13/ Normal Life.

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Ormai è passato un mese e mezzo dal mio ritorno a Bari.

Sicuramente vi stareste chiedendo come siano andate le cose durante questo periodo, o forse no, ma io lo dico lo stesso perchè mi va. (?)

I ragazzi da allora non li ho piú visti, all'inizio ci sentivamo tre/quattro volte al giorno e facevamo le webcam ogni sera. Ora invece sono davvero troppo impegnati con il tour e ci sentiamo tramite messaggi, con al massimo quattro webcam a settimana.

Val continuo a vederla, non sempre, ma ci vediamo una volta a settimana.

Io e lei facciamo parte di due gruppi di amici diversi, ma lei continua comunque ad essere la mia migliore amica, come sempre ovviamente.

Beh, l'avventura l'ho vissuta, ma sono tornata alla vita normale che vivevo prima che partissi per il concerto.

Mia madre? Beh, lei c'è ma nello stesso momento non c'è. Insomma, per farla breve, viviamo nella stessa casa ma siamo tipo due coinquiline estranee.

Non le ho piú parlato da quando, appena tornata a casa, le ho semplicemente detto "grazie per avermi rovinato la vita." e poi sono andata dritta in camera mia, senza nemmeno fregarmene della risposta.

Molti mi dicono che sono troppo dura con lei, ma la verità è che, anche se non le parlo piú ormai, sto cercando di dimostrarle che sono matura, responsabile e pronta a vivere finalmente la mia vita indipendente.

La mia voglia di partire e vivere la mia vita a Londra c'è sempre, infatti ho fatto richiesta a parecchie aziende d'abbigliamento per poter partecipare a degli stage di moda.

Si, lo so che inizialmente il mio piano era quello di diventare scrittrice, lo è ancora infatti, ma durante questo periodo ho scoperto di avere una passione per la moda che non pensavo di avere. E, modestamente, ho fiuto per quanto riguarda la moda.

Peró, nel frattempo lavoricchio in un bar del centro. Diciamo che é un po' per "arrangiarmi" mentre aspetto che mi arrivino risposte dalle aziende.

Non che mi dispiaccia lavorare in quel bar, anzi mi piace parecchio perchè mi fa stare sempre a contatto con numerose persone, ma semplicemente non è il mio sogno o un progetto di vita.

Il rumore di un clacson mi riporta alla realtà. "Alè, ti muovi o no?"

Oh, lui è Andrea, è un ragazzo che ho conosciuto poche settimane fa. Non è il mio ragazzo o cose del genere, per ora è mio amico e ci stiamo conoscendo meglio, poi chissà.

È un ragazzo davvero bellissimo: non troppo alto, capelli castano chiaro, occhi anchessi sul castano chiaro e ha un sorriso che fa invidia.

Gioca a calcio in un'associazione sportiva di un paesino non troppo lontano dal centro, aspettando che qualcuno lo noti e faccia di lui un vero professionista.

L'ho visto giocare parecchie volte a calcio, e devo dire che è davvero bravo.

Mi affretto ad entrare in macchina e lo saluto stampandogli un bacio sulla guancia "Com'è andata la partita?" gli chiedo.

"Oh benissimo, abbiamo vinto 3-0 e,ovviamente, due goal li ho fatti io." Si vanta, scherzando.

"Wow, tu si che sei un campione!" Lo prendo in giro.

"No, davvero, oggi il Mister ci ha detto che due allenatori di due squadre importanti hanno assistito alla partita, wow, se davvero mi notassero, io, cioè.." Gli si illuminano gli occhi. È il suo sogno, senza ombra di dubbio.

"Wow, no davvero, sono fiera di te. Ti avranno notato sicuramente, ne sono certa." Gli rispondo, entusiasta.

"Se diventassi uno dei calciatori che tu tanto ami, mi sosterresti davvero?" Mi sorride.

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