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"Parlando d'altro" si introdusse Nino, l'unico tra tutti a non essere talmente coinvolto dalla scena da non poter cambiare argomento: Alya era troppo impegnata nella contemplazione della coppia di fronte a loro; Adrien era a metà tra l'imbarazzato e il sornione e Marinette tra l'indignata e l'innamorata. "Siete tutti pronti per il test di scienze della quinta ora?"
Marinette lo guardò come se non avesse la minima idea di cosa stesse parlando. "Quale test di scienze."
Tutti si voltarono a fissarla.
"Ah" disse infine. "Il test di scienze per cui mi sono dimenticata di studiare."
Emise un gemito di scoraggiamento.
Alya la guardò preoccupata: "Ah, Marinette. Se non fossi la ragazza di Adrien ti chiederei cosa ti passi per la testa. Le prime due ore abbiamo ginnastica, vuoi che ti aiuti a ripassare?"
Marinette annuì sconsolata. "Mi dispiace, Alya. Me ne ero totalmente dimenticata."
Adrien le passò una mano dietro il fianco. "Se vuoi posso aiutarti io."
Alya scosse la testa con decisione. "Se l'aiuti tu il cervello le va in pappa dopo un secondo." Marinette fece per ribattere, ma sapeva che Alya aveva ragione.
Adrien arrossì, quindi non insistette.
Marinette appoggiò la testa sulla spalla del suo ragazzo, mentre si chiedeva come cavolo avesse fatto lui a trovare il tempo di studiare, il giorno prima. Erano stati impegnati tutto il pomeriggio prima con un'attacco akuma, poi con un'intervista in diretta sul programma di Nadja Chamack. Era tornata a casa talmente spossata dalla giornata e dalle domande indiscrete di Nadja che si era buttata sul letto nonostante fossero appena le otto.
Mentre si preparava col pensiero a due ore di immagazzinamento forzato di informazioni, si sentì chiamare da dietro le spalle.
Era Camille, la rappresentante di classe di una seconda.
"Ciao, Marinette. Scusami se ti disturbo. Ho parlato con la professoressa Bustier circa la riunione dei rappresentanti di classe, come mi avevi chiesto. Ha deciso di spostarla oggi pomeriggio dopo la fine delle lezioni. Per te è un problema?"
Marinette si costrinse a sorridere, anche se non aveva la minima voglia di partecipare a quella riunione. "Va benissimo Camille. Ci vediamo alle tre?"
La ragazza annuì. "Sì, alle tre in biblioteca."
"A dopo, allora" la salutò la compagna.
Poi si rivolse verso il suo gruppo di amici, mentre si spremeva una mano sulla faccia. "Questa giornata non finirà mai."
Alya la prese per il braccio. "Su, non ti scoraggiare. Se iniziamo subito a ripassare vedrai che andrà meglio."
Fece un cenno di saluto a Nino e Adrien, mentre si dirigeva in biblioteca con l'amica.
"Adrien, dì al professore che Marinette non si sentiva bene e che l'ho accompagnata in infermeria. A te crederà. D'accordo?"
Adrien annuì, mentre salutava Marinette con un dolce e leggero bacio sulla tempia.

2.

"Bene, ragazzi. La lezione è finita. Andate in spogliatoio a cambiarvi e poi ognuno nella propria classe."
Un coro di esulti si levò dall'ammasso di studenti che, dopo due ore di allenamento intensivo con il professor D'Argencourt, erano finalmente liberi di darsela a gambe.
Tutti erano stanchi e sudati, tranne Adrien, abituato ai ritmi serrati delle sue lezioni, e ancora profumato come il culetto di un neonato. Marinette si stupiva ogni volta di come riuscisse ad essere sempre così impeccabile. Lei sudava sette camice ogni venerdì mattina, quando avevano le due ore di educazione fisica.
Adrien fece per dirigersi verso lo spogliatoio dei maschi, in volto un'espressione molto triste. Durante tutto l'allenamento non era riuscito ad impedirsi di pensare a Marinette, e si era sentito terribilmente in colpa perché non si era assicurato che lei avesse studiato per il compito di scienze. Lui era già preparato sull'argomento, dato che nel periodo in cui prendeva lezioni private da Nathalie si era portato un po' avanti col normale programma, quindi aveva soltanto dovuto ripassare un'oretta dopo scuola per sentirsi pronto ad affrontare il test. Marinette invece era rimasta in classe ancora un po' a causa dei suoi impegni da rappresentante, e appena era tornata a casa era subito andata ad aiutarlo a sconfiggere l'akumizzato di turno. Avrebbe tanto voluto fare qualcosa per lei, ma ogni volta Marinette faceva troppo l'orgogliosa per chiedergli una mano, e lui era troppo tonno - questo lo ammetteva - per accorgersi che probabilmente lei aveva bisogno di aiuto.
Si era scervellato per due ore intere nel cercare un modo per risolvere la situazione, e ancora ci stava pensando quando si sentì chiamare da dietro le spalle.
Si voltò, cercando di individuare tra i volti dei suoi compagni quello da cui proveniva la voce femminile che aveva appena sentito, quando si ritrovò davanti una ragazza che non aveva mai visto prima. In realtà, la conosceva soltanto di vista, essendo anche lei un'alunna della sua stessa scuola. L'aveva vista spesso proprio durante le lezioni col professor D'Argencourt: la classe di Adrien non era molto numerosa, per cui il professore aveva deciso di incorporarla con un'altra durante le sue ore.
"Ehm, ciao" la salutò, cercando di capire perché quella ragazza volesse parlare con lui.
Sentendo la voce di Adrien, quella divenne tutta rossa.
"Ah...Ciao, Adrien. Mi chiamo Coco Duval, frequento la 2a D..." sembrò voler dire qualcos'altro, ma le parole le morirono in gola.
Adrien le sorrise gentilmente. "Ciao, Coco. Posso fare qualcosa per aiutarti?"
Quella frase fu pronunciata con talmente tanta dolcezza che Coco sentì le gambe cedere.
Prese un respiro profondo e mise da parte ogni imbarazzo. Quella era l'occasione giusta per aprirsi con Adrien circa i suoi sentimenti, e non doveva farsela assolutamente sfuggire.
"Sì, io... volevo parlarti, di, ecco... una cosa. Posso rubarti due minuti?"
Adrien annuì, preoccupandosi per quella ragazza, che probabilmente si trovava in difficoltà in qualcosa. Magari voleva chiedergli di aiutarla con l'educazione fisica. Altrimenti perché avrebbe avuto bisogno di parlare con lui?
"So che sei già impegnato, e che sei innamorato della tua ragazza..."
Lo sguardo di Adrien si fece sempre più confuso. Cosa c'entrava Marinette con lo sport?
"... però non potevo fare a meno di confessarti i sentimenti che provo per te, Adrien. Sei il ragazzo più gentile e bello che io abbia mai visto. Sei sempre disponibile ad aiutare gli altri, sei buono e bravo in tutto. Mi sei piaciuto fin dal primo giorno che ti ho visto."
Adrien non sapeva cosa dire. Non si aspettava minimamente una dichiarazione da parte di una ragazza con cui non aveva mai parlato.
"So che tu non hai la minima idea di chi io sia, e il tuo sguardo confuso conferma quello che pensavo da tempo, però ci tenevo lo stesso a confessarti quello che provo per te. So che penserai che io sia una stupida, ma..."
"Non sei affatto stupida" la interruppe Adrien.
Coco abbassò lo sguardo, terribilmente rossa in volto, mentre continuava a contorcersi le mani sudaticce come preda di un attacco di panico.
"Coco, io..." sentire il suo nome pronunciato dalla voce di Adrien le fece perdere un battito "... sono lusingato dai tuoi sentimenti, e sono contento che tu mi abbia confidato ciò che provi, ma, come hai già detto, io amo Marinette. So cosa si prova a venire rifiutati dalla persona che si ama, credimi, ma purtroppo non posso accettare i tuoi sentimenti."
Coco alzò un poco lo sguardo, mentre una silenziosa lacrima si faceva largo sul suo volto.
Adrien era mortificato. "Ti prego, non piangere. Io non volevo..."
Lei scosse la testa. "Adrien, non hai niente di cui scusarti. Sapevo come stavano le cose sin da prima che mi facessi avanti, quindi non devi biasimarti per quello che mi stai dicendo. Dichiarandoti i miei sentimenti speravo che, con un tuo rifiuto, sarei finalmente riuscita a dimenticarti, invece sei talmente gentile che ti dispiace anche dirmi che non mi ricambi." Sorrise tra le lacrime.
Ci fu un attimo di pausa in cui nessuno dei due seppe cosa dire, poi Adrien chiese, con tono premuroso: "C'è qualcosa che posso fare per farti stare meglio?"
Lei lo guardò, forse ancora più innamorata di prima, e chiese in un sussurro: "Come posso dimenticarti? Hai detto che anche tu sei stato rifiutato, eppure ora sei felice con Marinette. Come hai fatto?"
Adrien rimase leggermente spiazzato da quella domanda. Lui era, sì, stato rifiutato da Ladybug più e più volte, ma la sua era una situazione completamente diversa, visto che comunque Marinette lo amava. Allora gli vennero in mente le parole che Katami gli aveva rivolto tanto tempo prima, quando aveva ricevuto l'ennesimo rifiuto da parte di Ladybug.
"Cambia bersaglio" le disse, non senza una vena di imbarazzo. Non sapeva quanto quel consiglio potesse rivelarsi utile, ma era l'unica cosa che gli era venuta in mente, in quel momento. "So che potrà sembrarti impossibile, all'inizio, ma io non sono la persona giusta per te, Coco. Devi soltanto rivolgere il tuo sguardo da qualche altra parte, finché non colpirai il bersaglio giusto. Sono certo che prima o poi riuscirai a trovare il ragazzo degno di ricambiare i tuoi sentimenti."
Coco lo guardò con gratitudine, cercando di imprimersi le sue parole nella mente. "Grazie mille, Adrien. Marinette è proprio fortunata ad averti."
Adrien sorrise: "Ed io sono fortunato ad avere lei."
"Posso chiederti un'ultima cosa?"
"Sì, certo."
"Posso abbracciarti? Solo un abbraccio da amica. Sempre se alla tua ragazza non dà fastidio."
Adrien non ci vide nulla di male in un abbraccio da amici. Annuì e allargò le braccia.
Coco si ricordò troppo tardi di aver appena finito la lezione di ginnastica. Si chiese come diamine facesse Adrien, invece, a profumare di rose.

Ces deux sont faits l'un pour l'autreWhere stories live. Discover now