Capitolo 18 - Sei incredibile, lo sai?

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«So che mia sorella ti ha detto che non ho mai messo piede in un supermercato.» mi dice mentre mi affianca per prendere un pacco di patatine messe troppo in alto.

«Grazie.» gli dico non appena me le passa, «Mi ha detto anche tante altre cose che non ti farebbe piacere sapere.»

«Vedrò di tenervi lontane d'ora in poi.» mi dice ed io rido.

«Allora, che vuoi fare?» gli chiedo riferendomi a ciò che gli ho chiesto prima.

«Mi limito a trascinare questo dannato coso da una parte all'altra, divertiti pure.» chissà perché la sua risposta non mi sorprende proprio.

«Non sai che ti perdi.» gli faccio la linguaccia prima di dirigermi in un altro reparto.

Kaden mi è d'aiuto, okay, non fa chissà che cosa, però mi aiuta quando non riesco a raggiungere un prodotto che si trova in un punto troppo alto dello scaffale e quando arriviamo alla casa mi sorprende la sua pazienza nell'aspettare il suo turno. Alla fine voleva pagare lui, cosa che non gli ho permesso di fare, non del tutto almeno, abbiamo diviso dopo aver discusso sotto gli occhi della cassiera, il ragazzone non ha potuto far altro che accettare la cosa.

«Allora? Ti è piaciuto?» gli chiedo non appena entriamo in macchina.

«Di solito non è l'uomo a chiederlo?» mi chiede con un sopracciglio alzato ed io lo guardo confusa, subito dopo però capisco.

«Dannazione, hai proprio una mente perversa! Non intendevo quello...» gli tiro una sberla sul braccio e sul suo volto appare un sorriso bellissimo.

«Si, certo che mi è piaciuto, lo metterò sicuramente nella lista di cose da fare o rifare prima di morire.» risponde ironico ed io rido mentre lui mette in moto.

«Andiamo, non è stato così male, magari la prossima volta mi ci infilo davvero nel carrello per farmi spingere.» faccio spallucce e lo guardo.

«Te lo puoi scordare.» risponde soltanto ed io rido ancora.

Una mezz'oretta dopo ci troviamo a casa sua, ho messo la spesa nelle rispettive credenze e adesso sto per iniziare a cucinare.

«Non so se sono sicuro di volerti far avvicinare alla cucina.» mi dice affiancandomi mentre io posiziono tagliere e coltello sul tavolo.

«Giuro che cucino decentemente.»

«Non è per quello, anche se avrei i miei dubbi.» mi risponde ed io faccio una smorfia, «E' perché sei un pericolo pubblico.»

«Adoro il fatto che mi riempi di complimenti.» lo prendo in giro portandomi una mano sul petto come se fossi realmente emozionata.

«Sapevo che questa storia dell'amicizia mi si sarebbe rivoltata contro, andiamo, ti aiuto.» dice ed è proprio quello che fa, mi aiuta a cucinare gli spaghetti con il sugo, taglia l'insalata perché teme che possa tagliarmi un dito e così sporcargli la cucina.

«Te l'avevo detto che sapevo cucinare.» gli dico un'ora dopo mentre asciugo i piatti appena lavati.

«Non che ci voglia molto per fare un po' di sugo.» dice ed io sbuffo.

«Apprezza il gesto e basta, non ho mai cucinato per nessuno prima d'ora, i miei fratelli e la mia migliore amica esclusi, ovviamente.» gli dico, non aggiungo però che non mi è dispiaciuto per niente cucinare con lui e per lui, «Devo dirti però che la serata non finisce qua.» aggiungo però.

Lui sembra visibilmente preoccupato se non scocciato.

«Cos'hai in mente? Ti ho già detto che non voglio fare nessuna arrampicata con te.»

Arrivi TuWhere stories live. Discover now