Capitolo 12.

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"Cesare, rispondi tu al telefono?" Chiese Chiara, urlando dal loro studio.

Sì, avevano un loro studio.
Ormai da quattro mesi vivevano insieme in quello che, originariamente, era il monolocale di Chiara.
Originariamente perché ormai non era più un monolocale, bensì un trilocale.

Avevano deciso di comprare anche l'appartamento vicino, di buttare giù il muro, e unire tutto in un'unica casa.

Così il soppalco, dove prima c'era il letto della ragazza, era diventata la loro biblioteca personale, ogni parete stracolma di libri e al centro due poltrone in pelle rossa a finire l'arredamento, dove passavano intere domeniche pomeriggio a leggere, uno vicino all'altro.

Il resto del monolocale era rimasto identico: la cucina ed il salotto, arredati con gli stessi mobili, così come il piccolo balconcino.

L'introduzione degli altri due locali aveva permesso ai due ragazzi di avere una camera da letto tutta per loro, e uno studio.
Lì Cesare passava le serate a editare video per Space Valley e Chiara a scrivere, con la macchina da scrivere recuperata dalla sua vecchia casa a Torino, o modificare le fotografie scattate in digitale, o a inserire quelle analogiche in grandi album fotografici.

Nessuno ne aveva ancora parlato, dopotutto avevano tutto il tempo del mondo, ma all'occorrenza quello studio si sarebbe trasformato in un'altra camera da letto, arredata con una culla e tanti bellissimi peluches.

Ma per quello, nonostante prima o poi sarebbe stato inevitabile, c'era tempo.

Attualmente si preoccupavano solo di una cosa: aiutare Chewbe e Nala ad essere genitori.

Perché sí, Nala, orami da due settimane, aveva dato alla luce dieci cuccioli.
Chewbe, dal canto suo, non lasciava né lei né i piccoli per più di cinque minuti, standogli sempre accanto e giocando con loro.

Cesare e Chiara erano enormemente orgogliosi e felici di quella situazione, ma sicuramente non potevano tenere dieci cuccioli nel loro appartamento.

Così avevano messo degli annunci, sia in giro per Bologna che in siti online: li avrebbero regalati.

Greta aveva già prenotato un cucciolo, uno dei quattro maschi. Assomigliava completamente a Chewbe, tranne gli occhi che erano chiari, quasi bianchi, come quelli di Nala.

Loro due invece avrebbero tenuto la cucciola più cicciotta di tutti perché Chiara se n'era innamorata: era la fotocopia di Nala con i colori di Chewbe.
L'avevano chiamata Myra.

Gli altri cuccioli erano già stati dati via quasi tutti, tranne l'ultimo maschio e due femmine.
Probabilmente il telefono stava suonando per quello.

Cesare rispose e, non appena sentì qualcuno dall'altro lato della cornetta dire: "Chiamo per avere informazioni sulla cucciolata" sorrise e iniziò a parlare, fornendo tutte le informazioni possibili e fissando un appuntamento per il giorno successivo, per incontrare l'interessato.

Chiara guardò il ragazzo di sottecchi, sorridendo, mentre seduta alla scrivania, incollava una fotografia scattata ad un picnic, fatta la settimana prima sui colli, insieme a tutti i suoi amici.

Finalmente stava andando tutto bene.

*

Erano a bordo palco, al Locomotiv Club di Bologna.

Cesare, Tonno, Nicolas, Greta e Bea erano lì, insieme a lei, che parlavano tra loro contenti, mentre Chiara si guardava intorno.

Stava per assistere ad un concerto dei rovere.
Si girò verso destra, trovandosi una grande folla tutta accalcata che a tratti cantava delle canzoni scritte dal suo amico.

Lettere quasi mancateWhere stories live. Discover now