Più che di una storia si tratta di un esperimento. Dopo aver pubblicato tre libri di poesia classici (di cui uno di sonetti in romanesco e due di vaga ispirazione foscolo-leopardiana) ho deciso di cambiare genere e di scrivere una poesia che si ispiri al futurismo, ma senza onomatopeicità o immagini di parole. Io le chiamo parole in libertà. Ditemi se vi piace questa poesia e in caso positivo ne pubblicherò altre e poi chissà, magari un libro intero (dopo sei anni)