XIII - Waste a Moment

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Video: Kings of Leon

Non c'è niente di peggio che rimanere a osservare il tempo che passa. Era ciò che pensava Viktor fin da quando era stato parcheggiato in un ufficio del commissariato di Ivrea, mentre i suoi colleghi, compresa Veronica, erano andati a pranzo fuori. Era un dato di fatto che per lui fosse meglio non farsi trovare troppo spesso in compagnia dei poliziotti di Ivrea. La cittadina è piccola e la sua posizione doveva rimanere defilata. Era ormai chiaro che non si trattava di una vera e propria operazione in incognito, ma non rendere palese la reale motivazione della sua presenza a Ivrea dava a tutta la squadra un vantaggio significativo nei confronti dell'assassino.

Giusta o meno che fosse, la situazione gli aveva annerito l'animo e l'umore: Viktor non era avvezzo a quella sorta di stallo e in più c'era quella questione della pagliacciata prevista per il pomeriggio. Verso le quattordici, infatti, avrebbe dovuto presentarsi presso un indirizzo indicatogli dal Commissario Vincenzi, un appartamento nei dintorni della strada che sale al Duomo, per provare l'alta uniforme dello Stato Maggiore.

Porca puttana, che rottura di coglioni. Non solo gli era toccato tornare in uno dei luoghi che meno amava al mondo, ma avrebbe dovuto prendere le sembianze della figura carnevalesca che meno aveva sopportato in gioventù.

La radio mandava una canzone appropriata. Viktor riconobbe immediatamente il ritmo e la voce potente. Take the time to waste a moment. Altro che uno solo, a lui sembrava di perderne a bizzeffe di momenti.

Per la cronaca, lo Stato Maggiore, ovvero Ufficiali Ordinari, Vivandiere e compagnia bella, rappresenta l'esercito del Generale, che sarebbe secondo personaggio chiave del Carnevale di Ivrea. Il Generale è il contraltare della Mugnaia, la figura maschile del Carnevale di Ivrea e rappresenta l'ordine e la gerarchia. A lui vengono idealmente consegnate le chiavi della città il giovedì grasso. Il Generale e i suoi ufficiali sono tutti in divisa napoleonica e sono tenuti a verificare che il Carnevale proceda al meglio. Ovviamente il fatto che ci fosse un poliziotto tra queste maschere era un puro caso. Si tratta di allegorie e tutti i figuranti sono quasi sempre persone che non sono legate a polizia o esercito. Lo Stato Maggiore fu introdotto nelle manifestazioni solo a partire dal primo ottocento, durante l'occupazione della città da parte dell'esercito del Bonaparte, e, secondo il punto di vista di Viktor, non erano mai stati parte reale del Carnevale, per lo meno per come lo viveva lui. Se si pensa a una festa fatta di arance tirate in faccia, un gruppo di attori improvvisati che interpreta un fantomatico esercito che dovrebbe controllare e non controlla nulla stride come una porta mal oliata. Ma la tradizione è quella che è: in realtà entrare in qualche modo nello Stato Maggiore è faccenda ambita, complessa e dispendiosa.

Lesse per l'ennesima volta il nome del Generale sugli appunti che si era preso. Paolo Dal Rio. Già sentito, ma non riusciva a unire il nome al volto. Chissà, forse l'aveva conosciuto nella sua vita precedente.

Chiara non appariva da nessuna parte. Mentre il Generale, con il suo Stato Maggiore, entrava in carica il sei gennaio, la Mugnaia diventava tale solo il sabato sera del Carnevale. Fino ad allora il suo nome era segreto, o quasi. In realtà molti sanno chi sarà la Mugnaia prima della sua presentazione, ma il rito dice che il suo nome deve rimanere nascosto al popolo fino al momento della sua proclamazione, per cui quasi tutti fanno finta di non sapere nulla.

La Mugnaia vive per tre giorni. Il sabato sera viene presentata con un rituale rigidissimo alla popolazione in festa in un tripudio di colori; la domenica, il lunedì e il martedì sfila per le vie della città durante il tiro delle arance; il martedì sera il suo ruolo evapora con la fine del Carnevale, rappresentata dall'abbruciamento dello scarlo, un palo contornato di sterpaglie che viene incendiato nelle piazze illuminate dalle fiaccole. Il palo rappresenta il castello del Marchese in fiamme dopo la rivolta. In tutto quel periodo, quattro notti e tre giorni, la Mugnaia non pronuncia nessun discorso ufficiale e non è tenuta a dire nulla. La Mugnaia è muta.

L'ARANCERE di Mau TrifibaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora