Capitolo 6

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Theodora si annoiava. Non voleva pensare a quanto tempo avrebbe dovuto passare in quella macchina, ma si annoiava terribilmente, senza niente da fare. I suoi tentativi di dialogare con James si erano rivelati quasi tutti dei fallimenti, dato che James non parlava molto di sé, oppure, quando Theodora gli faceva domande su cose che gli piacevano, finiva per parlare di cose che Theodora non capiva assolutamente, o che riteneva stupide e inutili. La ragazza, perciò, decise di accendere la radio, per rompere il silenzio che c'era nel veicolo.

"I like you the way you are,
when we're drivin' in your car,
and you're talking to me, one on one
but you've become 
somebody else round everyone else..."
(Mi piaci come sei, / quando andiamo in giro con la tua macchina, / e tu parli con me, siamo soli / ma sei diventato / qualcun altro, quando sei con altre persone...)

Era una canzone uscita un bel po' di anni prima, che Theodora aveva sentito più di una volta. Le sembrava che fosse di Avril Lavigne, ma non ne era sicura. Tuttavia, parlava di una macchina, perciò la ragazza decise di cambiare stazione.

"Baby you can drive my car,
yes I'm gonna be a star.
Baby you can drive my car,
and maybe I'll love you!"
(Tesoro puoi guidare la mia macchina, / sì diventerò una star. / Tesoro puoi guidare la mia macchina, / e forse ti amerò!)

Anche se a Theodora piacevano I Beatles, quella non era proprio una canzone adatta a quel momento: si parlava sempre di macchine...

"I was riding shotgun, with my hair undone,
in the front seat of his car.
He's got a one-hand feel on the steering wheel,
the other on my heart..."
(Stavo andando velocissima, con i capelli spettinati / nel sedile anteriore della sua macchina. / Aveva una mano sola sul volante, / l'altra sul mio cuore...)

E questa cos'era? Taylor Swift? Peggio che mai! Una canzone che parlava di macchine e fidanzati! Theodora, rassegnata, decise di spegnere la radio.
«Ehi, perché hai spento?» protestò James. «Era una bella canzone...»
«Non è proprio il genere musicale che preferisco...» replicò la ragazza.
«Ah, e che musica ti piace, allora? Punk rock? Metal?»
Theodora non rispose. Per trovare un nuovo modo di combattere la noia, decise di curiosare nel vano portaoggetti che aveva davanti, sperando di trovare qualcosa di interessante. C'erano soprattutto documenti vari, tra cui patente di guida e libretto di circolazione, ma anche altre cose che attirarono immediatamente l'attenzione della ragazza.
«Wow! Fumetti...» esclamò Theodora, estraendo un giornale a fumetti di almeno una decina di anni prima. «Cioè... Sul serio?»
«Non tutti possono vantarsi di aver letto ogni libro esistente sulla terra, ancor prima di arrivare a trent'anni!» replicò James.
La ragazza continuò la sua esplorazione, dopo aver rimesso il fumetto al suo posto, e sembrò trovare qualcosa di suo gradimento: degli occhiali da sole Ray-Ban a goccia, con la montatura dorata e le lenti verde scuro.
«Questi sì che sono forti!» disse, indossandoli. «Spero tu non li abbia rubati a Elvis Presley...»
«Veramente li ho trovati per caso...»
«Non ci credo!»
«Sì, li ho pescati una volta, al mare... Stavo nuotando e li ho visti sul fondo...»
«Che fortuna!»
Theodora ripose gli occhiali, e continuò a cercare altri oggetti interessanti.
«E questa?» chiese. «Cosa ci fai con una bottiglietta di succo di frutta vuota?»
«Io non la toccherei, se fossi in te...»
Con un gridolino di spavento, la ragazza fece cadere la bottiglia.
«Scherzavo!» la rassicurò James.

Finalmente, dopo varie notti passate scomodamente in macchina, James decise di passare la notte in un Bed&Breakfast in un paese che stavano attraversando. Fortunatamente c'erano ancora stanze libere, e James decise di prenderne una sola, per una sola notte.
Theodora scese dalla macchina per dare un'occhiata all'edificio. Non era un palazzo vecchio, né nuovo, e non sembrava cadere a pezzi. Theodora sapeva bene che non bisogna giudicare un libro dalla copertina, perciò non cercò di esprimere giudizi sull'albergo, prima di esserci effettivamente entrata.
Prima di entrare, la ragazza andò ad aiutare James a scaricare le valigie dal bagagliaio dell'auto. Nel bagagliaio c'erano due grosse borse da palestra (o almeno sembravano borse da palestra, dato che Theodora non ne aveva mai vista una, se non in qualche film) e un enorme zaino da campeggio. James prese lo zaino e una delle due borse, poi chiuse il portabagagli.
«E l'altra borsa?» domandò Theodora. «Non la prendi?»
«No, non ne abbiamo bisogno...»
«Cosa c'è dentro?»
«Altri vestiti... Medicine... Roba che non ci serve ora...»
«Oh... E allora nelle due borse che hai preso c'è tutta roba che ci servirà stanotte, giusto?»
«Forse non tutta... Ma non si sa mai...»
I due salirono fino al primo piano dell'albergo, e trovarono la loro stanza. Entrarono, e James appoggiò le borse sul letto. Theodora, invece, fu felicissima di notare che la camera disponeva di un bagno privato: aveva assolutamente bisogno di farsi una doccia!
Dopo qualche istante, però, la ragazza fece caso a una cosa che le era sfuggita, non appena aveva  varcato la soglia della stanza: c'era un letto solo, al centro della stanza, e, per di più, si trattava di un letto matrimoniale!
«Oh... Ma c'è un letto solo...» disse Theodora.
«Lo vedo... E allora?» chiese James, non sapendo cosa intendesse dire la ragazza con quella frase.
«Beh, suppongo che sarai costretto a dormire per terra... Sicuramente in quello zaino da campeggio ci sarà un sacco a pelo...»
«Cosa? Chi ti ha detto che uno di noi due dovrà dormire per terra?»
«C'è un solo letto, qui dentro, e io per terra non ci dormo...»
«Ma c'è spazio per tutti e due, in quel letto!»
«Oh, non credo proprio, signor Bellicapelli! Ho chiuso un occhio sulle dormite in macchina, ma adesso che finalmente ho a disposizione un vero letto e un po' di privacy, non ho nessuna intenzione di dividerli con un sedicente bodyguard che si passa continuamente le dita tra i capelli che sembrano usciti da una pubblicità di uno shampoo...»
James ci mise qualche secondo, prima di rispondere.
«Scusa, puoi ripetere? Non ho capito bene quali siano le tue intenzioni...» disse.
Theodora ripensò a quello che aveva appena detto.
«Scusa, lascia stare...» disse, sedendosi sul letto. «È che sono un po' stressata... Tra Storm, la fuga e tutto il resto, sto diventando insopportabile... Meglio che vada sotto la doccia...»
James aiutò la ragazza a prendere dalle borse tutto l'occorrente per farsi la doccia, dopodiché Theodora si avviò verso il bagno.
«Ah, possiamo dividere il letto, comunque...» disse Theodora, prima di chiudersi la porta del bagno alle spalle.

On The Run - In fugaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora