Dialogo sopra i due massimi sistemi pt.1

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La storia che segue é di pura immaginazione, per questo motivo non vi é ne un contesto temporale ne spaziale. Cercate di godervi quanto segue, senza cercare un senso logico.
La storia complessivamente é divisa in tre parti ed é ispirata all'opera di Galileo Galilei.

In una casa di campagna purtroppo non per scelta , una mamma e una figlia sono costrette a stare insieme . L'unico momento in cui le due donne sono più vicine di un metro l'una dall'altra è il pranzo, momento universalmente conosciuto come 'tempo della chiacchierata', eppure loro lo passano in silenzio tra i rumori della più anziana che mastica a fatica e della giovane che spezza il pane. Il silenzio è assordante, anni e anni di cose non dette e litigate trattenute.

La vecchia ora è brutta e con la dentiera, ma giura continuamente che da giovane era tutto il contrario. Si vanta e si impettisce ogni volta che ti racconta il suo passato, ti ribadisce che durante la sua vita, è stata una donna rispettabile, chissà, forse per convincerti. Ad ogni modo ha cresciuto sua figlia, come lei a sua volta è stata cresciuta da sua madre ,tra silenzi e bacchettate. Perchè 'una signorina a modo non si comporta così'.

Perciò da un'educazione del genere, la figlia non poteva che crescere come una donna adulta ma succube. La madre ha creato una sua copia colma di rabbia, del tipo piu pericoloso. Una rabbia cieca: trattenuta e imprevedibile, come una bomba. Aveva faticato molto per farsi posto nel mondo e non era mai riuscita ad avere un'opinione netta. Le sue idee si contraddicevano continuamente, anche per questo forse tendeva ad isolarsi ed ad essere isolata dalla società.

Giorno 1

La vicenda che vi sto per raccontare comincia grazie ad un momento, il quale si può definire 'chiave' perchè senza di esso nulla di quello che seguirà sarebbe successo. Durante un pranzo (uguale a quello del giorno prima e del giorno prima ancora) la vecchia stava tranquillamente cominciando il suo pasto, il suono dell'acqua che si stava versando era l'unico rumore oltre al suo respiro affannoso e alla Tv, d'un tratto, sembra ridicolo lo so, le donna anziana si avvicina il bicchiere alle labbra senza ricordarsi di non essersi messa la dentiera e non fa in tempo ad accorgersene, che tutta l'acqua le si versa sulla sua pancia grassa e gonfia. Al che alla più giovane scappa un sorriso, ma in un baleno ritorna seria.

-Cosa fai prendi in giro tua madre?- la minaccia la veterana.

-In effetti fa un po' ridere- risponde la figlia nascondendosi il viso, come fanno i bambini che sanno di aver sbagliato.

-Beh non farlo mai più, l'educazione mi sembra te l'abbia insegnata, rispetta chi è più anziano- cala il silenzio tra le due.

Nel frattempo, alla Tv sta andando in onda una giornalista che illustra la connessione tra il cancro e le sigarette citando un noto scienziato: Richard Doll , la vecchia ora si è messa la dentiera e ha cominciato a sgranocchiare dei grissini, ovviamente il piccolo spot riguardante i danni del fumo finisce con la solita frase perbenista , scritta a caratteri cubitali 'IL FUMO UCCIDE TE E CHI TI STA ACCANTO'

-Ahhhh che robaccia che danno ora in Tv una volta non era così! Eri libero di fare quello che volevi e poi dicono un mucchio sciocchezze. Io so chi è quel tale là, quel Doll, quel pazzo nel 1950 se ne uscì con il suo bel visino e un mucchio di fogli in mano, a dire che le sigarette che fumo mi fanno male. Roba da pazzi no?! Incredibile, perchè secondo lui io faccio una cosa che mi fa male, se fosse stato davvero così me lo avrebbero detto quando mi accesi la prima sigaretta. Infatti mia mamma non mi disse mica nulla , anzi lei per prima lo faceva, segui il mio ragionamento? Quale madre sceglierebbe di far del male di proposito al proprio figlio. Una snaturata? E poi tutte queste scritte che ti invitano a non fumare ,ma dove siamo in un centro di recupero?! mettono dappertutto questa frase come se potesse davvero servire a cambiare la dipendenza. Ai miei tempi questo scienziato ,se così si può definire, venne ignorato, mi ricordo di una mia amica che lo insultava, fu l'unica volta che la sentii sbraitare come se fosse da sola nella sua camera e non in costosissimo hotel. Mia mamma? Anche lei non usò mezzi termini e inveì contro di lui mentre fumava le sue Camel blu senza filtro.
E io cosa sarei allora una debosciata? E tu? Tu stai fumando figlia mia. Ti ho mai detto che ti fa male? Non mi sembra, perciò non capisco perchè continuino a mandare in onda questi servizi ignoranti. L'unica cosa che ti ho insegnato a riguardo che non si fuma davanti ai maschi a meno che non te la offrano.- con foga la madre si esprimeva in un flusso di coscienza alla figlia, mentre sputava pezzettini di grissino non badando molto al galateo.

-Nonon credo sia così, ci sono anni e anni di studio dietro queste teorie e non credo siano fasulle. Tipo Albert, te lo ricordi il giardiniere della vecchia casa? Si? Beh...fumava come un dannato dalla mattina alla sera, neppure mentre mangiava smetteva, dopo secoli che aveva questa abitudine si accorse di avere il cancro e... nel giro di pochi mesi, dall'essere un colosso di un metro e novanta diventò una creatura che poteva volare via con un soffio di vento. E... invece Giovanna la moglie del banchiere, non toccò mai sigaretta o alcool in vita sua e morì beatamente all'età di novant'anni con la pelle di una di sessant'anni. Quindi non credo  tu possa avere una posizione così intransigente su una cosa di cui hai le dimostrazioni tutti i giorni- la giovane donna disse queste parole talmente tanto sommessamente che perfino lei stessa faticava a sentirsi: contenta comunque di essere riuscita a dire la sua opinione. Fino all'ultimo secondo aveva avuto paura di dire l'ultima frase, temendo che sarebbe risultata una sfida troppo sfrontata per la madre che invece era stata sempre sicura della sua posizione di superiorità.

-Ma smettila che mentre dici queste cose stai fumando pure tu. Se pensi questo allora perchè fumi? E poi chi ti credi di essere, tutta questa tua maleducazione da dove viene? Da sempre quello che dico io è giusto. Dimmi una sola volta in cui io abbia sbagliato. Ti sei proprio rovinata comunque, da quando sei uscita da quella porta te ne esci con tutte queste idee strane, io non ti ho insegnato a essere così. - la veterana così facendo riduce nuovamente a brandelli un opinione della figlia, ricorrendo a qualsiasi mezzo pur di restare nella sua preziosa posizione. Questa scena era accaduta tante di quelle volte che oramai la giovane, se già prima era insicura di controbattere le sentenze sputate dalla madre poiche' parzialmente d'accordo, ora, prima di parlare ci pensava almeno dieci volte e in ogni caso ogni sua parola le procurava una grande confusione. Se con una frase affermava un concetto, con la successiva o con le sue azioni la smentiva. In ogni caso la figlia si arrese a ciò che sapeva già fosse il suo destino, rimanere in silenzio in un mondo di confusione.

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