Prologo

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La flebile luce dell'alba entrò dalla piccola finestra del seminterrato, mostrando un sottile strato di polvere che si spostava lenta e sinuosa nell'aria. 

Claire aprì lentamente i suoi timidi occhi blu, osservando inerme quella scena silenziosa.

Cercò di alzarsi dal freddo pavimento su cui si trovava, ma le caviglie e i polsi erano bloccati da rigide catene che, allungandosi dietro di lei, andavano a finire alla base del pilone portante dello scantinato.

Il cuore cominciò a batterle forte nel petto mentre cercava di svincolarsi da quella feroce morsa di ferro e ruggine. Non riuscendoci, provò a gridare "aiuto", ma la voce le morì in gola a causa del nastro adesivo che le serrava le labbra.

Ad un tratto, in quell'immobile silenzio, la porta in cima alle scale lentamente si aprì cigolando.

Il suono di quella pesante discesa dalle scale in legno fece accelerare le palpitazioni della ragazza.

Quando la figura uscì finalmente dalla penombra, il corpo di Claire cominciò a sussultare, così come i suoi boccoli dorati.

«Buongiorno, bellissima.» disse l'uomo fermandosi ad ammirarla per qualche istante, prima di tornare ad incamminarsi verso la sua destinazione.

I mugolii della ragazza aumentarono ad ogni passo che si avvicinava a lei. La camminata decisa dell'uomo, ad un tratto, si arrestò.

«Allora, vediamo cosa abbiamo qui» posò piano a terra quello che aveva tra le mani, «Un secchio in plastica, un paio di morsetti... dovrebbe esserci tutto. Aspetta, manca la parte più importante!» disse rovistando vicino a una pila di scatoloni, posti in un angolo dell'interrato.

«Eccola, la batteria della macchina!» urlò facendola trasalire. «Come potremmo divertirci senza il pezzo più importante?»

Claire tremò senza riuscire più a controllare gli spasmi nervosi del suo corpo.

L'uomo le si avvicinò, chinandosi alla sua altezza.

«Shh, tesoro... quando la corrente ti attraverserà il corpo in una potente scarica liberatoria, andrà tutto bene... tutto per il verso giusto» le accarezzò dolcemente il viso.

All'istante, un terrificante brivido freddo le attraversò la spina dorsale.

«Tranquilla, sarà bellissimo... vedrai.»

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