Capitolo 4.

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Chewbe le appoggiò il muso sulle ginocchia, sperando che lei gli facesse le coccole.

Cesare, di sottecchi dall'altro lato del tavolo, la osservava divertito.

Chiara, i ricci castani legati in uno chignon disordinato, sorrise, accarezzando il muso del suo cane.
Poi riprese l'evidenziatore lilla pastello e tornò a concentrarsi sul libro che aveva davanti.

Era abbastanza agitata per quell'esame che doveva dare al 4 di settembre, proprio quando Cesare sarebbe stato in vacanza con Nelson e gli altri, da lì a qualche giorno.

Un po' gli dispiaceva davvero, avrebbe tanto voluto sostenerla, era uno degli ultimi esami che doveva dare per la laurea.

Spende il computer e si alzò, di scatto.

"Basta studiare, merenda" Disse, andando verso la cucina.

Lei lo guardò storto.

"Cesare sono indietrissimo, non farò mai in tempo" Disse sconsolata, buttando la testa sul libro.

Lui alzò gli occhi al cielo.

Aveva imparato a conoscere Chiara in quelle settimane.
Sapeva essere solare, espansiva ed estroversa per la maggior parte del tempo.
Poche volte lasciava intravedere quel buio e mistero di cui ne era attratto, ma spesso lasciava andare anche il suo lato drammatico e catastrofico.

Quella parte di lei era così estrema ed in netto contrasto con la sua positività che era quasi caricaturale.

Lui si avvicinò, accovacciandosi vicino a lei.
"Ci riuscirai Chiara"

Lei lo guardò, senza alzare la testa dal tavolo.

"Ho davvero poco tempo! Stasera devo anche andare con Nic, Lorenzo e Paolo in centro per quel progetto di cui ti ho parlato"
Disse lei.

Si, era diventata amica di Nic ed il suo gruppo.
Cesare le aveva chiesto, una settimana dopo il loro primo incontro, di andare con lui ad una festa a casa del ragazzo più piccolo della Valle.

Si era trovata subito con lui ed il suo gruppo di amici, forse perché quasi coetanei e con lo stesso amore per la fotografia, fatto volle che da quel giorno la invitassero sempre ad uscire con loro.

"Sei consapevole che passi più tempo con loro che con me? Non dovresti essermi più riconoscente?" Disse Cesare, alzandosi per preparare la merenda.

Chiara si alzò, mettendosi vicino a lui, mentre il ragazzo iniziava a preparare dei French Toast.

"Per me solo uno, Cesi" Disse lei, appoggiandosi al bancale della cucina.

Lui non la guardò.

"Sicura? Non hai mangiato molto a pranzo"

"Sicurissima" Disse lei, velocemente.

"Sai bene comunque che ti adoro più di loro" Aggiunse, scompigliandogli i capelli e tornando a sedersi al tavolo.

Lui sbuffò, sorridendo.
"Vedi di non far troppo tardi, domani sera c'è la mia festa e quella di Nelson per il compleanno. Se ti addormenti perché hai fatto le ore piccole con Nic e quei pazzi dei suoi amici potrei offendermi".

Lei gli sorrise sincera, tornando concentrata sui libri.
Erano passate poco più di tre settimane dalla loro prima uscita sui colli ed il loro rapporto era sicuramente più profondo, ma non ancora definito.

Cesare stava davvero imparando a conoscerla, piano piano, e aveva capito che Chiara era un paradosso unico.

Generalmente era un leone, non solo per la sua criniera di capelli, ma anche per il coraggio e la
forza. Era indomabile, estroversa, sempre pronta a difendere chi le stava a cuore e pronta anche a fare qualsiasi tipo di follia, sempre col sorriso in volto.

Lettere quasi mancateWhere stories live. Discover now