XIII

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Quella che nei piani di Arzayelea era partita come una festa per distrarsi, si trasformò in un vero stress per il suo amico/compagnio.

La sala in cui si teneva la festa aveva un soffitto alto a cupola. Sulle pareti appesi quadri ornamentali festosi. Le tende rosse con ricami in argento erano aperte per una stupenda vista sul giardino minore illuminato da una cinquantina di candele. Al centro della sala c'era un rialzo dove i fanti e i cantastorie erano appostati. Nel rialzo opposto alla porta finestra c'erano due troni, uno più alto e maestoso, l'altra sempre bellissimo ma di grandezza più modesta.
La servitù, intanto si stava posizionando ai lati della sala con vassoi pieni di prelibatezze e bevande.

Gli ospiti con le maschere raffinate  iniziarono ad arrivare verso tarda sera, ridendo e complimentandosi con una falsa gentilezza. Era un tripudio di ricchi e nobili arroganti, la festa non era per divertirsi ma per far colpo in alta società.

Quando la serata non era ancora troppo movimentata Arzayelea, con una maschera naturale appartenente al suo popolo, e Maxwell con una raffinata maschera veneziana dai colori scuri, fecero il loro ingresso con tanto di applausi. Il futuro re odiava tutto quello, a volte avrebbe preferito essere al posto di suo fratello minore, anche se sapeva quanto lo invidiasse.

Il suoi occhi andarono subito a cercare due chiome bionde che trovarono a chiacchierare vicino ai lumi di candela esterni.

Si avvicinò con passo svelto, tirandosi dietro in modo un po'  brusco la ragazza che agguantò, giust'in tempo, un bicchiere di vino rosso da un vassoio.

Più si avvicinava, più sentiva la rabbia offuscarlo come se gliel'avessero sparata in vena. Lord Beith stava portando un bicchiere di vino alla bocca del suo Mikail tenendogli l'altra mano sulla guancia. Il piccolo fu costretto a berlo tutto e, non essendoci abituato, le sue pupille si allargarono presto, mentre guardava tutto il mondo intorno a se fon fare stralunato.

Il Lord si mise poi a far ammirare il suo nuovo aquisto che veniva accarezzato e guardato in un modo troppo volgare per l'innocenza di quell'inmensa bellezza (cit. Max)
Mikail vedeva in modo distorto quegli uomini avvicinarsi a lui cosí lascivamente che i suoi occhi divennero lucidi e la sua boccuccia si tramutò in un broncio impaurito e tremante.

Vedendo il più piccolo sull'orlo di una crisi di pianto, si avvicinò all'interessato nel modo più composto che in quel momento riuscisse ad avere non prima di aver sussurrato due parole all'amica "distraili, io lo prendo"

Arzayelea, ormai brilla, annuí vivacemente mettendosi poi a parlare animatamente con la cerchia attorno al Lord biondo. Tutti gli occhi erano puntati sulla futura regina, cosicché Maxwell potè fare cenno al piccolo di avvicinarsi, cosa che fece senza esitazioni.
Mikail si avvicinò tremante e non riuscì a spiccare parola che fu trascinato fuori dall'enorme sala.

Quando furono in un ala del castello più isolata si lasciò andare in un pianto disperato, abbracciando, senza riuscire a circondarlo tutto, il busto del maggiore, che si abbassò interito facendolo sprofondare con il corpicino nelle sue braccia e con la testa nell'incavo del suo collo.

Il ragazzino balbettava parole sconnesse e il cuore dell'Alpha si strinse.
"Shhh, hey piccolo tranquillo, ci sono io. Non piangere. Perfavore non piangere"
Non aveva mai trattato con i bambini e non sapeva davvero cosa fare per tranquillizzarlo, cosí iniziò a lasciare dolci baci sul collo del ragazzo, facendo attenzione a non farsi prendere dagli ormoni e lasciare qualche segno. La cosa sembrò funzionare quando il respiro del più piccolo si regolarizzò e senza nessuna protesta si lasciò prendere in braccio e portare nella sua stanza.

Quella notte, per quanto volesse farlo, Maxwell non toccò con un dito Mika se non per coccole dolci. Non voleva abusare di lui, non voleva ferirlo per niente al mondo.

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Sono in ritardo >3<
Ringrazio chi ha letto, commentato o votato.
Spero vi sia piaciuto, alla prossima.

•Destiny• OmegaverseWhere stories live. Discover now