10.

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È strano come più Drew Stevens vuole tenermi fuori dalla sua vita e più mi ci ritrovo immersa senza aspettarmelo. E proprio quest'ultimo, non emette un fiato davanti quel uomo che pare lo stesse aspettando.

È un uomo distinto, ben vestito e sembra essere sulla sessantina. Ha i capelli grigi e la barba corta a contornargli il volto. L'espressione non sembra minacciosa, ma piuttosto preoccupata e osserva Drew quasi con aria di ramanzina.

Stevens rivolge prima un'occhiata a me, scrupoloso sulle parole da usare e poi risolleva lo sguardo all'uomo.

«George, che ci fai qui?», gli domanda.

Mi sento di troppo, soprattutto quando l'uomo mi osserva con aria incuriosita. D'altronde, sono scesa dall'auto di un altro uomo e mi sono bloccata alla sua vita. Devo proprio sembrargli un'impicciona.

Percepisco una leggera tensione, per cui boccheggio rivolgendomi poi a Drew.

«Ci vediamo», gli dico solamente.

Il suo discorso di stamattina mi ha ribadito che non vuole essere aiutato, qualsiasi pericolo gli corra dietro, ma lo saluto soprattutto per far capire a quello che mi pare aver capito si chiami George, che non sono una ficcanaso.

Così, senza aggiungere altro, mi incammino verso l'entrata del mio palazzo con sguardo basso.

Socchiudo il portone d'ingresso e un attimo prima di voltarmi e precipitarmi a casa mia, le loro voci mi giungono alle orecchie.

«Dobbiamo parlare. Si tratta di Zoe», gli dice George.

Zoe.

L'ho già sentito questo nome. Lo urlava Drew in preda al panico quella notte quando sono salita ad aiutarlo. Ma chi diavolo è questa Zoe?

Il pensiero più scontato che possa passarmi in testa è che abbia un certo legame con questa donna e a dirla tutta, la cosa un po' mi spiazza. Ha sempre detto di voler stare da solo e il fatto che possa avere una donna, rende il suo concetto un controsenso.

«Ha avuto un altro attacco. Le manchi...», continua l'uomo.

Intravedo dalla mia strategica posizione nascosta, il volto di Drew incupirsi visibilmente.

«Lo so, George. Ma ho paura che portandola qui, la situazione possa peggiorare. Con te, se dovesse ricapitare, è al sicuro», risponde Drew con tono palesemente ansioso.

George lo afferra dalle spalle. «Pensaci. Non starebbe meglio con nessun altro che non sia tu», gli dice.

Drew sospira e si passa una mano sul viso, alzando lo sguardo verso il portone e allora faccio subito un passo dietro per nascondermi e raggiungere le scale sperando non mi abbia visto.

Mi ha già detto che non vuole che mi impicci delle sue cose e non è il caso di rendere la situazione più imbarazzante di quanto già lo sia stata.

***

Quella sera stessa, Eve mi ha chiamato per chiedermi di uscire e nonostante le abbia detto di essere molto stanca, il suo modo di persuadermi con un bicchiere di vino ha avuto la meglio. Infatti, dopo essermi passata a prendere, ci siamo dirette in un locale al centro e abbiamo ordinato due calici di bianco.

«Quindi non hai ancora scopato con Nick?», mi chiede incuriosita e io rimango basita dalla schiettezza delle sue parole tanto da rivolgerle un'occhiataccia.

«Nick è molto dolce e mi tratta con gentilezza. Non sarebbe da lui approfittarsene all'improvviso senza che si crei la giusta situazione a differenza degli uomini che rispecchiano i tuoi gusti», ribatto.

𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬 𝐄𝐧𝐞𝐦𝐢𝐞𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora