Permission.

Capitolo 3

Megan
Essere o non essere era una domanda da quattro soldi in confronto alla mia:
Dovevo realmente scrivergli o meno?
E se fosse tutta una messa in scena per riparare al fatto che lui sapesse il mio nome? Per non far credere nulla di male agli altri per non perdere il posto?
Cosa dovevo fare?
La testa mi scoppiava, non sapevo come comportarmi.

Raccontai tutto a Jade, la mia amica brillante, quella sobria, per alcune cose.

"Scrivigli per ringraziarlo del passaggio e vedi cosa ti risponde, genio."

Era un genio quella ragazza.

«Aggiornami su cosa ti risponde.»

'Prof, buon pomeriggio vi ringrazio del passaggio di stamattina!'

Digitai.
Prof? Era così strano chiamarlo così, era un mio coetaneo.
Nathan okay.

'Nathan, grazie ancora per il passaggio di stamattina'
Okay invia

'Ciao Megan, tranquilla'
rispose semplicemente.

«Okay, nulla Jade, oggi ci sono» risposi così alla mia migliore amica

Dopo cinque secondi, mi suonò il cellulare nuovamente.
Vidi, 'Prof: ha condiviso la sua posizione📍'

*l'utente ha annullato l'invio del messaggio*
Avrà sbagliato, ma a chi l'avrà mandata?

Prof: Mandami la tua, passo a prenderti.

Nathan
So che quello che stavo facendo, poteva essere sbagliato, ma era ciò che mi sentivo di fare in quel momento.
Ma alla fine, non volevo nulla di serio, volevo solo capire per tirarla fuori dai guai nient'altro.

Misi un jeans e una felpa nera, e andai dove mi aveva mandato la posizione.

«Non farmi nessun giochetto stronzetta» inviai
«Nulla prof, dove siete?» chiese

Abbassai il finestrino della mia auto e lei mi vide, si avvicinò verso l'auto e andammo a casa mia.
«Come stai?» chiesi
Lei poggiò la sua giacca su una sedia
«Che bella questa casa»
«Grazie, iniziamo?»
«Ehm si?» disse lei, così confusa

Misi davanti a lei un libro, e iniziamo a fare alcune esercitazioni.
«Faccio un caffè aspetta»
«Si, grazie mille»

Gli arrivò una chiamata ed io rimasi ad origliare nella cucina.
«Si, ora era festa, sabato prossimo? Ci sono, Liam, okay, ciao»

Uscii d'un tratto
«Cosa fai nella vita Megan?»
«Studio, e tu lavori, penso sia chiaro no?» rispose freddamente.
«Non lavori? studi solo?» chiesi
«Si perché queste domande?»
«Normalmente ti agiti così tanto?»
«Non mi sto agitando, mi sembrano domande banali»
«Okay.. i limiti ci aspettano allora»

La guardavo, era bellissima, come potevo non fissarla, era una bomba quella ragazza, era misteriosa e così attraente.. ma non potevo, i motivi erano due e ben chiari.

«Hai capito?» chiesi
«Diciamo di si» rispose scoppiando a ridere
I miei occhi caddero sul suo sorriso e sulla sua bocca, lei se ne accorse e divento subito seria, guardandomi negli occhi anche lei.
Era un vortice che mi avvolgeva, una sensazione che non si può descrivere, era così strano, non mi sentivo così da tempo, forse un anno e mezzo.

«Sei fidanzata Megan?» chiesi, rompendo il ghiaccio.
«No, non più, non voglio parlarne era uno stronzo e non mi sono più avvicinata a nessuno per colpa sua, tu?» chiese, per poi spostarsi i capelli dall'altro lato.
Esitai per un attimo.
«No» risposi, mentendole.
«Come mai? Il tuo ex intendo» continuai un po' scombussolato dalla bugia di prima, cosa stavo facendo?
«Forse un giorno, ne riparleremo» disse sorridendomi, per poi alzarsi.
«Dove vai?» chiesi
«É tardi, devo andare via»
«Ti accompagno aspetta» dissi alzandomi subito dopo di lei, dandole il suo giubbotto.

La accompagnai, mi girai per salutarla e lei mi diede un bacio sulla guancia.
«Ciao, Nathan..»
«Ciao Megan..»

Mi chiedevo se ciò che avevo fatto fosse stato giusto o meno, a casa mi avrebbe aspettato un'altra donna, e forse era proprio questo a tenermi così insistentemente nervoso.
Io non volevo Brooke al mio fianco ed era chiaro già da tempo.
Non so con quale coraggio sarei tornato a casa, e con quale coraggio inoltre, sarei tornato a scuola, come avrei dovuto comportarmi? Che ho combinato? Ma io volevo rivederla.

«Buonasera amore, dov'eri?»
Fissai per un momento il vuoto
«Da un amico»