendo.
«Già» rispose Nicolas ricambiando il sorriso.
«Allora, ti lascio alla tua spesa. Grazie per la bottiglia di vino. Ci si vede» pronunciò frettolosamente Dario girandosi per dirigersi alla cassa. Non voleva passare altro tempo con Nicolas, doveva farlo per il bene di entrambi.
«Ci manchi»
Dario si bloccò e senza girarsi disse «Il sushi del Carrefour non è ottimo, ti consiglio quello dell'Esselunga»

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