capitolo 6

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Pov Elle
mi fa così strano lasciare la città in cui sono cresciuta, cambiare tutto, abituarmi a nuovi posti, conoscere nuove persone e non vederne più quelle che avevano fatto parte della mia vita fino a quel momento, ma con l'amaro in bocca e le lacrime agli occhi lo sto facendo.
saliamo su quello che da quanto ho capito è il suo jet privato, una roba da ricchi,non ero mai salita su un aereo, almeno fino a quel momento.
<< tutto bene?>>
<< emh io credo di si>> continuo a tenere lo sguardo basso
<< se vuoi andare di là c'è una camera per riposarti>>
rimango in silenzio mentre lui prende il pc e inizia a digitare qualcosa sulla tastiera, ho paura, non solo di lui, ma di tutto.
prendo coraggio e gli chiedo <<posso sapere il tuo nome?>>
solleva lo sguardo e mi osserva << Ertan Miles>>
annuisco e cerco la stanza di cui mi aveva parlato, dopo averla trovata mi butto sul letto e in poco tempo mi addormentai.

Pov Ertan
dopo aver sbrigato le ultime faccende decido di andare a riposare un po', il lavoro mi sta stressando sempre di più, entro nella stanzetta e trovo la ragazzina addormentata, rimasi un po' di tempo ad osservarla e successivamente mi corico nel letto vicino a lei, le tolgo una ciocca di capelli dal viso e mugugna qualcosa di incomprensibile, poco dopo cado nelle braccia di Morfeo.
Mi sveglio sentendo dei lamenti che provengono da Elle, provo a svegliarla senza successo
<<lasciami non voglio aiuto nooo>> si alza di scatto facendomi spaventare e iniziando a piangere
<<è tutto apposto era solo un incubo>> la stringo a me.
quando si calma alza lo sguardo <<grazie>>
non dico nulla mi limitai a fissarla in quegli occhioni verdi, sono uguali a quelli di mia mamma.
<<vieni siamo arrivati>>
scendiamo dal jet e guido fino a casa mentre la ragazza seduta di fianco a me continua a guardarsi intorno curiosa e paurosa allo stesso tempo.
<<dove siamo?>>
<<Turchia>> risposi senza distogliere lo sguardo dalla strada
<<e mio padre?>>
<< a casa sua>>
<<no io intendevo beh..il debito>>
<< ho saldato io con i collins e tuo  padre è un un centro di riabilitazione>>
non dice una parola e io continuo a guidare fino ad arrivare al cancello di casa che è aperto.
entro dentro e parcheggio , la sua mano si posa sulla mia e mi giro verso di lei
<<grazie per tutto>> dice prima di scendere e guardarsi intorno.
rimango imbambolato difronte al suo gesto, so già che questa ragazzina mi farà penare.

caos Where stories live. Discover now