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Aumentò di più la presa attorno alla cinghia del suo zaino grigio. Passò le dita sull'incisione "Madison" ,  ricordava bene il giorno in cui lo aveva fatto. Ma non riusciva a ricordare il perché. Forse per lei incidere il proprio nome su una cinghia di cuoio voleva poter ricordarle qualcosa, come ricordarle di se stessa. Perché Mad aveva bisogno, ogni tanto di ricordarsi di se,  di ricordarsi che anche se non era viva, esisteva. Perché lei sapeva che occorrevano troppe vite per farne una sola, e lei ne aveva una e bastava solo ad esistere. Sentì un soffio di vento sfiorarle il volto,  schiuse le palpebre mentre una curva occupò il suo viso. Madison amava l'autunno. Amava come il viale alberato di casa sua, in questa stagione, diventasse una pozza arancione, un mucchio di foglie secche cadenti, come le stelle,  ma più vicine.

-Mi ha baciata- esordì la bionda, stringendo di più i libri al petto

-Davvero?- biascicò la mora con un cipiglio

Le nuvole fitte si disposero con irregolarità nel cielo,  sembrava tutto più stretto, come se quel cielo,  quel pomeriggio, si stesse chiudendo su i loro capi, come se volesse piangerle addosso.

-Ma dopo un quarto d'ora ha baciato anche Sharon- farfugliò, incespicando tra le parole

-Mi dispiace così tanto, Char- soffiò con astio

Ed era vero. Le dispiaceva.
Ma non poteva farci niente,  aveva provato più e più volte a salvare l'ego di Charlotte, ma lei si rifiutava. Non voleva essere salvata. Aveva dimenticato che nessuno si salva da solo. E Madison si era resa troppo diafana, per poterglielo ricordare.

-Ciao ragazze-

-Ciao Louis- fece cenno la bionda, ampliando gli angoli della bocca in un sorriso lineare

-Ciao Madison- soffiò il ragazzo, accennando un sorriso

Louis era il vicino di Madison. Si conoscevano da anni, eppure in tutto quel tempo non si erano mai parlati. O almeno Madison non gli aveva mai parlato. Si limitava a sorridergli appena quando l'incontrava nel viale di casa. Nient'altro. Forse perché le piaceva.
Lo aveva notato sin da quando erano più giovani e si scambiavano risatine nascosti tra le siepi, aveva sempre notato le due grandi pozze blu, i capelli scuri ed il sorriso sghembo. Erano delle prerogative che le piacevano molto.

-Sta sera do una festa, venite?- esordì, incidendo l'arcata superiore sul labbro inferiore

-In realtà- fece per dire Madison

-Certo, ci saremo- sputò dispotica la bionda facendo spallucce 

- Grande alle 8 da me- sussultò, appena sparendo dietro le staccionate dipinte di bianco

-Ma cosa?- gemette accigliando la mora

-Dai che vi piacete entrambi, e sta sera è la tua occasione- profetizzò con un ghigno

-Cosa?- sospirò, sistemandosi la cinghia di cuoio sulla spalla -Io non,non è vero- sentenziò, stringendo le labbra

-Ma se quando lo vedi sorridi come un ebete,- schernì, facendo ondeggiare i fianchi -per non parlare di lui che ti ha invitata con due grandi cuori al posto delle pupille- concluse con un sospiro

-Sei un'idiota- inarcò le sopracciglia, coprendosi le labbra piene prima di cadere in una fragorosa risata

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Sospirò sistemandosi la minigonna sulle cosce. Charlotte si era legata i lunghi capelli chiari in una coda, e cardava le dita affusolate tra le punte leggermente schiarite mentre picchiettava la punta del piede contro lo zerbino troppo sporco. Madison biascicò qualcosa, mentre si passava una mano tra i capelli castani, erano lunghi, ma non troppo. Tamburellò un paio di volte i polpastrelli contro la  camicia di flanella  che le arrivava alle coscie, voleva mettersi un leggins, ma Char glieli aveva nascosti tutti.

-Sicura che è qui la festa?- la mora balbettò, gingillando con le dita

-Credo di si- replicò, inarcando le sopracciglia

Madison fece cenno d'assenso. A momenti sarebbe voluta tornare indietro, tornare a casa. Dopotutto era a venti passi ed una porta. Lo aveva fatto. Aveva contato la distanza, una volta. Era sera ed era appena tornata dal corso di recitazione, aveva visto Louis quella mattina. Era così bello avvolto nel suo maglione grigio. Lo aveva pensato per tutto il tempo,  aveva pensato a quanto fosse piccolo il mondo ma a quanto potesse essere tanta la distanza tra due persone, spesso anche quando fisicamente vicine. Pensò alla distanza da casa sua a quella di Louis. Pensò di poterla calcolare, così almeno per avere una misura su cui poter contare, su cui poter soppesare. E lo fece. Erano solo venti passi e sarebbe potuta scappare, rifugiarsi. Sparire come sempre. Ma una porta aperta e della musica esilarante le fece cambiare idea.

-Vado a prendere qualcosa da bere- gridò Char, prima di sparire tra un manciata di corpi deliranti

Madison chiuse per un momento gli occhi e trattenne il respiro. Boccheggiò, per qualche secondo per poi inghiottire una nuvola d'ossigeno. Una curva si creò sul suo viso, si passò una mano tra i capelli per poi sospirare. La casa era gremita di corpi, di luci, di cibo e alcolici.
A Madison non piaceva nessuna di queste cose, ma doveva adeguarsi. C'erano due tipi di persona:c'era chi osserva i dettagli e ne apprezzava la bellezza, e c'era chi invece, spegneva la luce. E Madison era il secondo tipo. Spegneva la luce. Non amava cogliere i dettagli, non amava essere colta nei dettagli. Preferiva il buio. Lo preferiva di gran lunga perché ci si poteva nascondere, come in un nido. Dove poter sentirsi al riparo.

-Stai davvero bene questa sera- sorrise morendosi il labbro. Louis, lo faceva spesso. Questo era uno dei dettagli, per cui non aveva spento la luce. Ma ne aveva apprezzato la bellezza.

-Oh,- soffiò, sentendo le gote andare in fiamme - grazie- disse soltanto arricciando il naso

Nessuno le aveva mai fatto un complimento. Tanto che non ci credeva mai. Gli unici complimenti glieli avevano fatti qualche zio e i suoi nonni, ma quelle erano solo parole affettive.
Lei era il tipo di persona che non credeva mai ai complimenti, aveva solo imparato ad essere educata. Sorrideva. Ringraziava. Ma sapeva che dietro ogni complimento c'era un complotto. Che fosse un complotto interiore, o con la vita, era pur sempre un complotto.
Sorrise ancora quando lo vide trapassare tra una ressa di corpi. La stava guardando, col suo sorriso sghembo. Arrossì, ritirandosi di un passo.

-Chi è quello?- fece una giravolta, trovando gli stessi occhi di qualche sera prima

Ashton?

-Vieni fuori- sentenziò, avvinghiandole il polso in una morsa

la mora sussultò appena ma non oppose resistenza, sapeva che era inutile, così si lasciò trascinare nel retro

-Madison chi era quello?- replicò,  strattonandole il polso

-È un amico- balbettò, stringendo gli occhi, le stava facendo male

-Un amico- sputò, quasi come se volesse essere certo di quello che aveva sentito, le lascio poi il polso, tirò giù la giacca di pelle prima di sistemarsi la bandana nera che gli copriva la fronte opaca

La mora deglutì,  portandosi le ciocche che le erano cadute sul viso pochi minuti prima dietro le orecchie. Ashton la guardava dall'alto. Era di molto più alto di lei, poteva spezzarla anche solo sfiorandola. Era così debole, ed Ashton lo aveva notato.

-Domani passi tutta la giornata con me- esordì, passandosi un dito sulle labbra

Madison annuì.

⚫️⚫️⚫️

Hola,come va?
Visto è passato poco dall'ultima volta che ho aggiornato 😏
Sembrerà strano ma io boh sto amando questa storia,ceh mi piace proprio scriverla idk forse il fatto della terza persona boh
Comunque sta sera vado a vedere città di carta,non vedo l'ora😋
(non interessa a nessuno ma okay)

Che ve ne pare del capitolo?
Nuovo personaggio gente LOUIS TOMLINSON ehehehehhe 😏😏
cosa succederà?
lo scoprirete solo leggendo😎
Bene io vi lascio,alla prossima (che sarà molto vicina)

ciao ciao

MadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora