1.

570 19 4
                                    

Il parco di Beika era sempre stato uno dei suoi luoghi preferiti lì a Tokyo: da piccolo ci andava per giocare a calcio oppure con i suoi genitori per fare la classica passeggiata della domenica pomeriggio; quando era alle medie ci passava ogni tanto quando tornava a casa da scuola insieme a Ran o anche da solo. Il tutto per osservare quei fiori di un rosa così delicato da sembrare bianco che facevano nevicare in primavera.
Al liceo, però, non ci era mai andato molto. Forse perché, essendo imprigionato nel corpo di un bambino, era sempre stato costretto a seguire i suoi amichetti per le strade della città senza passare da lì... o forse perché vedere i fiori di ciliegio gli riportava alla mente il primo giorno d'asilo, quando, per la prima volta, aveva fatto una deduzione errata per via dei suoi sentimenti.

Shinichi Kudo sorrise al pensiero. Erano passati poco più di vent'anni da quel giorno, eppure se lo ricordava per filo e per segno: sua madre che parlava con il suo nuovo maestro, il corridoio dell'asilo completamente deserto, il rumore dei suoi passi sul legno del pavimento, i bambini che dormivano beati nella penombra della stanzetta dedicata al riposino del pomeriggio... e poi lei. La bambina che piangeva mentre piegava un foglio per farne una targhetta a forma di fiore di ciliegio per sostituire quella che le avevano rubato, la bambina che lo aveva guardato con stupore appena le aveva rivolto la parola, la bambina che si era arrabbiata quando l'aveva chiamata "piagnucolona". Ran.
Mentre sorrideva, Shinichi si guardava intorno con i suoi occhi blu che fino a poche ore prima erano incorniciati dagli occhiali che nascondevano la sua vera identità al mondo intero. Gli sembrava incredibile che Conan Edogawa se ne fosse andato per sempre: quando Ai (che aveva deciso di rimanere in quel corpo più giovane) gli aveva dato la provetta contenente l'antidoto definitivo all'APTX4869 non gli era sembrato neppure vero. Aveva bevuto quella sostanza dal gusto orribile e aveva preso il primo volo per Tokyo che aveva trovato.

Nove anni prima, Conan era "dovuto tornare in America dai suoi genitori" dopo addii strappalacrime con i Detective Boys... ma Shinichi non aveva detto a nessuno la verità. Nemmeno a... Ran.
Si era ripromesso di rivelarle ogni cosa non appena l'Organizzazione fosse stata sconfitta, ecco perché, quando si era presentato nell'auditorium del liceo Teitan, dove Ran era andata durante la pausa pranzo, aveva detto alla ragazza che le avrebbe spiegato tutto a tempo debito. Lei doveva solo avere pazienza ancora per un po'. Ricordava bene l'espressione stupita di Ran quando se l'era ritrovato davanti, il suo sorriso appena aveva detto che non sarebbe più andato via, gli occhi lilla che lo guardavano mentre cercava di scusarsi per quei mesi di sofferenze che le aveva fatto passare... e il sapore dolce delle sue labbra, bramate per anni e finalmente conquistate.
Shinichi era riuscito a finire il liceo con ottimi voti e lui e Ran si erano iscritti all'università. Erano anche andati a vivere insieme in un appartamento tutto loro lì a Beika.
Per cinque anni avevano fatto coppia fissa, recuperando il tempo perso. Viaggi, vacanze al mare con Heiji, Kazuha, Sonoko e Makoto, cene a lume di candela (a casa loro visto che ogni volta che avevano provato ad uscire a cena per un appuntamento c'era scappato il morto) e, finalmente, la loro tanto attesa e desiderata prima volta. Shinichi ricordava ancora quando il giorno seguente si era svegliato con Ran tra le sue braccia, un lenzuolo che li copriva e il sole primaverile che entrava dalla finestra.
Dopo quella notte ce n'erano state altre... l'ultima era stata quasi quattro anni prima, quando la sua vita era di nuovo andata a rotoli.

Tutto sembrava andare per il verso giusto e Shinichi stava pensando di chiedere a Ran di sposarlo, aveva preparato ogni cosa nei minimi particolari e si sentiva pronto per quel passo così importante... ma prima che potesse mettere in atto il suo piano, era arrivata una chiamata dall'agente Jodie e lui era stato costretto a prepararsi per partire. Prima che potesse dire qualcosa a Ran, un dolore tremendo che conosceva bene lo aveva fatto stare in piedi una notte intera finché non era ringiovanito di dieci anni. Mentre Ran dormiva si era cambiato e, dopo averle lasciato un biglietto in cui diceva che il caso di qualche anno prima "non era ancora chiuso", era andato in aeroporto per raggiungere la sede dell'FBI negli Stati Uniti. Si sentiva un verme per questo: aveva lasciato la ragazza che amava quando aveva promesso che non lo avrebbe più fatto e per giunta con un bigliettino di carta che spiegava, mentendo, il perché. Però, nonostante si fosse spremuto le meningi per giorni interi, la sua mente così incredibilmente razionale non aveva trovato spiegazioni migliori e lui non aveva potuto farci niente: per qualche strana ragione, quelli dell'Organizzazione erano spariti nel nulla per circa cinque anni e si erano rifatti vivi quando tutti, esclusa Ai, credevano che ormai non avevano più di che preoccuparsi. Shinichi avrebbe dovuto capirlo prima: perché diamine aveva abbassato la guardia?

La figlia di Shinichi KudoWhere stories live. Discover now